Il Segretario del Partito democratico Enrico Letta ha tenuto in Senato una conferenza stampa per annunciare l’intenzione di ripresentare il ddl Zan nella Camera Alta del Parlamento. Insieme a Letta erano presenti i parlamentari Alessandro Zan, Monica Cirinnà e Simona Malpezzi. Il disegno di legge contro i reati di omotransfobia e discriminazione sarà depositato in Senato con la prima firma della capogruppo del Pd Simona Malpezzi.
Da ammissione di tutti i presenti alla conferenza stampa di mercoledì, quella che Letta ha definito “una battaglia mai abbandonata” si presenta però come un iter in salita. Il ddl sarà infatti presentato identico a quello affossato sei mesi fa dal voto dei partiti di destra e dei franchi tiratori interni ai partiti progressisti. L’iter del disegno di legge ricomincia ora da capo: passando prima per l’approvazione in Commissione e poi in aula in entrambi i rami del Parlamento.
L’attesa di sei mesi è dovuta all’articolo 76 del Senato, per cui «non possono essere assegnati alle competenti Commissioni disegni di legge che riproducano sostanzialmente il contenuto di disegni di legge precedentemente respinti, se non siano trascorsi sei mesi dalla data della reiezione». Il ddl Zan, se approvato, interverrebbe su due articoli del codice penale per ampliare la cosiddetta “legge Mancino”, inserendo accanto alle già previste discriminazioni per razza, etnia e religione anche le discriminazioni per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.
Fonte The Vision