Imprese venete: confini sempre più aperti con Living in the land of Venice, promosso dalla Regione, agevola l’export

862
imprese veneto

Le imprese venete hanno la strada spianata verso i mercati esteri, grazie a un sostegno economico da parte della Regione.

Il progetto Living in the Land of Venice, appena presentato alla Borsa internazionale del turismo di Milano, è incentrato su una rete che promuove turismo ed eccellenze del territorio. La parola chiave è proprio la promozione incrociata, per la creazione di un prodotto unificato da lanciare sia in mercati ben consolidati per la nostra regione, come la Germania e la Svizzera, che in terre meno battute, tra cui il Canada (che già stravede per il Prosecco e il Made in Italy in genere) e l’Australia, dove i rapporti saranno avviati a settembre, nella seconda fase del progetto.

Dopo i primi successi già riscontrati nel wine, i prossimi passi per le imprese venete concreti potrebbero riguardare il food, nel pieno interesse della ristorazione di alto livello canadese, e di un target di clientela svizzera con una capacità di spesa che si aggira sui 220 euro al giorno. Aprire a tavola una bottiglia di Amarone non richiede insomma particolari sforzi, come pure degustare olio biologico. Per ora i principali mercati di riferimento per il Veneto sono Germania (9,9 miliardi di euro), seguita da Francia e Usa. Ma dei 70,8 miliardi di esportazioni di prodotti Made in Veneto nel 2022, 2,5 miliardi di euro provengono dalle vendite in Svizzera e 733 milioni di euro da quelle in Canada.

L’opportunità di tentare l’approdo facilitato all’estero è garantita da un contributo regionale che alleggerisce gli investimenti degli imprenditori veneti fino al 70%.

Living in the Land of Venice è infatti nato da un bando della Regione Veneto per promuovere le realtà del territorio nel complicato periodo di ripresa post pandemia.

Partito un paio di anni fa con la realizzazione di una piattaforma web comune, il progetto conta già 19 realtà aggregate in un’associazione temporanea di imprese, a cui partecipano aziende agricole, vitivinicole, manifatturiere, alberghi e consorzi di promozione turistica di lago di Garda, Rovigo, Treviso e Monte Grappa, oltre ad alcune Camere di Commercio italiane presenti nei Paesi esteri finora coinvolti. Capofila dell’Ati è EffettoNIDo srl, realtà di Dolcè con competenze nella sostenibilità ambientale.

“Il progetto consente agli imprenditori veneti di sviluppare l’espansione del proprio mercato tramite una struttura che supporti il processo di cross promotion, dalla promozione alla commercializzazione”, spiega il responsabile del progetto, Davide Fumaneri, titolare di EffettoNIDO, per il quale è giunto il momento della capillare distribuzione delle eccellenze venete. “Oltre al settore turistico meno noto, l’obiettivo è promuovere la produzione made in Italy connettendo diversi settori merceologici e aumentando il business delle imprese con un canale diretto e già aperto. Il valore del progetto sta proprio nel raggruppare territori diversi ed esaltare il valore aggiunto di ciascuno”.

Gli esempi già andati a buon fine non mancano, come quello dell’olio di Fontanara, già sulle tavole canadesi grazie all’interessamento di un’importatrice di prodotti di nicchia, o della Cantina del Castello che, oltre a rafforzare la presenza in Canada, sta mettendo le basi per nuovi canali di export in Svizzera e Germania. Es’ Giviene, brand di abbigliamento fondato a Verona da tre sorelle è inoltre convinto che la possibilità di presentarsi come rete di valore ‘GLOCAL’ possa offrire a ogni attore nuove possibilità da percorrere.

I dati

Svizzera – Negli ultimi quattro anni, il Veneto ha esportato in Svizzera 5 volte il valore delle importazioni. A fronte di una media di importazioni per circa 550 milioni di euro, si registrano infatti esportazioni di oltre i 2,5 miliardi. Le proiezioni del 2022 sono in linea, e per il settore agroalimentare è previsto l’export record di circa 150 milioni di €.

Per quanto riguarda i canali di accesso di food&wine, il sistema è molto parcellizzato. “I retail vedono 2 attori principali che possiedono il 70% del mercato. Entrare nei loro scaffali è difficile, ma lo è ancora di più rimanerci”, evidenzia Nicholas Placidi, responsabile Business Development della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. “I negozi di specialità italiane di quartiere hanno numeri di vendite più piccoli, ma garantiscono maggiore soddisfazione sui margini. In particolare per l’olio di oliva ci sono possibilità per i prodotti di nicchia, meglio se bio. L’interscambio dei prodotti veneti rivela dati buoni e costanti nel tempo, ma la  concorrenza è rude. Ciò che serve è proprio la visibilità tramite settori connessi, sfruttando i turisti come ambasciatori e guardando alla Svizzera economicamente più forte, quella tedesca, invece di limitarsi al piccolo Ticino”.

Canada –  “Il binomio prodotto&territorio è particolarmente importante in Canada. I canadesi sono viaggiatori appassionati di esperienze autentiche territoriali e sono anche consumatori che apprezzano il Made in Italy, dal vino ai prodotti agroalimentari, fino alla moda, i mobili e i design”, dichiara Ruggiera Sarcina, responsabile del ramo business della Camera di Commercio italiana in Canada. “Il Veneto ha tutte le caratteristiche per sfruttare al meglio questa opportunità, e abbiamo già introdotto e posizionato le prime realtà”.

Il Canada è il quinto mercato di destinazione del vino italiano. Nel 2022 il fatturato dei vini veneti fermi in Quebec ha superato i 200 milioni di dollari canadesi; a questi, vanno aggiunti i quasi 30 milioni di dollari del Prosecco DOC che negli ultimi cinque anni, in tutto il Canada, ha registrato un vero e proprio exploit. Per il food, l’Italia ha posizioni di leadership in molti comparti per i quali anche i prodotti veneti hanno chance di posizionamento e di crescita. Tra il 2021 e il 2022, l’import dall’Italia della categoria dei prodotti dolciari è cresciuto di quasi il 15%, i prodotti da forno del 14%, i formaggi di oltre il 18%; il riso di quasi il 20%.