Impianto rifiuti Silva a Montecchio Precalcino: Comitato replica al privato

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Impianto Silva rifiuti

Il Comitato Tuteliamo la Salute ritorna sulla questione dell’impianto rifiuti che Silva Spa intende realizzare a Montecchio Precalcino, nel Vicentino, nell’area dell’ex Safond Martini.

L’organismo di rappresentanza delle istanze dei cittadini di quel territorio fa seguito a quanto dichiarato dal privato a mezzo stampa, in un intervento volto – nelle intenzioni di Silva – a rassicurare sulla bontà del progetto.

Non ci sono criticità ambientali“. Questa, in estrema sintesi, quanto dichiarato dal privato e raccolto, mediante rassegna stampa, anche da queste pagine (clicca qui).

La replica – che pubblichiamo integralmente – è a firma di Melissa Peruzzo, Presidente Comitato Tuteliamo la Salute.

“Il Comitato sta prendendo sempre più forma e forza, sta tessendo legami con Enti e Istituzioni, sia a livello provinciale che regionale e nazionale. Questi organismi a loro volta possono contare su tecnici che esprimono preoccupazioni e dubbi sulla sostenibilità di un impianto del genere in area di ricarica delle falde dell’acquifero. Stiamo infatti parlando di poche centinaia di metri dalla zona di emunzione dei pozzi dell’acquedotto ACEGAS APS e dei pozzi privati delle famiglie di Dueville, ma anche di Caldogno e di Vicenza. 

Gli articoli apparsi sulla stampa cartacea e on line di questi giorni stanno facendo emergere sempre più perplessità oltre il territorio comunale, perché pesanti impatti si avranno proprio oltre i confini di Montecchio Precalcino. 

L’impianto, pur adottando le migliori tecnologie disponibili, non riuscirà a rispettare i limiti imposti dalla zonizzazione acustica (come dichiarato dagli stessi progettisti di Silva Srl nei documenti di progetto) ed i rumori saranno generati 24 ore al giorno, 7 giorni su 7! Silva comunica che “le analisi non evidenziano criticità ambientali”: ma di cosa stiamo parlando? Perché ci dicono che le analisi oggi sono tutte a norma quando l’azienda insalubre di prima classe non c’è ancora? Non ci sono oggi matrici da analizzare che consentano di dire che va tutto bene perché semplicemente le nuove lavorazioni ancora non esistono! 

Con queste affermazioni la proprietà crea confusione tra i siti T50 (in essere da circa 40 anni e dedicato alla sola lavorazione delle sabbie da fonderia) ed il T44, unico sito sottoposto ora a procedura VIA 

Utile appurare come le analisi sulla lavorazione delle sabbie rispettino i limiti di inquinanti in acqua e suolo: così deve essere, altrimenti gli enti preposti fermerebbero immediatamente l’attività. 

Quello che Silva sembra voler normalizzare è la realizzazione di un’industria insalubre finalizzata a trattare oltre 32.000 ton/anno di rifiuti sanitari, anche pericolosi, non solo del Veneto, ma anche della Lombardia, del Trentino e forse del Friuli Venezia Giulia (o di altre località, a seconda della convenienza della proprietà). Altro che economia circolare dei rifiuti: sostanze pericolose, infette e potenzialmente radioattive potrebbero percorrere fino a oltre 500 km per arrivare qui! La legge invece spinge affinché ogni azienda ospedaliera gestisca al suo interno i propri rifiuti. 

Montecchio Precalcino non ha mai avuto niente a che fare con la lavorazione dei rifiuti sanitari, peraltro pericolosi e a rischio infettivo. E sarebbe una novità anche lo stoccaggio, fino a 12 mesi, di più di 170 codici rifiuto, di cui oltre 100 pericolosi, che qui arriverebbero, sarebbero accumulati e ripartirebbero per altre destinazioni atte al loro smaltimento. 

A Silva diciamo che, se consideriamo gli sviluppi sottoposti a VIA relativi all’aumento delle tonnellate di sabbie lavorate e all’introduzione di nuovi processi per la loro lavorazione, possiamo parlare di RIQUALIFICAZIONE INDUSTRIALE, non certo ambientale. Se consideriamo poi l’insediamento di un’industria insalubre di prima classe (che OGGI NON C’E’ e non ha motivo di essere realizzata in questa zona, viste anche le difficoltà logistiche legate alla tipologia di strade e distanze dai caselli autostradali piuttosto che dagli snodi viari principali), non si tratta a maggior ragione di RIQUALIFICAZIONE, NE’ INDUSTRIALE NE’, tantomeno, AMBIENTALE. 

La realizzazione dell’impianto rifiuti Silva sarebbe a scapito dei polmoni, del riposo notturno, del benessere e della sicurezza stradale dei cittadini. Natura, animali e uomini sarebbero messi a dura prova dall’incremento del traffico e delle emissioni in atmosfera. Ricordiamo che, già oggi, secondo l’ultimo report di Legambiente, Vicenza è la quarta città italiana per numero di sforamenti di polveri sottili. 

E ci ripetiamo segnalando il rischio di inquinamento delle falde da cui proviene l’acqua che abbevera oltre 2.000.000 Veneti, tra le zone di Vicenza e Padova. 

Dov’è andato a finire il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE? E quello della ECOSOSTENIBILITA’ non solo per noi, ma anche per i nostri figli e nipoti? Quali sono le cause di tanta miopia? Noi restiamo sempre in attesa che il Sindaco Parisotto e la sua giunta si assumano la responsabilità di comunicare quanto prima la loro posizione rispetto al progetto Silva”.