Pubblicato il 17 giugno alle 3.26, aggiornato 18 alle 20.16. Il sindaco precedente, Achille Variati, ha sempre detto che considerava un dovere degli amministratori da lui nominati in società ed enti, specialmente i più freschi di nomina o di conferma sul filo di lana di fine mandato, rimettere il mandato fiduciario nella mani del nuovio sindaco. Che fosse quello da lui atteso, Otello Dalla Rosa, o quello scelto dal popolo sovrano, Francesco Rucco, non dovrebbe fare la differenza per la “parola” data a lui dagli amministratori al momento delle loro nomine e, tramite, lui girata al sindaco pro tempore attuale.
Ci attendiamo che abbiamo tutti già adempiuto al loro dovere etico-politico a partire da Angelo Guzzo, presidente di una intricatissima governance di Viacqua (fatta apposta per tutelarlo?) e storico tessitore del Pd non solo locale, per il quale si era decisamente speso nelle ultime primarie per Giacomo Possamai, e vicino, con doti da abile navigatore, da noi in passato… evidenziate, in mari apparentemente diversi, al mondo di mezzo intorno agli interessi ben radicati nel “vecchio” sistema vicentino.
Abbiamo dei dubbi su loro atti spontanei ma siamo sicuri che Variati saprà far valere la sua parola anche per l’ex assessore al bilancio Michela Cavalieri, appena nominata membro del Cda di Ieg di Rimini (la società in cui la ex Fiera di Vicenza, ora Vicenza Holding, conta come il 2 di picche) e per il ri-designato vice presidente senza deleghe Matteo Marzotto, mantenuto già a capo di Fiera di Vicenza pur essendo stato condannato (noi fummo tra i pochi ad evidenziarlo) a 10 mesi, sia pure in primo grado, per gravi reati fiscali (tutti gli altri coinvolti, della famiglia e non, nell’estero vestizione della vendita di Valentino Fashion Group, da lui presieduta e di cui era socio, hanno patteggiato un “versamento” di 59 milioni di euro sui 71 totali di evasione quantizzati dalla GdF). Tra l’altro Marzotto è stato capace di risultare subito inviso al presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, azzerando così ogni sua possibile influenza su Rimini pro Vicenza pur essendo stato lui l’ideatore, insieme all’ex sindaco ed ex presidente della provincia di Vicenza con la comoda “spalla” del presidente della CCIAA di Vicenza, Paolo Mariani, dell’operazione di svendita a favore di Rimini della Fiera dopo averla caricata di un indebitamento insostenibile di 40 milioni di euro con la Banca Popolare di Vicenza, di cui il rampollo della famiglia valdagnese, ops, era membro del cda.
Siamo anche confidenti che abbia già rassegnato le dovute dimissioni
Umberto Lago, amministratore unico di
Aim Vicenza, tra l’altro impantanato in incroci di incarichi passati e presenti tra Vicenza (fu prima di Cavalieri assessore al bilancio e proprio alle aziende… partecipate) e Rimini (fu Amministratore Unico di
Rimini Holding, la Holding del Comune di Rimini), che
solo noi rendemmo pubblici a Vicenza. Facendo non servilmente il nostro lavoro ci siamo, così, guadagnati dal professor Lago un appellativo meschino ma soprattutto indegno del ruolo che ora dovrebbe lasciare. Appellativo pronunciato, in pubblico ma in nostra assenza, il giorno della presentazione di Rucco da parte di
Luca Zaia non cancellato dalle sue scuse scritte tardive in cui usa anche un “tu” che non ci sembra di avergli mai né chiesto né tantomeno concesso: «
Caro Coviello, so che ti sei risentito per il contenuto di una conversazione – privata e scherzosa – tra il sottoscritto e l’amico M. G. nella quale, tra l’altro, abbiamo fatto il tuo nome. Sappi che tale conversazione era appunto scherzosa e se qualche contenuto della stessa, così come ti è stato riferito, ha in qualche modo urtato la tua sensibilità, me ne dispiaccio e mi scuso. Si stava solo scherzando tra amici, niente di più». Valutate voi “lo scherzo” pubblico di un amministratore del gruppo pubblico più importante di Vicenza tanto più che Lago, di cui abbiamo solo raccontato ai vicentini i suoi molteplici ruoli in due citta che si sono “incrociate”, ha avuto un predecessore di ben altro stile,
Paolo Colla, che mai è sceso al suo livello anche quando fu da noi criticato per certe scelte aziendali.
