Il “soffuso antisemitismo” di Vicenza: la città con le svastiche se ne accorge solo quando si riferisce a persone note come Liliana Segre

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Antisemitismo e svastica su un muro di Vicenza
Antisemitismo e svastica su un muro di Vicenza

Fa scalpore la scritta contro Liliana Segre, di chissà quanto tempo fa, vista casualmente da un passante alcuni giorni fa. Per me lo scalpore è ritrovarsi in una città che si accorge di queste scritte, e rispolvera l’antisemitismo, solo quando si riferiscono a Persona nota.

Le scritte contro gli ebrei o inneggianti al nazismo sui muri di Vicenza ci sono da sempre (Aliza, la moglie dell’ex Premier israeliano Ehud Olmert le fotografò a metà anni 2000, facemmo il giro della città…), solo che ogni tanto si grida alla sorpresa, soprattutto in questo caso; le scritte contro l’ebreo anonimo ma capostipite di una Famiglia non scandalizzano, sono rimosse nel silenzio.

Ristorante con scritte contro gli ebrei
Ristorante con scritte contro gli ebrei

Nel luglio del 2011 una scritta antisemita “Ristorate ebrei” e una stella di David apparvero sulla serranda dell’Osteria Dagli Omoni in contra’ San Pietro, in centro città. Sconfortato rimase il titolare dell’osteria, che non riusciva a spiegarsi il perché di quel gesto, infatti, non c’erano ebrei che andavano a pranzo o a cena da lui e il suo non era proprio un ristorante kosher! Da allora e sin da prima svastiche e Stelle di Davide sono graffiti prediletti sui muri della città, le ricordo sin da adolescente.

Le scritte antisemite nel vicentino, di matrice “skinhead” (la Digos riguardi gli archivi… e il trascorso di certi ragazzotti, oggi politici mai pentiti) fanno parte del “retaggio culturale” di molte persone, di norma sono scritte in nero. Una volta erano solo di matrice destroide, oggi lo sono anche sinistroide, prevalentemente di colore rosso.

Antisemitismo: cimitero ebraico in Franca con svastiche azzurre
Antisemitismo: cimitero ebraico in Franca con svastiche azzurre

Poi c’è l’antisemitismo di matrice islamista che spesso usa simboli destroidi, in Francia prediligono l’azzurro, ma in Europa si allargano ad altre varianti di colore. Oggi, spesso si interscambiano i colori ma solo per sviare le indagini, che l’antisemitismo sia rosso, nero o azzurro non ne cambia la radice, sempre antisemitismo è e rimane carta straccia negli archivi delle Forze dell’Ordine!

Purtroppo queste regole “di comportamento” sono sempre state accettate come modelli scabrosi a cui “attenersi”, e sottomettersi, tollerati e sottovalutati nei vari ambiti (morale, sociale, tecnico). Una schifezza che dal dopoguerra, a Vicenza, le persone di ogni amministrazione comunale, ogni comunità, ogni collettività, ogni istituzione hanno consentito. Nel linguaggio comune di provincia risalta l’antisemitismo dei radical chic di sinistra, che non perdono occasione per dire “tirchio come un ebreo”, non fare “l’ebrea”, “sei proprio un ebreo” e….

Euromedia, novembre 2019
Euromedia, novembre 2019

Parlo di persone laureate, spesso benestanti che tramandano di padre in figlio quest’odioso intercalare… che trovano la stessa condivisione ideologica in persone di destra becera, di posizione sociale inferiore e forse anche d’istruzione inferiore, ma la sostanza non cambia: si sentono lontani e diversi e non si accorgono di quanto sono vicini e uguali, l’uno e l’altro. Parlano dell’ebreo per conoscenza stereotipata, loro che gli ebrei non li hanno mai conosciuti, che non sanno quando Israele dà in beneficenza e supporto al mondo e non sanno nemmeno cosa sia la Tzedakà.

L’antisemitismo ha mille sfaccettature, dall’immagine antisemita del Medioevo al cyberspazio. I Comuni dovrebbero prendere contatto con Onlus e Organizzazioni di provata esperienza, senza fini di lucro, che promuovono dibattiti sul tema dell’antisemitismo e operare con incontri pubblici, evitando di cadere nella trappola dei venditori di soluzioni contro l’antisemitismo (uguali ai venditori della Shoà), perché non si può lucrare su un fatto grave qual è l’antisemitismo.

Un buon amministratore comunale deve essere in grado di trovare l’antidoto laddove è possibile ricercarlo “in serietà e in economia” e soprattutto senza lasciar passare il messaggio che con “l’antisemitismo si guadagna”, sarebbe un disastro! Il Comune è la casa di tutti e non una facoltà universitaria, dove è giusto pagare i docenti!

Si cominci a coinvolgere comitati studenteschi che spesso dimostrano grande confusione e impreparazione sul tema, noi abbiamo il dovere di traghettare i giovani, di fare un passo indietro e spingere loro in avanti, il futuro non è più nelle nostre mani. Dobbiamo penalizzare gli insegnati che promuovono messaggi antisemiti e sospendere dall’insegnamento quegli insegnanti che profondono la cultura dell’odio; oggi si penalizza di più a destra, ma non s’interviene a sufficienza a sinistra: sbagliato, entrambi colpevoli.

