Pro e contro Israele, il sabato movimentato davanti alla Fiera di Vicenza raccontato dal cittadino “israeliano” Enrico Richetti

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Mattina movimentata, sabato 22 settembre, davanti alla Fiera di Vicenza. Il BDS, movimento per il boicottaggio e la distruzione dello Stato d?Israele (in realtà era il “Comitato vicentino per la liberazione dei prigionieri palestinesi” qui nostro articolo ndr) aveva organizzato un presidio. Tra gli aderenti c?era il movimento Pax Christi. Ora, visto che Gesù perdonava ladri, adultere, prostitute e ubriaconi ma non sopportava gli ipocriti, credo che non avrebbe tollerato un movimento che farebbe meglio a chiamarsi ?beati i seminatori di odio?, così, per evitare ipocrisie.

I Bds non protestavano contro il governo d?Israele che non era rappresentato, ma contro la presenza di espositori israeliani. E poiché dire ?Juden Raus? suona male, preferiscono ?Israeli Raus?. Così, per non ripeterete il ?Kauft nicht bei Juden?, ?non comprare dagli ebrei?, preferiscono il ?Kauft nicht bei Israeli?.

Non vogliono che Israele si ritiri dai Territori, vogliono che sparisca dalla faccia della terra, lo mostravano nelle loro cartine geografiche. Non protestavano contro l?occupazione illegale di terre altrui, infatti che la Cina esponga la propria merce pur occupando da 60 anni il Tibet, che lo faccia la Turchia pur occupando dal 1974 una parte di Cipro, li lascia indifferenti.

Non amano i diritti umani, per questo della barbarie di regimi feroci come l?Iran e l?Arabia Saudita non si preoccupano. Non amano neppure i palestinesi. In Siria durante la guerra i palestinesi sono stati intrappolati nei campi, senza la possibilità di fuggire, e sono stati massacrati nei bombardamenti. In Libano gli stranieri possono acquistare immobili e avviare attività economiche, i palestinesi no, ma i BDS se ne fregano di queste leggi razziali in salsa araba.

Odiano Israele perché, con tutti i suoi difetti, è una democrazia liberale, ed è lo Stato ebraico. Odiano la democrazia, la libertà, il popolo ebraico, ma a differenza dei nazisti bruni non hanno l?onestà di dichiararlo.

Sono andato con Paola Farina e, preavvertito il giornalista Francesco Brasco, abbiamo indossato la bandiera d?Israele. La polizia ci ha chiesto di allontanarci e ci ha chiesto i documenti. Il nostro non era un presidio senza autorizzazione, non era una manifestazione, eravamo due persone che circolavano con la bandiera d’Israele per protestare contro un presidio osceno, che costituisce un?istigazione all?odio etnico, presidio vergognosamente autorizzato dal Questore di Vicenza, che dovrebbe ora esporsi, e recitare il ?mea culpa?, a 80 anni dalle leggi razziali. Ma io rispetto la polizia e ho obbedito.

Il gruppo di ?beati i seminatori di odio? ha intonato ?Palestina libera! Palestina libera!?. A quel punto, allontanandomi lentamente, ho intonato a squarciagola, ovviamente in ebraico, l?inno nazionale d?Israele, ?HaTikwà?, ?La speranza?, saltando per brevità una mezza frase, che indico tra parentesi, nella traduzione integrale che qui riporto. 

?Fino a che nell?intimo del cuore

l?anima di un ebreo arda,

(e alle spiagge d?oriente, in avanti

un occhio guardi a Sion),

ancora non è persa la nostra speranza,

speranza bimillenaria,

di essere un popolo libero,

nella nostra terra,

Terra di Sion, Gerusalemme?

Alla faccia dei nazisti bruni, neri o rossi, Israele vive.

Shalom a tutti.

di Enrico Richetti