Su cortese invito della responsabile Consap delle relazioni esterne il 15 marzo ho preso parte con i colleghi Elena Mancuso della Direzione Nazionale Adusbef e Anna Maria Patisso della stessa associazione all’incontro organizzato da Consap proprio sul tema richiamato dal titolo di quest’articolo, lo stato dell’arte del FIR.
Buona l’organizzazione su piattaforma che ha consentito la partecipazione di tutte o quasi tutte le associazioni dei consumatori, l’incontro si teneva a distanza dato il periodo difficile che tutti stiamo vivendo.
Quindi per cominciare un ringraziamento a Consap per quest’incontro, al quale se ho ben compreso ne seguiranno altri a breve distanza per fare il punto della situazione.
Ma, e qui viene il bello, a che punto siamo? Se non ricordo male gli ultimi provvedimenti del precedente esecutivo hanno consentito di pagare in prima battuta il 40 per cento del 30 per cento dell’indennizzo, poi innalzato al 100 per cento, sempre del 30 per cento sia chiaro.
A tali disposti normativi Consap si è adeguata adottando provvedimenti conseguenti.
Oggi Consap ha liquidato 45,5 milioni di euro, di cui 31 milioni a titolo di acconto e 10,6 a rimborso integrale dell’istanza presentata.
Chi sono i fortunati? Presto detto solo coloro che hanno presentato istanza nel 2019, perché le istanze sottoposte alla Commissione sono quelle del 2019, che non le ha ancora esaurite.
Qualcuno festeggerà, com’è ovvio, altri un po’ meno, va detto però che la piattaforma inizialmente ha subito aggiustamenti e i quesiti, i dubbi, erano moltissimi, i colleghi delle associazioni ricorderanno che il portale inizialmente era una sorta di cantiere a cielo aperto e che tradurre in termini operativi le norme di legge ha imposto un lavoro interpretativo non da poco.
Altro dato, le Istanze autorizzate al pagamento dalla Commissione sono 25.000, le altre dove sono finite vi chiederete?
Anche qui è presto detto: ben 75.000 sono in attesa di integrazioni documentali, una cifra non da poco, significa che molte istanze non sono complete, quindi allo stato non autorizzabili dalla Commissione.
Per non dire del fatto che alcuni esponenti di associazione hanno fatto presente che le richieste di integrazione finiscono a volte nella c.d. Spam, non nell’indirizzo di posta o casella mail principale, con il risultato che il consumatore non le vede subito, o potrebbe non vederle affatto
Il rischio è che nel frattempo passino i sessanta giorni previsti e concessi dalla legge per l’integrazione, per non dire dei quattordici giorni oggi concessi in via definitiva per rimediare.
Comunque sta di fatto che molte sono le domande sospese, forse era il caso di consentire a queste persone di poter beneficiare di un’assistenza qualificata?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Ma i conti non tornano: certo ! mancano all’appello 19.000 domande e forse altre 4900.
Di queste cosa sappiamo? Ad oggi che ben 19.000 domande devono passare il vaglio del c.d decreto patrimonio che fissa i paletti per accedere al fondo nel caso si superino i requisiti reddituali.
Ovvio che la Commissione non può neppure cominciare ad esaminarle senza il necessario disposto di legge.
Su quest’aspetto L’On.le Zanettin di Forza Italia era già intervenuto a più riprese e da tempo, non è una novità, oggi molti reclamavano a gran voce quel decreto ma non si è scoperto proprio un bel niente, il buco normativo c’è eccome, ne avevo parlato tempo fa su Vicenza Più, ma si sa che i tecnicismi non piacciono.
Le altre 4900 domande vi chiederete? Bhe dovevano essere bocciate ! come mai direte?
Semplice qualcuno non ha fatto ad arte la dichiarazione dei redditi ed è incappato nei controlli dell’Agenzia delle entrate che ha rispedito al mittente.
Ma chi l’avrebbe mai detto che ci dovesse essere bisogno di un fiscalista? Doveva essere tutto molto semplice, veloce, immediato…..
La Consap però verificherà se alla luce del Decreto patrimonio possono rientrare.
E quindi in totale le domande ferme in attesa di questo decreto sono ad oggi 23900.
Il quadro è confuso ne convengo, molti hanno chiesto se la disamina ha una sorta di programmazione, insomma quel piano di riparto previsto dalla legge che fine ha fatto? Hanno reclamato alcuni.
La risposta è stata negativa, al momento non c’è un piano di riparto.
E allora come si procede? ma soprattutto ciò che avanza ( se avanza qualcosa ) come verrà redistribuito?
La risposta è che la Commissione sul punto si rivolgerà al MEF per istruzioni.
A nulla sono valse le varie rimostranze secondo le quali la legge prevede la redistribuzione agli istanti.
Direte: ma insomma tutta questa burocrazia, per l’amor del Cielo diamoci un taglio ! come ha suggerito qualcuno, basta !
Non vorrei fare come sempre il bastian contrario e andare in controtendenza, ma secondo voi chi disegna la road map di una legge con decreti e circolari applicative? I Burocrati?
Certo che no, è sempre chi la scrive.
Avv. Fulvio Cavallari
Presidente Adusbef Veneto
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