Immigrati, l’inchiesta de Il Fatto: il milione di italiani ?fasulli? Sudamericani

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In febbraio, ironia della sorte, si scoprì che il Comune di Ospedaletto, nel Lodigiano, avrebbe potuto tranquillamente organizzare un Carnevale carioca, visto che tra i suoi abitanti erano registrati come residenti ben 1188 brasiliani: che però nessuno aveva mai visto. Lo stesso dicasi nella provincia di Siracusa, dove lo scorso anno l?operazione ?Siracusa meravigliao? ha portato alla scoperta di 500 italo-cariocas. Ancora prima c?erano state le false cittadinanze elargite a calciatori, in maggioranza sudamericani che, anche se in tono minore, continuano essendosi estese al mondo del calcio a 5.

Su Internet si scoprono siti dedicati a spiegare, addirittura organizzando conferenze itineranti (come in Argentina), le pratiche da svolgere per ottenere la nostra cittadinanza: in questo caso però non si parla di truffe, ma di sistemi legalissimi che sfruttando alcune falle del sistema normativo italiano promettono la tanto desiderata italianità.

Le ragioni di questo fenomeno non hanno nulla a che vedere con sentimenti patri, ma bensì sono il frutto di una legge che, a detta di molti diplomatici nostrani che hanno lanciato l?allarme, rischia in pochi anni di creare più di un milione di connazionali fasulli, che non hanno alcun legame con l?Italia.

Il nostro Paese occupa già il 1° posto in Europa per le richieste di cittadinanza mentre, specie in America latina, viene superato solo dagli Stati Uniti: questo perché, a differenza della maggior parte delle altre nazioni, attraverso lo ius sanguinis per diventare italiano basta avere un parente in possesso della cittadinanza italiana al momento della nascita del Regno d?Italia e dal quale risulti possibile dimostrare la discendenza.

Si capisce benissimo come la nostra emigrazione del secolo scorso costituisce un detonatore potentissimo del fenomeno. ?Si tratta di diverse generazioni di persone che ormai di italiano non hanno assolutamente nulla, alle quali però il nostro passaporto dà la possibilità, senza perdere la propria cittadinanza natale, di acquisire non solo diritti ma anche di avere accesso ai Paesi Ue e anche agli Usa facilitato?, spiega un gruppo di diplomatici.

?Oltretutto ciò comporta spese ingenti per il mantenimento di strutture consolari che potrebbero funzionare in modo più efficiente ma che si trovano oberate da migliaia di richieste di ?aspiranti cittadini??.

Per rendersi conto del fenomeno è sufficiente passeggiare per le strade di Buenos Aires (che Renzi definì una città italiana delle dimensioni di Bologna nel corso della sua visita due anni fa) per imbattersi in striscioni pubblicitari di studi di avvocati che promettono l?italianità. Italianità che può essere facilmente ottenuta durante un soggiorno turistico in Italia organizzato da apposite agenzie che si occupano del pacchetto completo: viaggio, soggiorno, tour e cittadinanza?

Ecco come tra una visita ai monumenti e una gita al mare, moltissimi oriundi riescono a ottenere la tanto agognata ?italianità?.

Il fenomeno che inizialmente riguardava poche persone di alto reddito, negli ultimi anni grazie anche ai social media e a pacchetti vacanze low cost, è diventato un business che muove moltissimi soldi e che potrebbe, nel caso di una crisi in Brasile o in Argentina, aumentare ulteriormente interessando decine di migliaia di persone.

Per rendersi conto dell?impatto che ciò potrebbe avere sui nostri conti pubblici, è sufficiente pensare alla possibilità della pensione sociale, dell?assistenza sanitaria, per non parlare poi del ventilato ?reddito di cittadinanza? che potrebbe rendere ancor più appetibile l?ottenimento della cittadinanza.

Il problema viene segnalato da tempo, ma la sordità della politica ha una ragione evidente: il diritto di voto per gli ?italiani? all?estero.

Ai dubbi sull?opportunità di riconoscere diritto di voto a chi non subisce direttamente le conseguenze delle proprie scelte elettorali, si aggiungono alle numerose denunce di brogli e abusi registrati in passato a ogni tornata elettorale, della poca trasparenza e affidabilità del voto per corrispondenza nonché delle spese che esso comporta per i contribuenti, esiste anche il rischio di rendere indeterminabile il corpo elettorale, attraverso elettori che spesso non solo non parlano una parola di italiano, ma sono anche totalmente a digiuno sulla situazione del Paese e il cui giudizio è quindi particolarmente influenzabile da parte di esponenti o candidati politici locali che promettono in cambio, come accaduto di recente, l?ottenimento del ?Passaporto express?.

La troppo generosa normativa sul riconoscimento della cittadinanza italiana, è sicuramente un ostacolo insormontabile anche per l?approvazione, nel nostro Paese, di norme che contemplino lo ius soli (o ius culturae come dovrebbero essere più correttamente considerate le proposte di legge avanzate nella scorsa legislatura).

di Guido Gazzoli da Il Fatto Quotidiano
(foto: Il consolato italiano a Buenos Aires)