
Da decenni il dollaro statunitense, di cui si osserva ora un iniziale indebolimento dopo il ritorno alla Casa Bianca di Trump, è la valuta di riferimento mondiale, garantendo agli Stati Uniti un’influenza economica e geopolitica senza precedenti. Tuttavia, l’emergere dei Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica a cui si sono aggiunti recentemente Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran e Indonesia mentre altri Paesi hanno ottenuto al qualifica di “partner”) sta mettendo in discussione questo dominio, con iniziative per ridurre la dipendenza dal dollaro e la possibile creazione di una valuta comune alternativa.
Ma quali vantaggi traggono gli USA dal predominio del dollaro? E cosa accadrebbe se questa supremazia fosse messa in crisi da una nuova valuta globale?
L’egemonia del dollaro: un “privilegio esorbitante” per gli Stati Uniti
Il dollaro è la valuta più utilizzata nel commercio internazionale, nelle riserve delle banche centrali e nei mercati finanziari. Questo dominio offre agli USA numerosi vantaggi:
- Accesso a finanziamenti a basso costo: La domanda globale di dollari permette al governo americano di emettere debito pubblico con tassi di interesse più bassi rispetto ad altri Paesi.
- Potere geopolitico e sanzionatorio: Controllando il sistema finanziario globale, gli USA possono bloccare l’accesso ai mercati a Stati e aziende ritenuti ostili, come accaduto con Russia, Iran e Venezuela.
- Stabilità economica interna: In momenti di crisi, gli investitori si rifugiano nel dollaro, rafforzandone il valore e proteggendo l’economia statunitense.
- Commercio globale in dollari: Petrolio, gas, materie prime e molte altre transazioni internazionali sono denominate in dollari, costringendo le economie mondiali a mantenere ampie riserve della valuta statunitense.
Il rischio di un declino del dollaro
Se il dollaro perdesse il suo primato, gli USA dovrebbero affrontare conseguenze significative:
- Aumento del costo del debito: Una minore domanda di dollari renderebbe più difficile finanziare il deficit pubblico senza aumentare i tassi di interesse.
- Perdita di influenza politica: Senza il controllo del sistema finanziario globale, gli USA avrebbero meno strumenti per imporre sanzioni e condizionare altri Paesi.
- Maggiore volatilità finanziaria: La perdita di fiducia nei mercati statunitensi potrebbe generare crisi valutarie e destabilizzare l’economia globale.
- Calo del potere d’acquisto americano: Un dollaro più debole renderebbe le importazioni più costose, causando inflazione e una riduzione del benessere dei consumatori.
I BRICS e la ricerca di un’alternativa al dollaro
Per ridurre la loro dipendenza dal dollaro, i Paesi BRICS stanno esplorando diverse soluzioni:
1. L’uso delle valute nazionali nelle transazioni bilaterali
Alcuni Paesi BRICS stanno aumentando le transazioni commerciali nelle proprie valute, evitando il dollaro:
- Russia e Cina regolano parte del commercio in yuan e rubli.
- India e Russia hanno sperimentato pagamenti in rupie per il petrolio.
- Brasile e Cina hanno firmato un accordo per condurre parte del commercio in yuan e real brasiliano.
Questa strategia riduce il peso del dollaro, ma non offre una vera alternativa globale perché le singole valute BRICS sono meno stabili e meno accettate internazionalmente.
2. Lo yuan cinese come principale alternativa
La Cina sta cercando di internazionalizzare lo yuan (CNY):
- La Banca Popolare Cinese ha firmato accordi con diversi Paesi per facilitare l’uso dello yuan nel commercio internazionale.
- La Cina sta promuovendo il petro-yuan, ovvero la vendita di petrolio in yuan, con il supporto di Russia, Iran e alcuni Paesi del Golfo.
Tuttavia, lo yuan ha ancora limiti significativi:
- Non è completamente convertibile, perché il governo cinese ne controlla il valore.
- Scarsa fiducia internazionale, a causa delle politiche economiche di Pechino.
- Mercati poco liquidi, che limitano la capacità dello yuan di sostituire il dollaro nei grandi scambi globali.
Una valuta comune dei BRICS: un progetto possibile?
Alcuni leader dei BRICS hanno discusso la possibilità di una nuova valuta comune per ridurre la dipendenza dal dollaro. Si ipotizza che possa essere sostenuta da un paniere di materie prime come oro, petrolio e altre risorse naturali.
Tuttavia, ci sono ostacoli enormi:
- Differenze economiche tra i BRICS: Cina, India, Brasile e Russia hanno politiche monetarie molto diverse, rendendo difficile l’adozione di una moneta unica.
- Mancanza di istituzioni finanziarie comuni: Non esiste una banca centrale dei BRICS in grado di gestire una valuta comune.
- Tensioni geopolitiche: India e Cina hanno dispute territoriali, e la Russia è sotto sanzioni occidentali, rendendo difficile una cooperazione totale.
Per ora, una valuta comune dei BRICS appare più un obiettivo a lungo termine che una realtà imminente.
Chi altro potrebbe sfidare il dominio del dollaro?
Negli ultimi anni, diversi Paesi hanno avviato iniziative per ridurre la dipendenza dal dollaro. Tra le alternative emergenti troviamo:
L’euro (EUR): L’euro è attualmente la seconda valuta più utilizzata nelle riserve globali. Tuttavia, la frammentazione economica tra i Paesi membri dell’Unione Europea e la mancanza di un’unione fiscale completa rappresentano ostacoli alla sua capacità di sostituire il dollaro come principale valuta di riserva.
Le valute digitali e le criptovalute: Le criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, sono nate con l’intento di offrire un’alternativa decentralizzata alle valute tradizionali. Tuttavia, la loro elevata volatilità e la mancanza di regolamentazione ne limitano l’adozione su larga scala come riserve di valore. Parallelamente, alcune banche centrali stanno esplorando la creazione di valute digitali ufficiali (CBDC) per modernizzare i sistemi di pagamento e ridurre la dipendenza dal dollaro.
L’oro e le materie prime: Alcuni Paesi, come la Russia e la Cina, hanno aumentato le loro riserve d’oro per diversificare gli asset e ridurre la dipendenza dal dollaro. Tuttavia, un sistema basato sulle materie prime presenta sfide significative in termini di liquidità e stabilità, rendendo difficile la loro adozione come principali riserve di valore.
Ipotesi. il futuro del sistema monetario globale
Il dollaro continua a detenere un vantaggio incolmabile, per lo meno a breve e medio periodo, rispetto alle altre valute grazie alla stabilità economica e politica degli USA, alla fiducia degli investitori globali e alla centralità del sistema finanziario americano. Tuttavia, la crescente influenza dei BRICS sta accelerando la transizione verso un sistema più multipolare, in cui diverse valute coesistono nel commercio globale.
Nel medio termine, è probabile che:
- Il dollaro mantenga il suo primato, ma con un’erosione graduale del suo monopolio.
- Lo yuan aumenti il suo peso, senza però sostituire il dollaro nel breve periodo.
- Le transazioni in valute locali tra Paesi BRICS e altri emergenti crescano, riducendo l’uso del dollaro in alcune regioni.
- Una valuta comune dei BRICS rimanga un progetto futuribile, ma non ancora realizzabile.
Sebbene il dominio del dollaro non sia ancora in discussione, il mondo si sta muovendo verso un sistema in cui più valute avranno un ruolo significativo, ridefinendo gli equilibri economici globali.