Dopo aver raccolto l’eredità dell’azienda agricola di papà Virgilio, il giovane vignaiolo ha intrapreso nel 2017 la strada del biologico assecondando la natura delle sue vigne.
Ha saggiamente voluto conservare la dimensione di una cantina familiare e nei suoi prodotti ha raccolto l’anima identitaria del suo territorio.
Ilario, sei “figlio d’arte” e ti porti dietro l’eredità di papà Virgilio e mamma Mariucia: cosa hai cambiato in cantina e nei tuoi vini da quando nel 2017 sei alla guida della cantina?
Fondamentalmente non ho cambiato procedure né pratiche in cantina, ho solo deciso di allungare i tempi prima di tutto in vigna portando la vendemmia a fine ottobre/primi di novembre, e lo stesso allungamento dei tempi è stato adottato anche in cantina, dando la possibilità al vino di maturare e quindi esprimere tutto il suo potenziale. A fine 2017, poi, ho deciso anche di intraprendere la strada del biologico.
In cantina ti occupi tu di tutto o deleghi mansioni? possiamo definirti un vignaiolo non di penna ma che si sporca le mani?
La nostra è un’azienda familiare e in tutti si fa tutto: dalla potatura ai trattamenti, dalla raccolta fino all’imbottigliamento, l’etichettatura e la consegna seguo tutto io, dividendomi tra vigneto, cantina e rapporto con i clienti. L’unica mansione che delego è la gestione dell’ufficio, che la segue mia moglie: si sa che anche nelle piccole realtà la burocrazia è presente, dall’aspetto fiscale a quello amministrativo fino alla tenuta dei registri vitivinicoli e adempimenti da porre in essere per le certificazioni biologiche.
Definisci i tuoi vini naturali da terreno vulcanico. Non c’è troppa polemica sulla definizione “naturali”? Che futuro vedi?
Il termine “vini naturali” mi ha sempre turbato. Il termine che uso per i miei vini è “vini del territorio” perché cerco di fare vini che rappresentano l’essenza della terra di Gambellara: secondo me più trattamenti effettuo sui vigneti, siano essi meccanici o chimici, più mi allontano dal mio obiettivo. Quindi sto lavorando per poter non annullare, ma quasi, le pratiche agronomiche invasive, lavoro che necessita di equilibrio, tempo e pazienza.
Quale ritieni che sia il vino simbolo della tua cantina?
I vini che, secondo me, rappresentano la mia cantina sono due: il Capitel Vicenzi Gambellara Doc Classico, che racchiude l’anima di Gambellara, con i suoi sentori di pietra focaia, mandorla amara, che rimandano alle nostre colline vulcaniche. Poi il Gambellara Recioto Spumante Metodo Classico Docg: è doveroso sottolineare l’intuizione dei miei genitori, all’inizio degli anni ’90, di proporre il Recioto Spumante non con il metodo Martinotti, ma con il più ardito e laborioso Metodo Classico, trovando un equilibrio tra acidità, zuccheri e alcool. Questo spumante non particolarmente stucchevole si abbina benissimo con dolci lievitati o accostamenti più arditi come antipasti salati.
La vigna ai tempi del Coronavirus non si è fermata: ma tutte le altre attività al di fuori delle vigne come vi siete organizzati?
Verissimo! La vigna non si è fermata di fronte a questa pandemia e quindi il mio lavoro ha sempre continuato. Per quanto riguarda invece l’aspetto commerciale, lavorando principalmente con il settore horeca, è palese che anche la nostra realtà ne sta risentendo. Nonostante questo, ho deciso di non intraprendere altre strade per ovviare a questa lacuna: non ho aperto canali di e-commerce e/o Gdo, perché innanzitutto io sono un vignaiolo e faccio vino, pertanto voglio rispettare e tutelare il lavoro dei miei partner commerciali. Presto questa situazione finirà, e conto di tornare a “correre” tutti insieme.
Come si sta presentando la vendemmia?
Per come si sta prospettando e da come ho impostato il vigneto sarà un buona annata; poi il tempo in cantina ci dirà se siamo stati bravi e fortunati.
Ci sarà un nuovo vino?
Se ci sono le condizioni ideali ho in mente un “orange wine” da uve Garganega con fermentazione sulle vinacce per qualche mese. Raccoglieremo le uve da vigneti storici: 3000 ceppi per ettaro impiantati da mio nonno Vincenzo 50 anni fa a circa 270 metri nella zona dei Monti di Mezzo: incrociamo le dita!!!
Il punto di vista di Dario Loison
Ilario è un giovane vignaiolo che sta portando avanti la cantina di famiglia tutto da solo: è un ragazzo infaticabile con un grande senso di responsabilità e con il giusto grado di innovazione che è un elemento imprescindibile nelle nuove generazioni. Lui crede molto in quello che fa, è supportato da papà Virgilio e mamma Mariucia, che conosco molto bene, e da sua moglie che fa la sua parte dietro le quinte della cantina.
Nei suoi prodotti ha raccolto l’anima del suo territorio regalando vini eleganti e fortemente identitari, grazie alle terre di origine vulcanica, come il Gambellara Classico Doc il Recioto di Gambellara Docg che utilizziamo in Loison per conciare le uve o per impreziosire i panettoni.
Cantina Vignato
Azienda agricola Virgilio Vignato
Via Guizza 8
36053 Gambellara (vi)
- +39 0444 444262