Il forno giusto per arrivare alle Olimpiadi di Cucina

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Cucina Foto: Primasuro / Pixabay
Cucina Foto: Primasuro / Pixabay

Nel mondo di oggi, estremamente concorrenziale e caratterizzato dalla rapida evoluzione del sapere di scienza e tecnica, non potevano mancare le Olimpiadi in un settore particolarmente caro all’Italia: la cucina. Su questo che la nazionale italiana degli chef scenderà in campo nel 2020 a Stoccarda, per tenere alto il tricolore alle prossime Olimpiadi di Cucina.

Già d’argento e d’oro sono state le medaglie conquistate dalla nostra nazionale senior all’ultima edizione della competizione mondiale svoltasi in Lussemburgo, che ha visto passare più di 1200 cuochi professionisti in gara e circa 40 Paesi. Un programma di due giornate, suddivise in sessioni di gara dedicate separatamente alla cucina calda ed a quella fredda.

La compagine azzurra questa volta può contare sul general manager Gianluca Tomasi, chef di Vicenza: diplomato presso l’Istituto alberghiero di Recoaro Terme, dimostra subito il suo talento per la cucina. Molto presto comincia a prendere parte in concorsi gastronomici di alto livello, entrando nella Nazionale Italiana Cuochi dove ricopre vari ruoli. Lungo la carriera ha già ricevuto diversi riconoscimenti internazionali ed è anche diventato giudice di gara.

Come in ogni professione che si rispetti, anche le attrezzature di cucina hanno un impatto importante sulla riuscita della pietanza. Ma non bisogna limitarsi a pensare solo all’impatto sul cibo, ma anche a quello sui consumi e soprattutto sulla sicurezza.

Le cronache presentano spesso casi di incendio in abitazione, dovuti a cortocircuiti elettrici oppure fughe di gas verificatesi in cucina piuttosto obsolete. Considerando quanto, noi italiani, ci preoccupiamo delle corrette preparazioni a caldo e quanto amiamo i prodotti da forno è proprio questo elettrodomestico a meritare un’attenzione in più.

La scelta tra le centinaia di modelli in commercio non è semplicissima, anche se spesso le differenze in termini di prestazioni sono abbastanza modeste. Per la maggior parte delle massaie la scelta fra un forno a gas e un forno elettrico è molto influenzata dalle abitudini, comunque le differenze sono tante.

Se si parla di cottura bisogna dire che con quello a gas lo spazio interno in cui avviene la cottura è più umido rispetto all’elettrico, per la presenza del vapore acqueo generato dalla combustione del gas metano. In termini di temperatura dell’ambiente di cottura, con le tecnologie attualmente disponibili, in entrambi è abbastanza facile variare il livello ma nel caso di quelli elettrici (soprattutto quelli con ventilazione) la distribuzione del calore è molto più uniforme. Il forno elettrico vince la competizione al momento finale della pulitura, poiché è molto semplice rispetto a quello a gas: straordinariamente comoda la funzione di autopulitura per i forni catalitici o pirolitici, che hanno un rivestimento interno in grado di ossidare lo sporco e assorbire i grassi e lo sporco.

Una menzione particolare all’importanza di mantenere puliti gli ugelli di fuoriuscita del gas per una questione di efficienza e sicurezza, oltre all’importanza della corretta manutenzione del tubo di allaccio alla rete del gas. Chiaramente questi sono problemi non presenti con i forni elettrici.