Il Mose della vergogna

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Mose
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Il 40% dei Paesi Bassi – scrive Ciro Asproso di Coalizione Civica per Vicenza – si trova al di sotto del livello del mare, la città di Rotterdam è addirittura sei metri sotto, e storicamente essa ha sempre dovuto difendersi sia dalle maree che dalle alluvioni. Ma una ventina di anni fa l’Amministrazione comunale iniziò ad elaborare una strategia di adattamento per convivere pacificamente con l’acqua.

Oggi Rotterdam è considerata un modello di resilienza di fronte ai cambiamenti climatici, grazie alla naturalizzazione degli ambienti fluviali, alla capacità di stoccaggio dell’acqua piovana e naturalmente in virtù della “Maeslantkering” un’opera di ingegneria civile, ambientale e idraulica che difende il sud dell’Olanda dall’innalzamento del mare.

Per decidere quale fosse la migliore soluzione al problema dell’acqua alta furono visionati numerosi progetti e su ognuno di questi vennero chiamati ad esprimersi i cittadini; tutte le proposte scartate sono ora visionabili in una apposita Sala delle esposizioni che accoglie anche il progetto di paratie mobili meglio noto col nome MOSE.

La storia del Mose di Venezia ha inizio all’indomani della grande alluvione del 1966, durante la quale tutti i centri abitati della laguna vennero sommersi da una marea di 194 cm. Nel corso degli anni abbiamo assistito ad una progressiva lievitazione dei costi stimati, dai 3.200 miliardi di Lire del 1989 si è passati ai 5 miliardi e mezzo di Euro del 2019 mentre l’inaugurazione, che era prevista per il 2016, è stata procrastinata al 2022. In compenso il MOSE si è dimostrata una grande “fabbrica” di corruzione e di malversazioni ai danni dello Stato, la quale chiama in causa non solo il ben noto “sistema Galan”, ma anche il pluri-governatore Zaia e tutti i sindaci che si sono succeduti con la sola eccezione di Cacciari che ha sempre denunciato l’inutilità dell’opera.

Ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia esistevano una serie di Magistrature con il compito di assicurare le opere di bonifica, di scavo, manutenzione e irreggimentazione delle acque. Tuttavia qualsiasi progetto veniva preventivamente sottoposto al parere dei Pescatori, che avendo una profonda conoscenza della Laguna erano anche in grado di suggerire le migliori soluzioni da adottare, esattamente come avviene oggi a Rotterdam.

Ma ahinoi, non nel Veneto che conosciamo, quello dei “schei”, dei capannoni, della cementificazione selvaggia e del falso mito dell’autonomia leghista.