Il futuro delle donne in Afghanistan: il punto di The Vision

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Donne in Afghanistan (da The Vision)
Donne in Afghanistan (da The Vision)

Mentre migliaia di cittadini afghani e stranieri affollano gli hangar e le piste dell’aeroporto Hamid Karzai di Kabul nel tentativo di prendere un volo per lasciare l’Afghanistan, i Talebani hanno ormai imposto il loro ordine nella capitale del Paese (fonte The Vision). I miliziani hanno allestito checkpoint nelle strade e imposto il coprifuoco alle 9 di sera. Secondo i pochi testimoni ancora in grado di comunicare con l’estero, a differenza di altre città passate sotto il controllo talebano, lunedì e martedì non si sono verificate esecuzioni sommarie o atti di violenza. La sharia, la legge islamica rigidamente seguita e fatta rispettare dai Talebani, non è ancora stata imposta in via ufficiale a Kabul, ma i suoi abitanti si comportano già come se fosse in vigore. Mentre si incomincia a parlare di avvenute perquisizioni casa per casa, molti stanno distruggendo tutti gli oggetti o i documenti che possono provare i loro legami con l’Occidente o comportamenti che potrebbero farli incriminare nei prossimi mesi. A farlo sono soprattutto le donne e le ragazze afghane, molte delle quali non hanno mai vissuto sotto il regime dei Talebani. Una realtà che hanno conosciuto solo dai racconti dei genitori o di chi ha più di una trentina d’anni. Ora molte sono corse a procurarsi un burqa o hanno preso quello delle loro madri. Da domenica nessuna di loro può più studiare a scuola o all’università, lavorare, o soltanto uscire di casa per andare al mercato senza essere accompagnate da un familiare maschio. Negli ultimi 20 anni, l’Afghanistan è stato comunque il peggior Paese al mondo in cui nascere donna: secondo Human Rights Watch, l’87% delle afghane ha subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita. Una condizione destinata a peggiorare ancora nei prossimi mesi. Intanto le ragazze e donne afghane hanno già cancellato ogni loro traccia dai social network e gran parte di ciò che hanno fatto e che sono state negli ultimi 20 anni. Come ha detto una giovane donna intervistata in via anonima dal Guardian, “Ho lavorato per tanti giorni e tante notti per diventare la persona che sono oggi, e questa mattina, quando sono arrivata a casa, la prima cosa che io e le mie sorelle abbiamo fatto è stata nascondere i nostri documenti d’identità, diplomi e certificati. È stato devastante. Perché dovremmo nascondere le cose di cui dovremmo essere orgogliosi?”.