Il “Coronavirus andaluso” di Maurizio Mascarin ” bloqueado por cuarentena”: vite parallele, tempo curvo e di… vino Tempranillo

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Coronavirus, tempo curvo e di... vino TempranilloIl Coronavirus a Conil del la Frontera. Ho l’impressione, se non la certezza, che le poche azioni all’aperto giustificate dal Codice di emergenza sanitaria che si possono fare a Vicenza siano le medesime che ci permettono di fare in Spagna: fare la spesa, portare le immondizie al cassonetto, recarsi in farmacia. Nient’altro. L’andar della giornata è dunque legato ai nostri hobby, ai nostri interessi. Per dire che, allo scoccare dell’undicesimo giorno di quarantena spagnola (i miei appunti, che sto inseguendo con malcelato affanno per digitarli per voi, mi dicono che siamo al 25 marzo), il mio contatto con l’esterno (come del resto il vostro) è sempre più diradato. Un quarto d’ora d’aria e poi via subito a casa.

Ciò che cambia rispetto alla nostra Vicenza è la cartolina, il piano sequenza che sta davanti a me: oceano, spiaggia, palme e gabbiani a far protagonisti. Elementi diversi che regalano, perché no, orizzonti (di vita) diversi. Ammetto, per me la visione dell’Oceano è una grazia ricevuta.

Riflessione da Coronavirus Covid 19: la rivincita del “tempo curvo” che è il nostro tempo reale, non quello dell’orologio

So che a Vicenza fa freddino ma che c’ è anche una gran bella giornata di sole. Qui no, a Conil de la Frontera il tempo è girato e da stanotte piove. “Anche qui a Vejer piove, sembra tutto sospeso… ma verso le 14 smetterà ”, mi ha scritto stamattina nel suo sms, quasi a volermi confortare, Marina (Marina Magro, un’altra “esule” vicentina che voi lettori già conoscete per alcune riflessioni sul “Tempo che stiamo vivendo”, ndr).

Vento sul mare di Conil, foto di Maurizio Mascarin
Vento sul mare di Conil, foto di Maurizio Mascarin

Non so se ve ne siete accorti, ma ormai tutti noi stiamo facendo i conti col Tempo Curvo. Che non è una patologia del minuto/secondo, ma che rispecchia il tempo vero delle nostre azioni, dei nostri gesti, del nostro cazzeggiare dentro casa. Il Tempo Curvo è quello che non segue le lancette dell’orologio (mai più!) e che si alimenta nella sua modalità di lentezza voluta (esempio farsi la barba in un quarto d’ora col rasoio, non in 3 minuti con l’elettrico, scrivere questo diario slowly mi rinfaccerete voi amanti dello slow foodi, despacio direbbero gli andalusi…); ecco, questo tempo dilatato ci aiuta a trascorre una giornata in casa con più leggerezza.  Provateci. Non è più tempo di correre come prima.

Il tempo rettilineo, con le sue precise Ore X, rappresenta il Passato. E’ giunto il momento di riappropriarsi di un valore perduto, soprattutto nel nostro nordest: quel Tempo Curvo, insito in ciascuno di noi, che è il nostro Tempo Vero, il nostro trascorrere più intimo, riflessivo. Persino più elegante. In questa nuova situazione che ci fa sentire tutti in uno stato di sotto vuoto, riprendiamoci la liberà del Tempo. E poi ( dopo questa Storia…ccia) anche la libertà degli Spazi.

Impariamolo dai gabbiani

Anche i gabbiani che girano nel cielo di Conil de la Frontera “annusano” che tra gli umani qualcosa è cambiato. Non attendono più gli avanzi della movida. Quella, ancora per molte settimane, non ci sarà più. E quando ritornerà non sarà comunque una movida come prima, come la si è sempre intesa. Per intanto i gabbiani girano al largo (del Coronavirus?), sempre più lontani dalla costa e sempre più dentro all’Atlantico.

In vino veritas: Cabernet e Tempranillo?

Sono stato in videochiamata con un amico che gestisce a Vivaro una sana e tradizionale osteria veneta. L’ho frequentata per gran parte dell’inverno facendo a piedi il quasi quotidiano passeggio lungo l’argine del Bacchiglione che va da Polegge ai Mulini Bagarella, in località il Bosco di Dueville. Donato, questo il suo nome, mi ha detto che si è messo a zappar la terra dell’orto e che non ne può più. Nel parlare, mi ha messo in piano sequenza una bella bottiglia di Cabernet frank, un vino che apprezzo. E allora io non sono stato da meno. Gli ho risposto facendogli vedere una bottiglia di Tempranillo (o tinta del pais), che è poi un cabernet misto a sauvignon, autoctono della zona de La Rioja, nella valle dell’Ebro.

Anche un cin cin in videochiamata di questi tempi scalda gli umori.

 

Alla prossima puntata, qui tutte

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(qui la situazione ora per ora sul Coronavirusqui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)

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