Il tempo è un bambino che gioca,
che muove le pedine;
di un bambino è il regno.
– Eraclito
Sebbene sia oltre vent’anni che seguo giornalmente e professionalmente i mercati finanziari, non riesco – ogni volta – a non stupirmi del fatto che gli esseri umani, anche se hanno vissuto le stesse esperienze più e più volte, hanno sempre gli stessi atteggiamenti disfunzionali dettati dalla paura o dall’avidità. Cambiano gli attori sul palcoscenico, ma il copione è sempre inesorabilmente lo stesso.
La scorsa settimana il principale indice azionario mondiale, lo S&P500, è entrato ufficialmente in quello che viene definito un “bear market”, cioè una fase pesantemente discendente dei prezzi.
Il giorno seguente ho avuto il piacere, per altri motivi, di parlare con un carissimo amico che lavora nel settore della finanza da ancora più tempo di me, con oltre trent’anni di esperienza: l’ho sentito preoccupatissimo.
Si tratta di una persona estremamente preparata. Ha vissuto la crisi del 1987 (che alla maggioranza dei lettori non dirà niente, ma fu qualcosa di scioccante) e tutte le varie oscillazioni che portarono alla crisi del 2000/2001 (la prima grande che ho vissuto io da professionista). Poi quella del 2008/2009, che ha cambiato la struttura dei mercati finanziari, oltre alla crisi dell’euro e la più recente del Coronavirus. Insomma, fra le mie conoscenze è forse la persona con la maggiore esperienza diretta sul campo. Eppure… Eppure… anche lui mi ha detto “questa volta è diverso… questa volta la crisi potrebbe durare ancora un paio di anni.”
E’ estremamente improbabile che sia così. Questa crisi sarà come tutte le precedenti crisi finanziarie.
La storia, la struttura dei mercati finanziari, la natura umana ed il buonsenso ci dicono che le discese sono dei fenomeni relativamente brevi nei mercati finanziari (sono degli “eventi”) mentre le salite sono dei fenomeni più lenti e persistenti (sono dei “processi”). Mentre le salite dei mercati durano anni (ovviamente intervallati da settimane e mesi di piccole discese (inferiori al 15%), le discese durano – in tutto – da un paio di trimestri al massimo un paio di anni (nei rarissimi casi più tragici). Siamo a circa due trimestri di discese, è possibilissimo che non sia affatto finita, ma certamente un bel pezzo del tragitto è stato fatto. Per chi volesse approfondire questo aspetto, invito a leggere l’articolo “Piccola anatomia della discesa dei mercati finanziari”
Il concetto fondamentale che vorrei provare a trasmettere con questo articolo è che le discese sono una parte utile, anzi indispensabile dei mercati finanziari. Se solo avessimo maggiore consapevolezza ed avessimo progettato i nostri investimenti finanziari in modo ragionevole, dovremmo essere felici di queste discese esattamente come i contadini sono felici quando piove copiosamente.
Sebbene, come vedremo, sia impossibile conoscere quanto tempo (chronos) durerà questa discesa dei mercati, è pienamente in nostro potere determinare un’altra forma di tempo, quella che i greci chiamavano kairos, cioè il tempo soggettivo, qualitativo, interiore. Questo è la forma di tempo più importante per la qualità della nostra vita. Lo scopo di questo articolo è dare un piccolo contributo affinché i lettori possano vivere questo bear market con un kairos funzionale ai loro obiettivi di vita.
L’utilità dei bear market
Leggendo i giornali finanziari sembra che la discesa dei mercati sia una specie di Piaga d’Egitto.
La natura dei mercati finanziari è tale per cui le salite e le discese si alternano con una certa ciclicità ed a “scale” diverse. Durante un’ora di contrattazioni si alternano piccolissime salite e piccolissime discese. Durante un giorno, ugualmente, si alternano fasi di salite e discese un po’ più grandi rispetto a quelle che – normalmente – accadono in un’ora. Capitano giorni particolari nei quali le variazioni sono eccezionali (rispetto a quelle giornaliere) ed in genere i giorni successivi bilanciano quel movimento.
Aumentando la scala temporale, queste salite e queste discese aumentano di dimensioni. Sulla scala degli anni, si verificano le discese che vengono definite “bear market” (cioè superiori al 20% per gli indici largamente diversificati). Mediamente le discese sono più rapide ed intense e le salite sono – sempre mediamente, con le dovute eccezioni – più lente e persistenti.
I mercati finanziari incorporano le informazioni che generano le aspettative sui prezzi futuri procedendo per continui eccessi che si controbilanciano. Paradossalmente, i mercati finanziari possono essere letti sia come una conferma che come una confutazione della teoria sociologica ed antropologica riguardo alla “saggezza della folla” studiata da Jack Treynor e Francis Galton.
I mercati finanziari – mediamente – riescono a stimare con più efficacia degli esperti il valore futuro di certe attività finanziarie (proprio come Francis Galton aveva verificato nelle fiere di bestiame), ma per funzionare hanno bisogno di passare da eccessi opposti.
