Partendo dalle scuole della ristorazione e del turismo, è possibile sollecitare la solidarietà e la collaborazione tra i diversi talenti territoriali, aiutandoli non solo ad emergere, ma anche a dimostrare quanta fiducia possano generare per un efficace incontro domanda-offerta di prodotti, servizi turistici, tradotti in esperienze di qualità di vita sui territori.
La valorizzazione del Merito può servire, infatti, ad aiutare i territori a riconoscere le risorse a disposizione, a dar evidenza alla propria identità e a creare le giuste sinergie per generare ben-essere condiviso.
Perché partire proprio dal turismo?
Perché è un comparto che rappresenta circa il 13% del PIL nazionale, per un valore di 232,3 miliardi di euro, e che può crescere molto puntando sulla capacità di formare le nuove generazioni al rispetto e alla cura verso il bene comune, promuovendo l’etica della responsabilità. Paradigma di riferimento su cui progettare i vari percorsi di sviluppo turistico e territoriale
Su questi concetti deve essere costruita l’educazione al Merito, per insegnare che migliorare se stessi, sviluppando una migliore competenza civica, credendo nel valore etico dell’impegno, diventando cittadini consapevoli, vuol dire anche migliorare il mondo attorno.
Di recente, anche nel corso della Conferenza nazionale di Federturismo è stata messa in evidenza la necessità che, per la strategia di sviluppo turistico, si investa anzitutto in formazione e competenza, per professionisti attenti alla sostenibilità, all’inclusione e all’accessibilità.
Ed è qui che gli istituti professionali turistici e della ristorazione possono giocare un ruolo decisivo, per la trasformazione di cittadini consapevoli in professionisti meritevoli, per valorizzare talenti in grado di dare risposta alla varietà di bisogni di qualità di vita di cittadini e turisti.
Su queste convinzioni, il Ministero Turismo e Cultura di Meritocrazia Italia collabora alla promozione del premio nazionale Bezzo, al fine di portare il merito nelle scuole della ristorazione e del turismo.
Il premio nazionale ‘Bezzo 2022-23’, giunto alla sua terza edizione e che quest’anno punta a valorizzare i percorsi formativi delle scuole alberghiere, in un momento in cui la ristorazione è alla disperata ricerca di personale qualificato per colmare il gap occupazionale generatosi nel post-pandemia, la luce accesa sugli istituti professionali in cui studiano chef, camerieri e sommelier di domani, intende premiare quelle realtà che si distinguono per lo sviluppo di ‘Alfieri del Territorio’, attenti al legame con la storia e cultura locale, l’innovazione, la competitività, l’eco-sostenibilità e la tutela delle persone.
Il premio, unico nel suo genere, attiva una competizione virtuosa dalla quale tutti (studenti, insegnanti, famiglie e comunità) ricavano benefici per sé stessi, gli altri e il territorio, a partire dalla condivisione di un linguaggio comune con cui raccontare e fare percepire il valore dell’offerta formativa e delle competenze raggiunte. Realizzatori dell’iniziativa sono Aiquav (Associazione italiana per gli studi sulla qualità della vita), Plef (Planet life economy foundation Ets) e Aregai – Terre di Benessere. A loro si aggiunge Meritocrazia Italia.
Protagonisti del premio sono gli istituti alberghieri, soprattutto quelli che si riuniscono in Renaia, associazione nazionale che raggruppa circa 200 istituti professionali (circa il 60% delle scuole alberghiere italiane) dedicati alla formazione di camerieri, cuochi e assistenti di sala, ma possono partecipare al premio tutti gli istituti scolastici della ristorazione e del turismo (https://aregai.it/attivita/premio-bezzo/).
Si auspica una larga partecipazione, al fine di far capire che portare il Merito nelle scuole turistiche significa creare operatori turistici che non fanno un semplice mestiere, ma svolgono un’attività che realizza se stessi e qualifica il territorio, generando, a cascata, benessere sociale e di comunità.