Imprese e controlli, Il Sole 24 Ore: “Stop ispezioni per 10 mesi per chi è in regola”

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Al Consiglio dei ministri in programma oggi arriva alla tappa finale la riforma dei controlli sulle imprese. Le verifiche riguardano aspetti come lavoro, sicurezza e salute ma non l’ambito fiscale.

La principale novità è, appunto, la possibilità di non avere di questi controlli alle proprie imprese per un periodo di 10 mesi se si supera con successo un esame. Inoltre, il provvedimento che sarà approvato oggi prevede una intensità delle verifiche commisurata al rischio effettivo di violazioni, diritto all’errore formale, con la possibilità di sanare senza sanzioni e in un tempo predefinito le violazioni che inciampano sulle regole senza però produrre lesioni effettive degli interessi pubblici tutelati.

Il tema è approfondito oggi, su Il Sole 24 Ore, da Gianni Trovati. “La riforma nasce dalla constatazione che i meccanismi attuali di verifica sulle imprese presentano un rapporto costi/benefici fallimentare. I casi di cronaca lo suggeriscono, ma al di là dell’aneddotica sono le analisi sistematiche a offrire le conferme più puntuali. Già nel 2011 la prima valutazione condotta da Funzione pubblica sugli «oneri amministrativi» aveva identificato il triplice problema rappresentato da verifiche concentrate sugli adempimenti documentali, dall’assenza di proporzionalità rispetto al rischio d’impresa e dalle frequenti sovrapposizioni che spesso moltiplicano senza coordinamento i soggetti controllanti sullo stesso soggetto.

Per provare ad archiviare questo scenario la riforma poggia prima di tutto sulla profilazione del rischio violazioni presentato da ogni azienda, sulla base del settore di attività, della dimensione, ma anche dell’adozione di certificazioni di qualità. Su quest’ultimo punto, anzi, il decreto prospetta la creazione di un meccanismo standard di certificazione, a cui provvederà l’ente nazionale di unificazione (Uni). Le imprese che aderiranno acquisteranno il diritto a subire controlli con un intervallo non inferiore a un anno, perché il loro rischio è per definizione più basso. Lo stesso accade naturalmente per chi ha superato una verifica con successo: per queste imprese scatterà una moratoria da nuovi controlli che nelle previsioni iniziali era a sei mesi, mentre su suggerimento dei pareri parlamentari viene estesa a dieci mesi.

Duplice poi è la contromisura individuata contro la giungla normativa che pesa sui controlli: un’equivalente dell’errore “scusabile”, e quindi sanabile senza sanzioni, quando la violazione è di fatto solo formale e non riguarda salute e sicurezza sul lavoro; e la possibilità di avviare un “interpello” con la Pa competente per prospettare una soluzione condivisa del problema: due meccanismi nati in un’altra giungla, quella fiscale, che possono tornare utili anche nei controlli”.

Fonte: Il Sole 24 Ore