Il tema delle escort e della prostituzione è un tabù per troppe e troppi a Vicenza, ma le atlete del Vicenza Volley lo affrontano con maturità

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Martina, Melissa e Chiara del Vicenza Volley mentre leggono l'intervista alla escort Ana
Martina, Melissa e Chiara del Vicenza Volley mentre leggono l'intervista alla escort Ana Lucia su Vicenza Più Viva

(Articolo da VicenzaPiù Viva n. 5, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Andarle a vederle in campo, magari tifando per loro, sarà il modo di verificare come per vincere non basta la tecnica ma occorra anche personalità: la loro.

Nello scorso numero, VicenzaPiù Viva ha acceso i riflettori sul tema delle escort a
Vicenza anche con la storia di Ana Lucia, escort italo brasiliana. Sull’argomento abbiamo sentito il parere di quattro giocatrici della prima squadra del Vicenza Volley, militante in serie B1 femminile.
La prima voce è quella della capitana e palleggiatrice Natasha Spinello. «Non è un argomento – le sue parole – di cui si parla tutti i giorni e penso sia un po’ un tabù, in Italia e anche nel mondo. Questa ragazza si è affidata a un garante per un appartamento ed è una cosa che condivido, perché penso che per loro la cosa più brutta sia essere per strada, perché non sai mai chi ti capita davanti. Credo che la scelta di vita di questa ragazza sia non dico sbagliata, perché non la posso certo giudicare, ma sicuramente difficile.
Ci sono diverse strade da percorrere, poi c’è chi fa questo mestiere per scelta. Un mestiere sicuramente non facile; tu persona che lo fai credo ti estranei dai sentimenti e dalle emozioni, ovviamente è una situazione particolare quando c’è in gioco l’intimità. Penso che la maggior parte di queste ragazze sappiano stare al mondo e siano persone forti, perché altrimenti ti schiacciano. Spero che questa donna riesca a cambiare vita e raggiungere gli obiettivi per cui sta lavorando».

Natasha Spinello
Natasha Spinello

A farle eco è la schiacciatrice Chiara Boninsegna. «Mi ha colpito molto l’istruzione di questa ragazza, non me l’aspettavo, devo essere sincera: spesso abbiamo un’idea un po’ stereotipata in questo contesto, come se fosse che lo fai prima di studiare o perché non hai la possibilità di farlo. Da come si racconta mi sembra una persona integra moralmente, che tratta questa cosa in modo molto professionale. Si percepisce una dignità importante e ha dei progetti futuri, vivendo questa esperienza come un qualcosa di temporaneo. Credo che ognuno sia libero di fare ciò che vuole con il proprio corpo, non c’è motivo di non rispettare queste persone. Mi ha dato la sensazione di una persona forte, che non si lascia spaventare e sa gestire certe situazioni».
Infine, le due centrali Martina Pegoraro e Melissa Andeng. Per Melissa «Questa intervista è un po’ inedita, racconta una storia di vita. Personalmente, leggendola, non mi è arrivata molto la parte emotiva, perché sono emersi altri aspetti legati all’esperienza di questa persona. Mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa sul tema della legalizzazione della prostituzione. Per questa ragazza, spero che questa esperienza attuale sia un mezzo per poi realizzarsi».

Melissa Andeng
Melissa Andeng

«Ognuno è libero di scegliere cosa fare nella propria vita – ecco il pensiero di Martina – e non ho il diritto di giudicare la strada intrapresa da una persona. Leggendo l’intervista mi ha colpito il fatto che abbia abbandonato la sua casa, la sua famiglia per cercare di crearsi una nuova vita, mi dispiace non abbia potuto continuare a studiare perché era ciò che desiderava. Spero che riesca a raggiungere ciò che vuole nel suo futuro realizzandosi.
Spesso queste persone sono giudicate per il lavoro che fanno e non si pensa che sono essere umani, con passioni, hobby e la loro vita. Personalmente, mi è piaciuto informarmi, mi piace scoprire le storie delle persone, perché si impara sempre qualcosa da esperienze diverse dalle proprie. Questa ragazza ha avuto forza per scelte difficili che ha dovuto fare».
Beh, vista la maturità nei commenti su questo argomento, da loro stesso definito tabù, tanto che anche associazioni che a Vicenza si interessano delle condizioni delle donne hanno fatto fatica ad esprimere il loro pensiero pubblicamente invece che affrontarlo magari anche per valutare la legalizzazione della “professione più antica del mondo”, come ha suggerito Melissa, c’è un motivo in più per andare ad assistere alle loro partite in cui conta la tecnica ma anche la personalità. Di personalità queste ragazze ne hanno dimostrata tanta con le loro osservazioni per cui andare a conoscerle al palasport
per vedere come la mettono in campo e per tifare per loro è quasi d’obbligo. A partire da sabato 2 marzo quando il Vicenza Volley del presidente Andrea Ostuzzi, nel suo percorso per guadagnarsi i play off di promozione, affronterà alle 17 al palazzetto dello sport Città di
Vicenza, in via Goldoni, la Cortina Express Imoco.