Mentre la riforma, necessaria e dovuta, della giustizia tributaria si fa ancora attendere, con l’approvazione dell’emendamento al decreto Fisco e Lavoro n. 146 del 2021 da parte del Senato non sarà più possibile impugnare l’estratto di ruolo per i contribuenti destinatari di cartelle di pagamento mai notificate – afferma nel comunicato che pubblichiamo Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia(qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr)
Le eccezioni previste sono soltanto tre: eventuale rischio per l’operatore economico di perdita di appalto; rischio di blocco del pagamento da parte della p.a. e perdita di beneficio nei rapporti pendenti con la p.a.
Per il resto, il diritto di opposizione risulta precluso.
L’obiettivo è, una volta di più, la riduzione del carico di lavoro affidato alla giustizia tributaria. Una volta di più, al prezzo dell’effettività del diritto di difesa dei contribuenti.
Alla base della scelta, la stima secondo la quale il 40% delle opposizioni sarebbero proposte pretestuosamente e a danno della riscossione.
Ma il diritto di difesa non può essere oggetto di valutazione statistica, né perdere di effettività per ragioni puramente organizzative di gestione del carico di lavoro della p.a.
Per vero, a voler restare alle statistiche, v’è che molto spesso la fase di notifica presenta vizi ex artt. 26, d.P.R. n. 602 del 1973, e 60, d.P.R. n. 600 del 1973 (con richiamo agli artt. 317 ss. c.c.). E l’illegittimità della fase di notifica (che non di rado è vizio presente e non sanabile) determina la nullità della pretesa erariale.
Impedire l’impugnazione dell’estratto di ruolo, in caso di omessa o illegittima notifica, significherebbe negare al contribuente il riconoscimento dei propri diritti nelle idonee sedi giudiziarie tributarie e insieme riconoscere, a priori, all’Ente impositore come legittima una pretesa che potrebbe non essere tale.
La stretta sulle misure di opposizione, così come proposta e approvata, mal si concilia sia con il diritto fondamentale alla difesa, sia con i bisogni di tutela del contribuente e con il buon andamento della p.a.
Meritocrazia Italia chiede un immediato ripensamento della misura così come ora congegnata. Ci si concentri piuttosto sul dettaglio di una seria riforma della Giustizia tributaria e sulla composizione di un Testo Unico Fiscale semplificato, che accorpi e riallinei l’impianto tributario e di accertamento, con riadeguamento della normativa esistente.
In linea con le proposte di ristrutturazione in tante occasioni già avanzate, Meritocrazia torna a invocare un maggiore impegno nel ripristino del rapporto di fiducia tra fisco e cittadino, improntato a reciproca correttezza, favorendo nuove forme di interlocuzione costruttiva.
Roma, lì 09 dicembre 2021
Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello