Nell’albo d’oro della Società del Quartetto di Vicenza costellato di grandi pianisti del Novecento e di questi primi anni Duemila, mancava il nome di Richard Goode. È una lacuna che verrà colmata giovedì 24 marzo quando il settantanovenne pianista newyorkese farà il suo debutto al Teatro Comunale di Vicenza con un recital che mette in fila quattro grandi autori come Schumann, Schubert, Bartók e Beethoven.
Nato e cresciuto nell’East Bronx, Goode ha ricevuto un’istruzione musicale decisamente europea senza tuttavia mai muoversi da New York. La sua prima insegnante, vicina di casa, è Elvira Szigeti (zia di Joseph, il mitico violinista ungherese). Poi nel corso degli anni segue gli insegnamenti del tedesco Claude Frank, del polacco Mieczslaw Horszowski, della lituana Nadia Reisenberg, del berlinese Karl Ulrich Schnabel e infine dell’ebreo-russo Rudolf Serkin: tutti musicisti di primissimo piano che contribuiscono in maniera determinante alla sua solida formazione artistica. Personaggio schivo e introspettivo, forse proprio per questo Goode si avvicina ai concerti da solista grazie all’incoraggiamento di Leonard Bernstein e solo dopo aver frequentato per decenni il repertorio cameristico. Quando fa il suo trionfale debutto in recital alla Carnegie Hall ha la bellezza di 47 anni. Da lì inizia la seconda parte del suo percorso artistico che l’ha portato ad essere oggi uno dei più amati interpreti al mondo del grande repertorio classico e romantico.
Nel frattempo, tuttavia, Goode si era fatto apprezzare per le sue incisioni discografiche – una trentina, quasi tutte per l’etichetta Nonesuch – che gli sono valse vari premi e riconoscimenti, fra i quali alcune nomination ai Grammy Awards, come nel caso dell’integrale delle Sonate di Beethoven (negli anni Ottanta è stato il primo pianista americano ad aver inciso le 32 Sonate) e dei cinque Concerti di Mozart registrati con la Budapest Festival Orchestra di Iván Fischer. Nelle ultime stagioni il pianista americano ha proposto a New York, Londra e Berlino le ultime tre Sonate di Beethoven in un unico programma, è stato fra i protagonisti del Mostly Mozart Festival e si è esibito a fianco di orchestre come la New York Philharmonic, la Chicago Symphony, la Los Angeles Philharmonic la BBC Philharmonic e la London Symphony.
Richard Goode è anche uno stimato docente – le sue masterclass sono seguitissime sia negli Stati Uniti che in Europa – è stato per anni fra gli animatori del Marlboro Music School and Festival e dal 1967 è un testimonial dei pianoforti Steinway.
Per il suo debutto di giovedì a Vicenza il pianista newyorkese ha scelto un poker di autori che gli sono particolarmente cari, a partire dal binomio Schumann-Schubert proposto nella prima parte del programma. Del primo saranno esegui i 12 Papillons ispirati a un romanzo di Jean Paul Richter, scrittore tedesco che portò agli estremi le forme della novella romantica. Di Schubert la Sonata in La minore Op. 42, di notevole impegno costruttivo, conosciuta anche come “Première Grande Sonate”. La seconda parte del recital del maestro Goode si concentra dapprima sui 15 Canti contadini ungheresi di Béla Bartók e infine approda alla Sonata in La maggiore Op. 101 di Beethoven, porta d’ingresso all’ultima sublime fase del pianismo beethoveniano.
I biglietti – da 10 a 22 Euro – sono in vendita presso la sede della Società del Quartetto (0444 543729 – info@quartettovicenza.org), la biglietteria del Teatro Comunale (0444 324442) e online sul sito www.tcvi.it