Sulla questione del “ristoro” ai risparmiatori soci vittime della Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e delle 4 banche risolte prosegue la campagna dei media di sistema a favore su questo argomento del governo gialloverde, che pure, salvo rare eccezioni, criticano su ogni altra fronte. Chiedetevi perché ma, se può esservi utile per capire, vi ricordiamo (“Bankitalia aggiudica due appalti senza gara a Il Sole 24 Ore e a Il Corriere della Sera: tutto di sicuro, al solito, corretto ma i due quotidiani sono nell’orbita di Intesa Sanpaolo“) che la stragrande maggioranza di quei media, nazionali e locali, hanno proprietà che poco hanno a che vedere con l’editoria e, comunque, sono generosamente finanziate dalle banche, Intesa Sanpaolo in primis.
Se Il confindustriale Il Sole 24 Ore, ad esempio, al suo annuncio il 5 settembre, già esaltava l’emendamento con cui due parlamentari grillini chiedono il rinvio del decreto attuativo della legge 205, Il Corriere della Sera non gli era da meno e NordEst Economia, la sezione economica dei quotidiani Finegil (Repubblica – l’Espresso cioè De Benedetti – Elkan), che il 6, imitata oggi da Il Giornale di Vicenza, esultava già nel titolo così «Crac banche venete: entro anno rimborso a oltre 500 risparmiatori», oggi prosegue nel suo mantra dando voce a Massimo Bitonci.
Il leghista sottosegretario senza deleghe del MEF così come il suo collega pentastellato Alessio Villarosa, i due che più si spendono contro la 205 e il suo risolutivo decreto attuativo, oggi “detta” a Nord Est Economia questa dichiarazione: «Entro poche settimane 560 risparmiatori delle banche truffate riceveranno i primi ristori. Dalle parole ai fatti, abbiamo iniziato a fare sul serio. Grazie infatti ad un emendamento proposto dal Mef e inserito nel milleproroghe, i risparmiatori ai quali è stato accolto il ricorso dall’Arbitro per le controversie finanziarie della Consob potranno richiedere il rimborso in via immediata con un limite massimo del 30% e un tetto di 100.000 euro…».
Insomma per i gialloverdi del cambiamento, a parte il tragicomico refuso (premonitore?) per cui ad essere truffate sarebbero le banche, va bene rinviare al 31 gennaio 2019 l’attuazione, forse, del decreto attuativo della legge 205 approvata da tutti i partiti e movimenti il 27 dicembre 2017, promettere che in “entro poche settimane” qualche centinaio di risparmiatori delle banche TRUFFATI potranno chiedere (non ricevere) il 30% del dovuto fissato dal lodo dell’Acf, porre il limite di 100.000 euro (e chi alle azioni delle banche musìna alias salvadanaio ha affidato tutta la liquidazione, i risparmi di una vita di una famiglia o l’eredità?).
Sarà contento don Enrico Torta che proponeva dei rimborsi percentuali anche se per tutti ma, tranquilli amici dei soci truffati che avete rallentato l’emanazione del decreto e l’attivazione della legge che tanto criticavate perchè… non si è mai capito, Massimo Bitonci, in cui hanno riposto la loro massima fiducia Luigi Ugone, Andrea Arman e il loro prete benedicente, con un poderoso colpo di reni li “tradisce” tutti in un colpo con un poderoso colpo di reni: «In pochi mesi siamo riusciti a fare quello che il Pd ha solo millantato avendo a disposizione molto più tempo. Questo è solo l’inizio del processo di rimborsi. In legge di Bilancio infatti le nuove risorse permetteranno il ristoro di migliaia di truffati».
In effetti neanche il Pd era riuscito a promettere di dare l’elemosina solo a qualche migliaio di soci traditi invece che a gran parte dei 340.000 soci azzerati delle sei banche che contavano sul governo del cambiamento sponsorizzato dal Coordinamento Banche di don Enrico Torta, da Noi che credevamo nella BPVi e dalle orde di legali amici che sfruttano migliaia di soci portati a costituirsi inutilmente ma costosamente come parti civili nei processi in corso.
Ma questo è un altro argomento su cui che vi documenteremo a breve… così come stiamo facendo sugli interessi del sistema bancario e finanziario imperniato su Intesa Sanpaolo che telecomanda anche questo governo con i peones Bitonci e i Villarosa di turno per non far riconoscere il precedente che se le banche truffano i truffati devono essere ripagati…
Forse non vinceremo, da soli, questa guerra (non battaglia) visto che certi poteri sono immensi.
Un esempio? Gian Maria Gros-Pietro, ora presidente di Intesa Sanpaolo, (nella foto Messina e Gros-Pietro) era il presidente dell’Iri pubblica che di fatto regalò Autostrade per l’Italia ai Benetton che subito lo ingaggiarono come presidente proprio di Autostrade privatizzata.
Intrecci tra banche, capitalismo di relazione (di rendita?) e politica asservita, di qualunque colore essa sia, che non saremo noi a sconfiggere ma che, a differenza di Bitonci, Villarosa, don Torta, Ugone, Arman e tanti come loro, proviamo a raccontare ogni giorno ai lettori.
Loro sì, ma solo se informati e uniti, possono, anche se in tempi lunghi, dare una scrollata definitiva al “sistema”.
Cominciando a buttar via tutti i colori e tornando al bianco e nero del vero o falso.