Il Lane di Balzaretti è più forte di quello di Magalini? Poggi risponde ai lettori: sulla carta senz’altro

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Federico Balzaretti, il nuovo direttore sportivo dell'LR Vicenza

Il lettore A.L. mi porta a trattare l’attualità: “il Lane uscito dalla sessione invernale di calciomercato è più forte di quello assemblato nella scorsa estate da Magalini e Di Carlo?”. La risposta è prematura, nel senso che, per dare una valutazione oggettiva, bisognerà attendere che i rinforzi entrino in forma (qui la rubrica “Poggi risponde ai lettori“, per inviare domande cliccate qui, ndr).

Possiamo intanto dire che, sulla carta, sono stati superati alcuni deficit strutturali: quello del terzino sinistro, quello del centrale difensivo, quello dei ruoli di centrocampo, quello dell’attaccante centrale. Rispetto a prima, ora ci sono giocatori appropriati per questi ruoli e adeguati alla categoria. Ripeto: sulla carta. A parte De Maio, poi, i nuovi arrivi sono anche più giovani e dovrebbero consentire un loro utilizzo meglio distribuito nell’arco della partita e diminuire la necessità del turn over.

Tutto questo ricambio farà indubbiamente una squadra nuova e diversa rispetto a quella della prima metà di campionato. Grazie a una migliore strutturazione tecnico-tattica, la squadra dovrebbe risultare più agonistica e competitiva, anche se, obiettivamente, non sembra che la qualità della rosa sia pari a quella delle squadre da metà classifica in su. La differenza sta, dunque, nella combattività che questa squadra saprà esibire, un requisito che la precedente certo non aveva.

Un altro lettore, G.B.C., mi chiede un parere sulla decadenza del calcio professionistico veneto: “è mai possibile che una delle regioni più ricche del paese non riesca a posizionarsi ai vertici del calcio italiano?”.

Dal 1° luglio dell’anno scorso il quadro delle presenze venete nelle tre leghe professionistiche è questo: l’Hellas Verona e il Venezia in Serie A, due squadre in B (Cittadella e LR Vicenza), tre in C (Padova, Legnago Salus e Vecomp Verona). La prima evidenza è che, dei sette capoluoghi della Regione, solo quattro hanno team professionistici: Verona (due), Vicenza, Padova e Venezia. Belluno, Treviso e Rovigo invece restano dispersi nei campionati Dilettanti. Le uniche virtuose eccezioni sono il Cittadella, che, pure essendo espressione di un piccolo centro (ventimila abitanti), milita fra i Cadetti da una dozzina di anni e il Legnago.

Una sola promozione, quella del Venezia, e il fallimento del Chievo sono il bilancio della stagione 2020-2021. Se il ritorno dei neroverdi nella massima serie è indubbiamente un passo avanti importante, un vero disastro è, invece, la sparizione del Chievo. Il calcio professionistico veneto fa un passo indietro nel ranking nazionale, peggiorando un declino cominciato da decenni e da cui non riesce a risalire se non marginalmente.

Un impoverimento, un appiattimento verso il basso che lascia senza parole. E che fotografa la situazione anacronistica del football professionistico regionale, che non riesce a esprimere un top team perché è strutturato in modo antiquato: proprietà che non investono abbastanza, organigrammi con managerialità non di primo piano, stadi di proprietà pubblica e obsoleti, scarsa o nulla rappresentatività negli organismi di gestione. Per forza bisogna andare indietro di decenni per trovare l’unico scudetto vinto da una squadra veneta (Hellas, 1985). O l’unico altro titolo arrivato da queste parti (Coppa Italia 1997, Vicenza Calcio). Idem per la partecipazione di un team regionale alla Champions League (Chievo Verona, 2006).

L’esame delle società pro venete evidenzia proprietà per la maggior parte locali, con le eccezioni del Venezia e del Padova, in mano a stranieri. Il proprietario del club lagunare è Duncan Niedereauer, newyorkese e proveniente dal mondo finanziario americano. Il Padova è di Joseph Oughourlian, ceo e fondatore di origini franco-armene del fondo Amber Global Opportunities. Il socio di maggioranza dell’Hellas è Maurizio Setti, imprenditore mantovano, quello dell’LR Vicenza è OTB, holding della famiglia Rosso. Il Cittadella appartiene alla famiglia di Angelo Gabrielli, industriale locale. Il Legnago, pur essendo una società ben strutturata, è una realtà di provincia. La Vecomp Verona, infine, è addirittura espressione di un quartiere di Verona e fa i salti mortali per restare in Serie C.

Il quadro è questo ed è evidente che c’è poco da sperare per il futuro. E non solo per l’immediato ma anche per il medio termine. Non ci sono, in Veneto, società con le potenzialità economiche necessarie per collocarsi fra le top five della A ed è impensabile che possano ripetersi oggi exploit come quelli del Real Vicenza e del Verona campione d’Italia. Pochi schei, insomma, come vuole una inveterata tradizione regionale, tanti progetti e pianificazioni, ma alle strette poca roba, tanto da tirare avanti. Intanto gli spettatori calano e vanno a vedere il grande calcio in Lombardia.

 

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.