A quattro anni dalla sua scomparsa, la città ricorda e omaggia Giancarlo Ligabue (1931-2015) nel giorno in cui è nato, nell’ormai lontano 1931: si è svolta oggi, infatti, la cerimonia di intitolazione del Museo di Storia Naturale di Venezia al noto esploratore, studioso e imprenditore veneziano, decisa lo scorso luglio dalla Giunta comunale, con l’approvazione di una delibera proposta dal sindaco Luigi Brugnaro.
Il simbolico svelamento della targa, a cui ha assistito un folto pubblico, è stato introdotto e preceduto dagli interventi di Maria Cristina Gribaudi e Gabriella Belli – presidente e direttore della Fondazione Musei Civici -, di Luca Mizzan, direttore del Museo, di Inti Ligabue e del primo cittadino. Inoltre, tra le numerose autorità presenti, c’erano gli assessori comunali Paola Mar, Simone Venturini e Michele Zuin, oltre che il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto.
“Abbiamo fortemente voluto questa intitolazione – ha spiegato Brugnaro – perché Giancarlo Liguabue è un simbolo di chi ha creduto nella città: vogliamo omaggiare la sua tenacia e sottolineare l’importanza di ricordare le persone che donano alla città, che si impegnano e lasciano tracce importanti. Sarebbe bello che fossero ricordate già in vita, in realtà. Come Giancarlo, sono tante anche oggi le persone generose che sperimentano a Venezia e che testimoniano come sia una città viva. In questo museo leggiamo il passato, ma per pensare al futuro. Non solo a Venezia, ma in tutta Italia siamo circondati da un’enorme ricchezza che abbiamo ereditato e di cui dobbiamo dimostrarci degni: non è detto infatti che continui sempre, si deve combattere per mantenerla. La figura di Giancarlo testimonierà per sempre che a Venezia questo si è fatto e si può continuare a fare”.
Il rapporto tra Giancarlo Ligabue e il Museo di Storia Naturale di Venezia inizia nella metà degli anni Settanta, in seguito ad una missione da lui organizzata nel deserto del Ténéré, nel Niger orientale, in collaborazione con Philippe Taquet, del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi (anch’egli presente oggi alla cerimonia). Tra i fossili più importanti del vasto giacimento c’è lo scheletro quasi completo di un Ouranosaurus nigeriensis, lungo oltre sette metri, che Ligabue decide di donare alla città, assieme ad altri fossili e ad uno scheletro di coccodrillo Sarcosuchus imperator, la specie più grande mai esistita. Gli straordinari reperti vengono trasportati a Venezia ed esposti al pubblico nel 1975 ed è grazie ad essi che ha il via il rilancio del museo, che oggi arriva ad attrarre 80mila visitatori all’anno, in prevalenza veneziani e del territorio metropolitano e, soprattuto, bambini.
Dopo il ri-allestimento del 2010-2011, la prima sala è stata dedicata proprio alla spedizione nel deserto del Ténéré e nella sezione dedicata agli “Esploratori veneziani, racconti di viaggi, ricerche e spedizioni”, la figure di Giancarlo è ricordata in un’apposita stanza, accanto a grandi protagonisti delle ricerche di fine Ottocento-inizi Novecento, come Giovanni Miani e Giuseppe de Reali. Un ringraziamento commosso per questi riconoscimenti è venuto da Inti Ligabue, che ha sottolineato come l’intitolazione sia un “Omaggio imperituro, tanto quanto imperiture sono le donazioni e l’amore di Giancarlo per Venezia. Sono grato a una città che sa riconoscere e apprezzare il suo impegno civico e culturale, che è durato più di quarant’anni”.