Ieri titolavamo “Il Giornale di Vicenza e Tva in crisi: via Basso torna in tv Ancetti e GdV va a Smiderle o a direttore unico Athesis?” su qualcosa più di indiscrezioni sui sommovimenti dovuti a non arrestate crisi di lettori e, rispettivamente, di telespettatori, de Il Giornale di Vicenza e di Tva.
Ovviamente nessun commento arriva né da Videomedia, l’editrice di Tva di proprietà di Confindustria Vicenza, né da Athesis, la società, controllata sempre da Confindustria Vicenza ma, questa volta, insieme a Confindustria Verona, che è editrice del GdV oltre che de L’Arena di Verona e di Brescia Oggi, ma quest’ultimo mutismo era più che prevedibile visto che la trasparenza del ramo vicentino di Athesis, in sintonia con quella della parte peggiore della della città, fu tale da non far scrivere neanche un editoriale di commiato all’ex direttore del foglio vicentino Ario Gervasutti quando prima ne “tamponò” il licenziamento Marino Smiderle e, poi, ne prese il posto, come allora previsto da noi che lo annunciammo ai suoi lettori, Luca Ancetti proveniente proprio dall’emittente vicentina il cui testimone fu preso da Domenico Basso, ex Antenna 3.
Ma se Palazzo Bonin Longare è muto come quando qualcuno lo chiamava palazzo Zonin Longare per la vicinanza a Gianni Zonin dei suoi presidenti dell’era dell’ex dominus della BPVi, Roberto Zuccato e Giuseppe Zigliotto, a parlare sono le mura di Via Fermi dove al civico 241 c’è Tva e al 205 c’è Il Giornale di Vicenza.
In gran parte sembrerebbero confermate le indiscrezioni da noi anticipate ieri con Luca Ancetti dato per sicuro uscente dal GdV per rientrare a Tva: “negli ultimi sei mesi il giornale ha perso altre 3.400 copie giornaliere” ci dicono confermando i dati per altro ufficiali di Prima Comunicazione che ad aprile, ultima rilevazione disponibile, indicavano in appena 26.839 le copie vendute (quindi al netto di omaggi e promozioni)di cui solo 18.311 in edicola con le restanti coperte da 4.514 abbonamenti pagati (di cui molti, presumibilmente, tramite i canali confindustriali) e una poco significativa quota di 1.309 copie digitali.
Le voci, ben informate, che si sono fatte udire dopo le indiscrezioni di ieri, fanno, però, preferire a quella che sembrava una strada autoctona (Marino Smiderle direttore) una gestione del quotidiano cartaceo da parte del responsabile attuale delle pagine bassanesi, Alessandro Comin che diventerebbe direttore magari ad interim anche per “sedare” le crescenti divisioni interne.
La gestione Comin potrebbe, infatti, e qui torna in ballo la nostra ipotesi più strategica, “durare un paio di anni in attesa che sia completato il piano di ristrutturazione complessivo del gruppo da Verona, sede storica di Athesis e sua testa pensante vista anche la debolezza attuale, politica ed economica, di Confindustria Vicenza, che ha perso molti dei suoi associati più consistenti da quando gli Amenduni levarono cappello per i dissidi con il trio delle tre Z: Zuccato, Zigliotto e Zonin…“.
La ristrutturazione, anche e soprattutto di costi, potrebbe prevedere cessini di testate ora d oggi più probabile, una direzione unica dei tre quotidiani di Athesis il cui ad, Matteo Montan, potrebbe concentrare in sé o in un suo braccio destro esecutivo anche il ruolo di direttore responsabile.
Non a caso, a questo punto, all’atto della sua presentazione a Verona se ne sarebbe ricordata l’origine giornalistica, tipica, tra l’altro, di molti direttori editori moderni, e le sue competenze di new media, quelle oggi ancora molto carenti in via Fermi: “Matteo Montan, nato a Parma, 55 anni, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato come giornalista alla Gazzetta di Parma diventandone capocronista (suo lo scoop del ritrovamento di Ferdinando Carretta che gli valse nel 1999 il premio «cronista dell’anno» consegnato dall’allora presidente Ciampi), per poi passare nel 2000 nel gruppo Buongiorno, nel ruolo di responsabile di contenuti editoriali…“.
In questo tourbillon c’è anche chi parla di una cordata locale che si direbbe desiderosa di acquisire, si vedrà con quali risorse, Tva e GdV e che farebbe capo al delegato all’editoria di Confindustria Vicenza, Alberto Luca, ambizioso imprenditore poligrafico con la Luca Print proprio del Bassanese (da qui si rafforza l’ipotesi Comin), già protagonista della “cacciata di Gervasutti e, poi, diventato presidente di Videomedia dove come Ad e dg è arrivato, sempre nel silenzio generale rotto solo da VicenzaPiù, Francesco Nicoli, ex dg di Publiadige, la concessionaria della pubblicità del GdV…
Quel che è certo, comunque, è che, al di là dei nostri atteggiamenti critici verso un mezzo fin troppo padronale e asservito a interessi che hanno anestetizzato e impoverito Vicenza, il depotenziamento e/o la delocalizzazione di una voce, fino a poco tempo fa forte, dell’informazione locale non farebbe che confermare l’arretramento globale di Vicenza, sempre più provincia ai margini della parte del Veneto che ancora è viva nonostante tutto…