Il sindaco Luigi Brugnaro è intervenuto questo pomeriggio al Museo M9 alla presentazione di “Quattro Venezie per un Nordest”, primo volume della collana “Rapporto su Venezia Civitas Metropolitana” edita da Marsilio. Il libro è il primo frutto di una ricerca triennale coordinata dal professor Paolo Costa assieme alla Fondazione di Venezia, agli Atenei veneziani e ad altri Enti di ricerca accreditati.
Nello studio, presentato dallo stesso Costa, si documenta l’evoluzione dal secondo dopoguerra a oggi dell’economia e del sistema urbano e metropolitano (esteso a Padova e Treviso) di cui Venezia fa parte e se ne esplorano le potenzialità di sviluppo, anche tenendo presenti numeri e prospettive del settore turistico. Alla valutazione delle potenzialità di sviluppo non turistiche, materiali e immateriali, saranno dedicati invece due ulteriori volumi risultato della ricerca ancora in essere.
Durante la presentazione, aperta dai saluti del presidente della Fondazione di Venezia, Giampietro Brunello, il primo cittadino ha dialogato con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella grazie anche alle domande e alle “sollecitazioni” del caporedattore del quotidiano Il Gazzettino, Davide Scalzotto, e del direttore del Corriere del Veneto, Alessandro Russello.
“Dal rapporto emerge un’idea forte di Città metropolitana, legata alle tendenze di sviluppo dei territori – ha dichiarato il sindaco – Sono trend mondiali che non possono essere invertiti. Si è parlato molto durante la presentazione del report del ruolo del turismo nella nostra economia, ma al suo fianco c’è una manifettura che garantisce, soprattutto grazie a Porto Marghera, duemila posti di lavoro in più negli ultimi anni. Sono segnali positivi. In più il Porto ci mette in connessione con il mondo dal punto di vista commerciale. Credo che la Città metropolitana costituisca certamente il futuro di Venezia, poi discuteremo sulle zonizzazioni e su ‘chi fa cosa’, ma la prospettiva è questa. A suo tempo Gianni De Michelis coniò il termine PaTreVe, io dico che aveva ragione su tutto meno che sul nome. Questa città metropolitana ‘allargata’ dovrebbe chiamarsi semplicemente ‘Venezia’, nome conosciuto nel mondo. Di certo la prospettiva metropolitana è l’unica che può farci competere a livello globale”.
Sui problemi determinati dalla pressione turistica sul centro storico il primo cittadino ha sottolineato come “lo spopolamento sia una tendenza che patiscono anche gli altri centri storici. Firenze per esempio lo sta subendo a una velocità superiore, con la differenza che il fenomeno è meno visibile per la conformazione della città”. “Secondo i dati degli uffici comunali – ha continuato – a Venezia il numero di chi decide di spostare la residenza dal centro storico è pari a chi invece viene a vivere in laguna. A cambiare lo scenario, rompendo l’equilibrio, sono i decessi. Di certo, però, servono delle limitazioni a chi affitta alloggi a turisti. Limitazioni che devono essere indicati da una legge, nazionale o regionale che sia, e che potranno riguardare per esempio un numero massimo di giorni l’anno per effettuare attività turistica, o, in alternativa, l’acquisizione di licenze solo per un massimo di posti letto. In questo modo molti immobili tornerebbero sul mercato per la residenza ‘normale’, rendendo di nuovo attrattivo il centro storico per la residenza. L’Amministrazione ha fatto il suo, decidendo di ristrutturare tutti gli alloggi pubblici per poi metterli a disposizione dei cittadini. Avremmo potuto anche decidere di venderne qualcuno per aiutare il bilancio, ma non l’abbiamo fatto. In più il Consiglio comunale ha rimosso l’automatismo, che si perpetuava da decenni, per cui chiunque avrebbe potuto trasformare il proprio immobile in una struttura ricettiva”.
Il dibattito ha riguardato anche le prospettive di sviluppo del centro storico: “Dobbiamo puntare sull’economia del mare, sulla cantieristica navale e sulla diportistica – ha affermato Brugnaro – per questo abbiamo organizzato (finanziandolo per altre due edizioni) il Salone Nautico. L’acqua sarà il petrolio del futuro, e mi stupisce che l’Onu non abbia pensato proprio a un’Agenzia internazionale per l’acqua, il governo potrebbe candidare Venezia come sua sede internazionale. Ma tutto il ragionamento – ha concluso – deve considerare anche la terraferma: in questo momento in città ci sono aperti 365 milioni di euro di cantieri pubblici, che costituiscono volàno per investimenti privati per 1 miliardo di euro. Lavoro per tutti. La città si è messa in moto – ha concluso – e non può che crescere se penserà a se stessa in una dimensione metropolitana”.
La presentazione del volume “Quattro Venezie per un Nordest” rientra nel programma del “Festival delle Idee. ’900 il grande secolo delle innovazioni”, organizzato da Fondazione di Venezia, da M9 e dall’associazione Il futuro delle idee, con il sostegno della Regione del Veneto e il patrocinio del Comune di Venezia.