Si è tenuto questo pomeriggio, presso la Camera di Commercio di Vicenza (CCIAA), l’Osservatorio sull’Economia e il Lavoro, l’incontro semestrale organizzato dall’Ente Camerale berico con la partecipazione di rappresentanti delle categorie economiche, sindacati e istituzioni. Durante l’evento è stato presentato un dato significativo: negli ultimi 10 anni la provincia di Vicenza ha perso 4.128 imprese (-5%), una contrazione superiore rispetto al dato nazionale dello stesso periodo (-1,9%).
La riduzione riguarda in particolare le imprese dei settori produttivi, compreso il Made in Italy classico: legno (-22,9%), moda (-20,6%), cuoio e pelli (-18,7%), agricoltura (-14,2%) e commercio al dettaglio (-12,8%). In controtendenza i settori legati ai servizi e alla conoscenza: finanza (+172,1%), sanità (+84,5%), consulenze aziendali (+78%) e software (+39,4%).
Le piccole imprese (da 1 a 9 addetti) sono le più colpite, con una perdita di 6.056 unità locali, parzialmente compensata dall’apertura di nuove sedi da parte di aziende più strutturate. Il trend negativo continua anche nel 2024: al 30 settembre, il numero di imprese vicentine è sceso a 79.127, con un calo di 370 unità rispetto allo stesso periodo del 2023 (-0,5%).
Un’occupazione in crescita
Nonostante la riduzione del numero di imprese, l’occupazione nella provincia di Vicenza è aumentata significativamente. Dal 2014 ad oggi, sono stati creati quasi 50.000 nuovi posti di lavoro (+15,7%), seguendo un trend positivo anche a livello nazionale (+19,9%). A trainare la crescita sono state le attività professionali (+58,7%), i servizi alle imprese (+58,3%) e il settore immobiliare (+49,8%). Anche il manifatturiero (+11,9%) e il commercio (+4,4%) hanno contribuito all’aumento degli occupati.
Le dichiarazioni del Presidente Xoccato
«Questi dati segnano l’avvio di una trasformazione strutturale della nostra economia – ha dichiarato Giorgio Xoccato, presidente della CCIAA di Vicenza –. La crescita degli addetti ci dimostra che questo processo non equivale necessariamente a un impoverimento del tessuto economico. Tuttavia, è fondamentale sostenere il settore manifatturiero, che rappresenta un patrimonio strategico per la nostra provincia, pur accogliendo con favore l’aumento delle professioni legate all’economia della conoscenza».