Chi conosce i mercati finanziari, ed è in grado di controllare le proprie emozioni, valuta i bear market per quello che realmente sono: la ragione fondamentale per la quale i mercati azionari – se usati correttamente – generano molto più rendimento delle altre forme d’investimento finanziario.
I bear market sono come l’inverno dei mercati finanziari.
Un contadino sa bene che l’autunno e l’inverno sono funzionali al suo raccolto tanto quanto la primavera e l’estate.
Se non vi fossero le discese nei mercati finanziari non potrebbero esserci le salite.
Gli investitori ingenui cercano di evitare le discese e cogliere solo le salite, facendosi inevitabilmente male. Il punto non è cercare di evitare le discese, il punto è mettersi nelle condizioni di approfittare delle discese. Questo lo si può fare progettando i propri investimenti con piani finanziari fondati non sul vano tentativo di anticipare i mercati, ma sui propri obiettivi di vita.
Chronos e Kairos
I greci avevano un vocabolario molto più ampio di quello dei latini (ed anche del nostro). Molte parole che oggi noi traduciamo con un solo vocabolo (come ad esempio “amore”) trovano diversi corrispondenti nel vocabolario greco a seconda delle diverse sfumature di significato.
Il termine “tempo”, non fa certo eccezione. Come già accennato, il tempo che potremmo definire “oggettivo”, o “esteriore” veniva indicato con il termine “Chronos”, un Dio terribile figlio di Urano e Gea che divorava i propri figli per paura di essere spodestato.
Viceversa, il tempo “soggettivo”, “interiore”, veniva indicato con il termine Kairos, figlio di Zeus, con le ali ai piedi, sempre in movimento ed inafferrabile (rappresentato spesso con un solo ciuffo di capelli in fronte e la nuca rasata proprio ad indicare l’inafferrabilità).
Tutti noi abbiamo presente qualche momento nella nostra vita nel quale il tempo sembra “volare”: quello è Kairos. Ma abbiamo presente anche quando il tempo sembra non passare mai, durare un’eternità, nonostante magari siano passati solo 5 minuti: anche quello è Kairos.
Gli uomini non hanno il potere su Chronos.
Quanto durerà questa discesa dei mercati azionari non ci è dato di saperlo.
Nei prossimi giorni (volesse il Signore, non certo per questioni finanziarie) potrebbe finire la guerra in Ucraina, arrivare un dato positivo sull’inflazione USA e probabilmente questo bear market diventerebbe uno dei tanti passati senza grandi ricordi.
Oppure, al contrario, potrebbero iniziare ad arrivare notizie negative sul fronte dell’economia e magari contemporaneamente sul fronte dell’inflazione, la FED potrebbe continuare una politica aggressiva nell’innalzamento dei tassi d’interesse e nello spazio di un trimestre o due potremmo trovarci con un ulteriore -15/20% dai livelli attuali.
Non di rado, durante le forti discese degli indici azionari, accadono eventi particolarmente scioccanti che generano pochi giorni di vero e proprio panic selling.
Faccio un esempio di questi eventi che difficilmente sarà quello che accadrà, poiché per essere scioccante un evento deve essere inatteso: se la Cina invadesse Taiwan probabilmente per pochi giorni ci sarebbe un momento di estremo panico che genererebbe occasioni che capitano una volta sola nella vita di una persona, in particolare per le azioni delle aziende cinesi, ma non solo.
Su tutti questi eventi, non abbiamo il benché minimo controllo.
Possiamo però, lavorandoci con impegno, avere un certa forma di controllo sul nostro tempo interiore, su Kairos. Sul modo con il quale viviamo questi eventi.
Non a caso, Kairos indicava per i greci anche la capacità di “cogliere il momento giusto”.
Il modo soggettivo, interiore, con il quale viviamo il tempo è strettamente collegato alla capacità di cogliere il momento opportuno.
Fino a quando continuiamo a voler “combattere” contro i mercati finanziari, invece di accoglierli per ciò che sono e utilizzarli per ciò che possono darci (può essere veramente tanto, per le finanze di un famiglia, se solo sapessimo farlo), continueremo ad avere un Kairos negativo che ci condurrà solo a brutte esperienze finanziarie.
Ciò che serve è una “metànoia” finanziaria, cioè un “profondo mutamento nel modo di pensare, di sentire, di giudicare le cose” della finanza. Comprendendo che lo scopo del denaro non è semplicemente quello di produrre altro denaro, ma di farci vivere una migliore qualità della propria vita.
Potreste vivere la piacevole scoperta, come hanno vissuto diverse persone che ho avuto la fortuna di accompagnare in questo percorso durante i mie vent’anni di professione, che approcciare la finanza da questo punto di vista, radicalmente diverso, porta anche ad un rendimento maggiore, rispetto ai metodi antichi, ma questo è solo un piacevole effetto collaterale. Il vero risultato è quello di vivere la finanza con un “tempo interiore” (kairos) sereno, qualsiasi sia la durata di questo e dei prossimi bear market.
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Fonte: Il tempo dell’Orso: quanto durerà la discesa dei mercati finanziari?