Luca Zaia, presidente del Veneto autoproclamatosi suo governatore, durante l’emergenza Coronavirus ha dimostrato di sicuro una cosa: lui ha le idee chiare e ferme.
Se prima se l’è presa con i cinesi mangia topi, per poi neanche scusarsi con convinzione; se poi ha citato una falsa poesia del 200 a conferma della sua strategia, per poi, forse, “picchiare” il suo suggeritore, il Beltotto da sempre alla sua corte con un passaggio anche per quella dello stimato ex governatore della BPVi, Zonin; se prima ha chiesto la zona rossa, poi si è lamentato delle tre istituite in Veneto; se prima pendeva dalle labbra del suo dg della sanità Mantoan, che cicchettava chi usava i tamponi, e ora i tamponi vuole farli pure ai piccioni di piazza S. Marco; se prima vuole la ripresa dell’attività delle aziende, ma poi valuta i pericoli delle librerie aperte perché pare che Salvini gli abbia chiesto a cosa servano i libri se al Papeete non c’erano…
Beh se tutto questo e altro ancora (come le scuole da aprire a fine febbraio per volere della sua perspicace assessora Donazzan ma poi tenute chiuse forse per lo stesso motivo delle librerie) documenta la mano ferma di Zaia, ebbene la sua estensione della zona di passeggio a 201, 202, 203 metri da casa, salvo poi cominciare già oggi a pentirsene per l’eccesso di auto viste nei parcheggi di Padova, rende più graffiante la vignetta con ponte degli Angeli a Vicenza di Mauro Maruzzo, che, pure, non l’ha disegnata, solo, per lui.
Il disegno, tutto rigorosamente a mano, è, comunque, bello, ma già immaginiamo che farà, amaramente, sorridere alcuni e inferocire altri: magari quelli che non sanno ridere di se stessi perché amano leggere solo encomi che, è la storia, prima o poi diventano epitaffi o, peggio, mediatici, preconfezionati “coccodrilli”.