Il più importante leader dell’opposizione russa, Alexei Navalny, è stato processato con l’accusa di estremismo, fatto che potrebbe estendere di decenni le pene detentive che gli sono già state inflitte. Infatti, Navalny sta già scontando condanne per un totale di oltre dieci anni per accuse ampiamente considerate come inventate, che rappresenterebbero una mera punizione politica.
Nel nuovo caso, è accusato di essere a capo di un gruppo estremista – la sua Fondazione anticorruzione – che ha lottato contro le frodi e i furti dei funzionari russi fino a quando non è stata mandata in bancarotta da cause intentate da alleati del presidente Vladimir Putin.
Il processo si è svolto in una stanza della colonia penale numero 6 nella regione di Vladimir: ai media e persino ai genitori di Navalny è stato impedito di assistere. In aula è successo questo: la qualità del suono era così scarsa e il giudice Andrei Suvorov parlava così a bassa voce che i media indipendenti russi che coprivano l’evento da remoto tramite video in una stanza separata della prigione non riuscivano a sentire quasi nulla, come ha riferito Mediazona.
Alcuni giornalisti si sono avvicinati allo schermo video, sforzandosi di sentire ciò che veniva detto. Dopo appena 86 minuti di discussioni, il video si è spento all’improvviso senza spiegazioni: il procuratore Nadezhda Tikhonova ha chiesto la chiusura del processo ai media, sostenendo che c’era una minaccia alla sicurezza dei partecipanti, senza specificarne la natura.
Poco dopo, Vadim Polezhaev, portavoce del servizio stampa del Tribunale di Mosca, ha detto ai giornalisti di lasciare la prigione, annunciando che il giudice aveva chiuso il processo al pubblico.
Fonte: The Vision