In guerra, cosa fanno i consumatori e le aziende di consumo? François-Marie Arouet (Aduc): il denaro non puzza?

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É la domanda che ci si pone tutti i giorni da quando è cominciata l’invasione russa dell’Ucraina. A cui in pochi hanno risposto. Per esempio: non mangiamo più caviale russo ma consumiamo il gas russo –  si legge nella nota di Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. A parte il paradosso, è realtà. Siamo andati così irresponsabilmente avanti con la globalizzazione (1), che non ce ne siamo resi conto e oggi ne paghiamo le conseguenze.

Nel frattempo, ci sono anche altri che si spingono “razionalmente” oltre: «La cosa più importante per noi è mantenere i nostri dipendenti e garantire l’adempimento della nostra missione principale: continuare a sfamare la popolazione di entrambi i paesi (Russia e Ucraina). Non abbiamo altro obiettivo». Lo sostiene l’amministratore delegato della catena francese Auchan, Yves Claude, giustificando la sua posizione davanti alle critiche del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per non avere aderito all’appello di lasciare il mercato russo, finanziando così l’invasione (2).

Come Auchan ci sono anche altre aziende.

Ma che differenza c’è tra Auchan e noi (soprattutto italiani e tedeschi) che usiamo il gas? Nessuna. Solo che noi siamo più ipocriti di Auchan. E nonostante la “grande missione” che l’azienda francese dice di voler continuare a perseguire, essendo per l’appunto una società per azioni e non una Ong umanitaria, alla base c’è la stessa “filosofia”: il denaro non puzza.

Consumatori e aziende di prodotti di consumi svolgono una missione superiore a qualunque comportamento umano, foss’anche il più deplorevole? Per Auchan e i suoi consumatori (e dipendenti) sembra che sia una sorta di religione a cui non venire meno. Una come altre… ma, a nostra conoscenza, una religione che ti dice: “per farti mangiare e pagare il mutuo occorre che tu ammazzi un po’ di persone”…, a parte alcune sette cosiddette sataniche, non ci risulta.

Quindi: consumatori e satanismo hanno trovato un punto di contatto. Eh – già sentiamo alcune voci -: “c’è sempre un prezzo da pagare per la vita e per il benessere”, o il classico “mors tua vita mea”.

Quindi, è bene decidere se vogliamo pagare questo prezzo o meno. Ma, per favore, chi decide di pagarlo, eviti di mandare soldi alla resistenza ucraina, a fare volontariato per aiutare i profughi, a parlare male della guerra additando Putin come criminale. Lo eviti e svolga con serenità il ruolo di consumatore e imprenditore.

Siccome tra questi imprenditori ci sono anche gli Stati che comprano gas e non solo, è bene essere consapevoli che lo stanno facendo a nome di tutti noi cittadini.

Per chi, invece, considera puzzolente certo denaro e certi consumi, consigliamo di farlo pesare sulle proprie abitudini ma, soprattutto, al proprio Stato. Ché, se consapevoli di questo, ci si limita ad andare a qualche manifestazione sventolando la bandiera pacifista, ci si prende in giro da soli e si avvalorano Auchan e gli Stati, contribuendo ad ammazzare un po’ di ucraini e le nostre certezze democratiche e pacifiche.

Insomma:

– per PRESUNTA fame, tu consumatore, daresti una coltellata ad uno che ti passa per strada mangiando un succolento panino, perché sei convinto che non ne puoi fare a meno?

– per PRESUNTO business (lasciamo stare la “missione” stile Auchan…) tu imprenditore e tu Stato ammazzeresti altri per sfamare i tuoi… anche se è quello che hai fatto da secoli col colonialismo e fai oggi accettando passivamente lo sfruttamento di Paesi poveri per darti merci a prezzi bassi?

1 – https://www.aduc.it/articolo/globalizzazione+finita+produzione+sara+locale+ma_34266.php

https://www.aduc.it/articolo/ra+vol+ta+bel+so+gno+chia+ma+to+glo+ba+liz+za+zio_34204.php

2 – «È inutile mettere le persone l’una contro l’altra», ha detto Claude. «…noi esistiamo, siamo aperti e agiamo per la popolazione civile», ha detto in un’intervista a Le Journal du Dimanche (https://www.lejdd.fr/Economie/Entreprises/le-pdg-dauchan-retail-international-partir-de-russie-serait-inimaginable-du-point-de-vue-humain-4101987)

François-Marie Arouet – Aduc