Il mistero della Golf nuova con il logo di Veneto Banca. CorVeneto: Donata come risarcimento

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Se lo domandano da una settimana, i trevigiani che passeggiano in piazza Sant’Andrea, da dove spunti fuori quella Volkswagen nuova di zecca, lucida come appena uscita dal concessionario, con quella scritta stampata sul cofano: «Vettura donata da Veneto Banca come minuscolo risarcimento per la truffa subita». Prego? Sì, sì, proprio così. Con tanto di logo della fu popolare montebellunese. Se lo domandano tutti perché non è chiaro se sia una burla, un occhiolino strizzato ai consumatori traditi a interrogarsi su come vincere una macchina nuova dopo aver perso i propri risparmi, o ancora una strategia commerciale degli uffici che si affacciano sulla piazza.
Non si sa niente di quella macchina perché l’intestatario, classe 1940 residente in centro storico, sembra essere in ferie. I vicini dicono che la casa è chiusa da venerdì, «sarà partito per le vacanze». E allora c’è solo il dato di fatto: lavettura è lì parcheggiata, col muso ben proiettato all’esterno per farsi ammirare meglio. Non serve essere un appassionato di motori per domandarsi chi mai rovinerebbe un’automobile così elegante. E non serve essere dei maghi della finanza per capire che non può essere davvero un dono. Gli avvocati dei risparmiatori lo escludono: oltretutto, una simile manovra andrebbe a condizionare il diritto di accedere al fondo di ristoro governativo al quale puntano.
Quindi? Quindi solo misteri e tante chiacchiere tra i vicoli e la piazza. L’automobile è stata acquistata il 12 gennaio 2018 per 22.000 euro. Si badi bene: quel giorno Veneto Banca non esisteva più da sei mesi (l’incorporazione in Intesa Sanpaolo era avvenuta il 25 giugno 2017) dunque la donazione non può essere materialmente avvenuta. Gli unici risarcimenti effettuati fino alla data di estinzione da parte di Veneto Banca sono stati quelli in denaro relativi all’Offerta pubblica di Transazione con la quale venne proposto ai risparmiatori il 15% del valore perso con l’azzeramento delle azioni. E l’intestatario dell’automobile non risulta tra gli azionisti.
Se la scritta fosse un’imprecisione e il risarcimento in forma di automobile fosse avvenuto ad opera di altri allora le possibilità potrebbero essere solo due: o Intesa Sanpaolo (ma l’istituto guidato da Carlo Messina volle acquisire solo la parte sana delle due ex popolari) o la Sga. Qui si può giocare l’unica opzione possibile, almeno sul piano teorico, di una certa linearità. La Sga, nella sua attività di rientro di crediti deteriorati, potrebbe essersi imbattuta in una concessionaria di automobili esposta verso Veneto Banca, ricevendo «in cambio» dei beni materiali messi poi all’asta. Il proprietario della Volkswagen potrebbe perciò aver acquisito la vettura a condizioni particolarmente vantaggiose al punto da ritenere l’affare concluso una specie di «risarcimento». Sempre che i 22.000 euro pagati, come da visura Aci, siano da ritenere un buon affare.
di Silvia Madiotto e Gianni Favero dal Corriere del Veneto