A Vicenza l’antisemitismo ha sempre vinto, ha vinto nel dopo guerra perché pochissimi degli ebrei vicentini sopravvissuti e rimasti in città, convertiti per fuggire alle leggi razziali, si sono poi riappropriati della loro identità. Gli ebrei vicentini che ora non esistono più hanno ripudiato una storia millenaria e rigettato le loro radici. Quelli che ci sono ora, con i quali ho cordiali rapporti, di vicentino non hanno nulla e fortunatamente non vogliono essere identificati come ebrei, ma riconosciuti come Uomini uguali ad altri Uomini.

Cimitero acattolico 2020: pietra lavatoio restaurata ma mal posizionata
Cimitero acattolico 2020: pietra lavatoio restaurata ma mal posizionata

La città ha perso anche tollerando una croce al cimitero ebraico, posata parecchi anni dalla sepoltura (ti senti ebreo o ti senti cattolico?), quasi a voler significare il distacco di una religione dall’altra e voltando le spalle allo sfregio (qui colpevolizzo ebrei e cattolici, io esclusa perché sono stata una combattente in questa causa)!

E quando, come me, si passa tutta la propria vita a confrontarsi su antisemitismo e antisionismo, si arriva a un punto in cui si colgono atti d’ignoranza, scambiandoli per fenomeni singolari di antisemitismo. Ad esempio quando si restaura un cimitero, senza rispettarne i canoni religiosi (“filosofando”: io uso il cimitero per fare il mio stage, per sentirmi dire che sono bravo e lavoro sulla religione degli altri senza conoscerla… poco importa se devasto le tracce della religione e della storia. Si farebbe la stessa cosa in un sito cattolico?).

Oppure ci si misura nei salotti culturali, tutti amici degli ebrei il 27 gennaio, ma il 30 è lecito dire che una ricerca portata a termine grazie al contributo di un Rabbino è stata fatta dagli storici locali. Se al posto di un Rabbino ci fosse stato un Monsignore, sarebbe stato ugualmente deviato il merito?

In questi due casi non è corretto parlare di antisemitismo puro, ma è umano porsi mille domande alle quali, purtroppo, nessuno avrà mai il coraggio di dare una risposta leale!

Svastica su cassonetti di Vicenza
Svastica su cassonetti di Vicenza

Noi, comunque, conviviamo con l’antisemitismo spicciolo, di apparente basso rango, ma è quello che colpisce la mente e la pancia del popolo e per questo è pericoloso, perché ne crea nuove basi fondanti. Bisogna cominciare a drenare l’acqua marcia dal basso, se si vuole correggere il collettivo quotidiano, intriso di opulenta ignoranza. Le scritte? Sì ci sono, ma guardate anche quello che le circonda e non soffermatevi su un nome ma sul gesto.

Uno sguardo oltre confine: l’Austria ha di recente voluto una Legge che condanna il BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele). Il parlamento austriaco ha approvato all’unanimità una risoluzione, condannando la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, come antisemita e auspicando che il movimento non sia sostenuto e finanziato (a volte da sponsor insospettabili). Si legge ”Il BDS, che si è rafforzato negli ultimi anni in Austria, si avvale di questo modello antisemita”. Il modello antisemita si riferisce a uno dei presunti obiettivi antisemiti del BDS che cerca di non “riconoscere il diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione”, ha spiegato la risoluzione.

Vicenza, svastiche a Contrà do' Rode
Vicenza, svastiche a Contrà do’ Rode

L’antisemitismo è legato all’antisionismo, vi piaccia o no, ma è così. Prefetti, Questori e Magistratura devono far rimuovere striscioni e scritte di matrice antisemita, antisionista e non tollerare in virtù di una legislazione pifferaia. Le leggi per combattere l’antisemitismo in Italia ci sono e basta applicarle (legge Mancino), ma ci vuole il coraggio di essere oggetto di critiche. Per favore, non piangete gli agnelli, se nella vita date ai lupi l’occasione di sbranarli!

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Paola Farina
Nata a Vicenza il 25 gennaio 1954, studentessa mediocre, le bastava un sette meno, anche meno in matematica, ragazza intelligente, ma poca voglia di studiare, dicevano i suoi professori. Smentisce categoricamente , studiava quello che voleva lei. Formazione turistica, poi una abilitazione all’esercizio della professione di hostess di nave, rimasta quasi inutilizzata, un primo imbarco tranquillo sulla Lauro, un secondo sulla Chandris Cruiser e il mal di mare. Agli stipendi alti ha sempre preferito l’autonomia, ha lavorato in aziende di abbigliamento, oreficeria, complemento d’arredo, editoria e pubbliche relazioni, ha girato il mondo. A trent’anni aveva già ricostruito la storia degli ebrei internati a Vicenza, ma dopo qualche articolo, decise di non pubblicare più. Non sempre molto amata, fa quello che vuole, molto diretta al punto di apparire antipatica. Dove c’è bisogno, dà una mano e raramente si tira indietro. E’ generosa, ma molto poco incline al perdono. Preferisce la regia alla partecipazione pubblica. Frequenta ambienti ebraici, dai riformisti agli ortodossi, dai conservative ai Lubavitch, riesce nonostante il suo carattere a mantenere rapporti equilibrati con tutti o quasi. Sembra impossibile, ma si adegua allo stile di vita altrui, in casa loro, ovviamente.