Se Guzzo, Cavalieri, Marzotto, Lago e gli altri prescelti da Variati in ruoli pubblici avranno fatto quanto doveroso anche secondo il loro “desognatore”, sta al neo sindaco Francesco Rucco, che con la sua vittoria, ha ottenuto un mandato di “cambiamento”, accettare le dimissioni (o sollecitarle nel caso contrario) per dare il segno concreto del cambiamento a partire dalle aziende partecipate chiave del sistema che la maggioranza dei vicentini hanno deciso di volersi lasciare alle spalle dando il suo consenso a chi si è impegnato a realizzarlo.
Se a dare continuità alla gestione aziendale ci penseranno i manager che risponderanno a nuovi amministratori che incarnino le nuove linee di governo della città, un atto il neo sindaco deve compierlo autonomamente da subito.
Francesco Rucco deve indicare al presidente dell’attuale cda della
Fondazione Roi,
Ilvo Diamanti, il nome effettivo del direttore pro tempore dei
Musei Civici, la dirigente
Loretta Simoni, che per statuto deve entare in quel cda al posto di
Giovanni Carlo Federico Villa, che da anni, “regnante” in Roi
Gianni Zonin, ne rende anti statutaria la composizione visto che il vecchio sistema di governo lo ha definito direttore scientifico e, poi, onorario pur di nascondere, a chi non vuol vedere e grazie al “marchingegno” ideato da
Jacopo Bulgarini d’Elci, l’illiceità della sua presenza nel cda della
fondazione demolita dalle gestioni targate Zonin e su cui Diamanti & c. non hanno fatto chiarezza (nella foto da sinistra Villa, Variati e Bulgrini).
SE Villa, tra l’altro, è indagato dalla magistratura locale ed è stato sottoposto a “censura” ufficiale dalla stessa Università di Bergamo da cui dipende su nostra segnalazione di suoi comportamenti non regolamentari, che sia indispensabile la sua rimozione immediata e l’ingresso in cda del vero direttore pro tempore dei Musei Civici è quanto sta avvenendo in Roi.
Scomparsa la BPVi, che per statuto ne nominava 3 membri nel cda con quarto appunto identificato nel direttore pro tempre dei Musei Civici vicentini alla cui cura il marchese Giuseppe Roi voleva si dedicasse ogni sua risorsa, l’attuale cda, con un membro, Villa, a farne parte non lecitamente, sta riscrivendo lo statuto per deciderne il futuro in cui la città, col direttore pro tempore in sua rappresentanza, non può non aver voce. Ma per averla la voce deve essere quella prevista dallo statuto e non quella inserita da vecchi interessi in un cda per cinque settimi a matrice Zonin.
Vicenza, caro signor sindaco, impoverita, come lei stesso ha denunciato in campagna elettorale, da un sistema di potere refrattario alla trasparenza e al been comune, riparta, quindi, proprio dal ripristino della legalità nella Roi e dal taglio netto col passaro in Viacqa, Aim, Ieg ecc.
Dopo che ha ben iniziato con la mobilità e con i primi passi a tutela dei soci della BPVi, ora tocca a lei fare dopo aver detto.
Noi ci siamo solo permessi di ricordare agli uomini di Variati gli impegni presi e a lei quelli, i primi, da mantenere.
Grazie.