Sic transit gloria mundi: ciò che era facile preconizzare si è verificato. Affievolitasi la grande paura col diminuire dei contagi e dei morti e dopo il “liberi tutti” di Governo e Regioni, virologi ed epidemiologi (molti dei quali godevano di lauti gettoni di presenza nelle tribune televisive) sono passati di moda e sotto i riflettori di stampa e tv sono ritornati prepotentemente i politici con i loro sodali. Fremevano per una restaurazione di visibilità e, come sempre avviene in questi casi, la loro prima preoccupazione è stata di demolire i monumenti d’antan e di seppellire sotto una imbarazzata polvere della memoria gli “eroi” di una stagione infausta per i Palazzi del potere.
Ora parlano di Sanità con la logica ottusa dell’appartenenza politica: la Lombardia di Fontana ha fatto schifo, no l’Emilia ha fatto peggio, De Luca sì che ha bloccato i virus, ma cosa dite il migliore è stato Zaia. Sì! Zaia non si discute perché ha avuto la genialata di affidarsi al prof. Crisanti. Che però è diventato troppo ingombrante ed è lo stesso Zaia a ridimensionarlo.
E i “medici eroi”? I medici morti per fare il proprio dovere? E gli infermieri con le loro vittime e i turni massacranti senza adeguati presidi medici?
Ah sì. Bravi. Gli diamo l’obolo di Caronte di qualche centinaio di euro per dimostragli la nostra gratitudine (!?!) e li sbalordiremo per come riformeremo la Sanità. Trionfo.
Il teatrino della politica ha ripreso il proprio spettacolo. Venghino venghino signori al festival del surreale: si vota la sfiducia a un ministro, scandali nella magistratura, corsa al poltronificio, sanatoria per i clandestini, le banche non collaborano, rivedere le concessioni autostradali, i precari della scuola che riapre ma non si sa come. Se Toninelli era l’emblema del Conte 1 la Azzolina lo è del Conte 2.
Sullo sfondo di tutto questo bailamme rimane il “famoso” MES e quei 35 miliardi da destinare alla Sanità: chi dice che sono pericolosi perché poi arriva la temibile troika (Grecia docet) e chi invece sostiene che a caval donato non si guarda in bocca. Nessuno però che dica come spenderli per rimettere in sesto la Sanità pubblica, disastrata da decenni di tagli e di gestioni spesso demenziali.
È di questo che si preoccupano i Medici. I nostri “inadeguati” come spenderanno i soldi, se ci saranno o ne resteranno dopo tutti i bonus e le elemosine a pioggia? Persino il “grande assente” ministro Speranza ha capito che il primo baluardo contro le malattie è la medicina sul territorio. Bene! Come intende rafforzarla, o meglio ricostituirla? Ha capito che gli ospedali vanno ricalibrati e che servono più medici specializzati e infermieri. Benissimo! Ha qualche idea su come intervenire o pensa solo di costruirne di nuovi che saranno pronti tra dieci anni e costituiranno un’appetitosa mangiatoia per i soliti noti? Dobbiamo sperare in Speranza? Mah!
Si teme una seconda ondata del Covid a settembre. Zaia minaccia i maniaci dello spritz dicendo che li aspetterà “davanti agli ospedali”. Ma dentro gli ospedali ci saremo come sempre solo noi. Chi vivrà, se vivrà, vedrà. Gli “inadeguati” che si sono lavati la coscienza con l’ ”obolo di Caronte” non si preoccupano di varare uno scudo penale che ci salvaguardi dalle migliaia di cause che già si intravvedono all’orizzonte.
Vista l’aria che tira e la conclamata pochezza di chi sta al timone dell’italica barca, temo che l’amaro destino dei medici italiani sarà di essere eroi morti o imputati alla sbarra.
Michele Valente
Presidente Ordine Medici di Vicenza