Il Lane e l’identità ritrovata. Nella vittoria esterna con il Chievo (2-1) la conferma di aver superato tutti i problemi

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Vicenza Chievo
Vicenza Chievo

Partita perfetta numero 2. La prima, quella vinta a Brescia per 3-0 il 4 gennaio. La seconda a Verona, nel posticipo di lunedì 8 marzo giocato al Bentegodi contro il Chievo. Quinta vittoria in trasferta e seconda consecutiva, allungata a cinque la serie di risultati utili: il Lane non perde esattamente da un mese, dalla sconfitta al Menti contro il Monza del 9 febbraio.
Partita perfetta, prima di tutto, sotto il profilo tattico. Indovinato il modulo iniziale (il 4-3-3 sperimentato contro la Cremonese e anche all’andata al Menti) e indovinate le varianti apportate in corso d’opera: il 4-5-1 derivante dall’utilizzo come quinti delle due punte esterne e il 5-3-2 del finale.
Riuscito anche il progetto agonistico del match: primo tempo di pressing e velocità, ripresa di contenimento e ripartenze. L’approccio alla gara del Vicenza ha scompaginato il Chievo ed ha creato le premesse per la realizzazione del progetto e della vittoria.
Ottima la prestazione di tutti i giocatori. Nessun voto negativo, nessun calo di rendimento con l’aumentare del minutaggio, immedesimazione completa nei ruoli, esecuzione inappuntabile delle giocate. Primus inter pares senz’altro Giacomelli, solo un gradino sotto, nel podio, Rigoni e Lanzafame.
Come il Brescia, così pure il Chievo ci ha messo del suo nel farsi asfaltare dai biancorossi. Illudendosi che la vittoria nel turno precedente, contro un Pordenone ultimamente a scartamento ridotto, avesse cancellato i postumi dei tre stop consecutivi che l’avevano preceduta, Alfredo Aglietti ha lavorato male sulla testa dei suoi giocatori, scesi in campo con la grinta e l’attenzione che avrebbero riservato all’ultima in classifica e non al Vicenza battagliero e aggressivo degli ultimi tempi.
Difensori e centrocampisti sembravano rimasti negli spogliatoi a mangiare il pandoro del loro presidente e assiste-vano con distacco un po’ snob alle sfuriate dei vicentini. Anche così si spiega l’uno-due che porta le firme di Lanzafame e Rigoni, scaturito da azioni fotocopia della doppietta di Meggiorini contro la Cremonese. Mica niente di eccezionale, intendiamoci, schema elementare: discesa sulla fascia e cross e, nel primo caso, eccezionale incornata di Lanzafame con i difensori gialloblu in amletica ammirazione, mentre, nel secondo, shoot preciso di Rigoni a rimorchio, sempre con la benevola assistenza passiva dei clivensi.
Forse la società non aveva rinnovato l’abbonamento a Dazn e lo staff tecnico non aveva potuto visionare gli highlights di Vicenza-Cremonese. Sennò un pensierino a presidiare meglio l’out e a difendere come si deve gli spazi dell’area gli sarebbe magari venuto.
Il Chievo, invece, ci ha messo un tempo intero per capire come andavano le cose e Aglietti ha cambiato tutto solo dal 46’. Senza però ottenere grossi risultati, anche perché il Lane ha continuato a battersi come nel primo tempo e, nella fase di contenimento, è stato altrettanto efficace e nemmeno è calato, come invece era successo nella gara di andata. La seconda squadra di Verona ha rimediato, in questo derby minore, una figuraccia assoluta e il Vicenza avrebbe meritato di vincere con un risultato più pesante.
Il voto collettivo che merita in questa occasione la squadra di Mimmo Di Carlo è un otto, che rispecchia la supremazia espressa in campo per di più contro un avversario che, se pur al momento non merita certo la posizione che ha in classifica, resta senz’altro fra i team più forti del campionato per i giocatori che ha in rosa.
Un punto in più in pagella va assegnato all’allenatore biancorosso. Ha attraversato momenti difficili in questa stagione. Prima a causa dei plurimi contagi che gli hanno decimato la squadra, poi in conseguenza di una serie infinita di infortuni (non ancora conclusa, peraltro), infine in coincidenza con una fase di crisi di identità della squadra, che sembrava accartocciata in un ruolo di incompiuta a cui mancava sempre qualcosa per diventare adulta.
Di Carlo ci ha messo un po’ a venirne a capo. Il ricorso esasperato a un turn over anche non necessitato non sempre ha giovato al rendimento in campo. La tenuta fisica e psicologica in certe partite era stata lacunosa. I proclami di Mimmo nelle press conference pre e post gara erano sembrati velleitari e non sintonizzati alla realtà. L’insistenza su certi attaccanti, non ostante ripetuti fallimenti, aveva seminato parecchi dubbi.
L’allenatore è riuscito in tempi recenti a uscire da tutte le impasse. Gli avvicendamenti in formazione hanno ora un senso e si dimostrano funzionali. La squadra è entrata in forma, corre per tutti i novanta minuti e non ci sono più stati i crolli del passato. Gli appelli alla grinta si sono evidentemente radicati nella testa dei giocatori, mai come in questa fase disposti ad assecondare in campo le richieste della panchina. Il problema dell’attacco lo ha risolto prima con la “variante Pisa” e cioè con la copia offensiva composta da un attaccante centrale e una seconda punta esterna, e poi con il reparto avanzato a tre effettivi. Il Vicenza ora ha una identità ben riconoscibile.
Il match test contro l’Empoli capolista arriva al momento giusto per verificare se l’upgrade del Lane è definitivo e lo può proiettare verso una salvezza anticipata e, magari, anche più in alto in classifica.

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.