Il Partito della Rifondazione Comunista ha commentato la richiesta della procura di Palermo di condannare Matteo Salvini a sei anni di carcere per sequestro di persona. La vicenda risale al 2019, quando l’allora ministro dell’Interno Salvini impedì l’attracco della nave umanitaria Open Arms, che aveva salvato 147 migranti nel Mediterraneo. Maurizio Acerbo, segretario del partito, e Stefano Galieni, responsabile immigrazione, hanno definito il reato grave, sottolineando come Salvini abbia messo a rischio la vita di persone vulnerabili, molte delle quali avevano già subito gravi sofferenze nei campi di detenzione in Libia.
I rappresentanti del partito hanno criticato aspramente le giustificazioni di Salvini, il quale ha affermato di aver difeso i confini nazionali e di essere pronto a ripetere le stesse azioni. Hanno inoltre condannato le politiche migratorie del governo attuale, in particolare i decreti Cutro e Piantedosi, che secondo loro rendono più difficile l’operato delle navi umanitarie e aggravano le sofferenze dei richiedenti asilo.
Acerbo e Galieni hanno definito “scandalosa” la difesa del governo nei confronti di Salvini, ora ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, sostenendo che non sia degno di ricoprire una carica pubblica in un Paese che si basa sulla Costituzione. Hanno quindi invocato le dimissioni immediate di Salvini e di altri ministri, affermando che il loro operato rappresenta una prova della natura reazionaria e antipopolare dell’attuale governo.