L’emendamento ribattezzato “Salva Sicilia” è stato approvato dalla Commissione Bilancio della Camera presieduta da Giuseppe Mangialavori di Forza Italia.
Con esso, la Regione Sicilia viene autorizzata a ripianare in quote costanti il disavanzo 2018 di 866 milioni contestato dalla Corte dei Conti e le relative quote di disavanzo non recuperate alla data del 31 dicembre 2022. Lo farà in dieci anni, a partire dall’esercizio 2023, anziché in tre.
La norma, entrata così nel maxiemendamento alla legge di Stabilità nazionale, viene commentata con toni stizziti da alcuni esponenti della Lega in Veneto.
“Il Veneto ha approvato il bilancio in soli tre giorni – dice il Consigliere regionale Fabrizio Boron -. La Sicilia, invece, per ripagare i propri debiti, è costretta a chiedere l’aiuto a Roma. Già il Paese è spaccato in due, tra chi chiede l’Autonomia rispettando le regole e chi l’autonomia già ce l’ha e non la sa usare: la solidarietà è doverosa per chi si trova in difficoltà, ma avere l’Autonomia senza essere in grado di usarla e produrre debiti a carico di tutti, è palese dimostrazione di mancanza di responsabilità. E alla fine il conto finisce per essere pagato da tutti i cittadini.
Non è chiaro se il ministro Musumeci – prosegue il leghista Boron – sia un fiero avversario dell’Autonomia del Veneto perché l’atteggiamento dimostrerebbe come si gestisce bene una Regione, nel nostro caso il Veneto, o perché l’Autonomia siciliana si dimostra inefficiente e quindi va tolta. Se il modello di amministrazione della cosa pubblica è quello siciliano, l’Italia avrebbe già dichiarato default almeno una decina di volte”.
Dello stesso tono anche una nota diffusa dai consiglieri del gruppo Lega-Liga Veneta Gabriele Michieletto e Roberta Vianello: “Dopo il Santo Natale e la seconda rata dell’IMU, il calendario di dicembre prevede un appuntamento ormai immancabile: il solito provvedimento salva-qualcuno che non è in grado di gestire le proprie risorse.
Quest’anno Babbo Natale, che per l’occasione si è trasferito dalla Finlandia a Roma, porta i suoi doni alla Regione Sicilia: che è autonoma più delle altre, ma che non sa che farsene dell’Autonomia, perché non è in grado di gestire da sé le proprie risorse.
La notizia dell’approvazione a Roma dell’emendamento Salva Sicilia. Babbo Natale ha portato a Palermo un bello spalma debito. Ovvero un debito di quasi un miliardo di euro che permetterà alla Regione Sicilia di spalmare i propri debiti. Noi Veneti, che i nostri soldi veneti li sappiamo gestire bene, non riusciamo a spiegarci come si possa creare un buco del genere sulle spalle dei cittadini: un mistero. Perché noi in Veneto i soldi dei Veneti li sappiamo gestire e rendicontare bene.
La Sicilia – sottolineano i due consiglieri di Lega-LV – spende cifre da cinque a dieci volte superiori a quelle destinate a regioni simili, e nonostante questo, continua con il vizietto di aggiungere miliardi a fine anno grazie all’aiutino da Roma.
Cambiano i colori, ma le cattive abitudini persistono. E per questo l’unica cosa certa è che fino a quando il Veneto non avrà una vera Autonomia, nella quale chi sbaglia risponde delle proprie responsabilità, ogni dodici mesi saremo ancora qui a commentare l’ennesimo regalo romano per il solito emendamento salva-qualcuno che non sa gestire il denaro pubblico. Perché chiedere aiuto a Roma è più facile che arrangiarsi e gestirsi in autonomia”.