In un’era in cui molto viene affidato alla tecnologia, dall’intrattenimento come Netflix e, addirittura, i casino dal vivo, fino ai documenti e alla memoria collettiva, può capitare che le nuove generazioni si scordino di uno dei casi più strani e misteriosi della nostra zona.
Lo smemorato di Collegno.
La storia dell’uomo senza nome inizia il 23 febbraio del 1926, quando fu trovato vagante vicino alla stazione di Collegno. Era vestito bene, ma non aveva documenti o indicazioni sulla sua identità. Fu portato all’ospedale di Collegno, dove fu visitato dai medici e dai poliziotti. Non poteva fornire alcuna informazione sulla sua identità, non sapeva parlare e sembrava completamente smemorato.
I medici dell’ospedale tentarono di curare l’uomo senza nome, ma i loro sforzi furono vani. L’uomo sembrava incapace di imparare a parlare o di recuperare la memoria. Fu trasferito in un ospedale psichiatrico a Torino, dove gli venne dato il nome di “l’uomo senza passato”.
Il mistero dello smemorato di Collegno ha ispirato molte teorie e leggende. Alcuni sostengono che l’uomo senza nome fosse un agente segreto o una spia che aveva perso la memoria a causa di un trauma. Altri pensano che fosse un criminale che aveva deciso di fingere l’amnesia per sfuggire alla giustizia. C’è anche chi crede che l’uomo fosse un aristocratico che aveva perso la memoria a causa di uno shock emotivo.
Negli anni successivi, l’uomo senza nome fu oggetto di molti studi e esperimenti. Gli vennero fatti test per capire se fosse sordo o muto, ma sembrava non avere problemi di udito o di parola. Fu sottoposto a trattamenti con elettroshock e persino a un tentativo di ipnosi, ma niente sembrava funzionare.
Nel 1929, l’uomo senza nome fu trasferito in una clinica a Verona. Qui, incontrò una infermiera di nome Emilia, che sembrava avere un effetto calmante su di lui. Emilia decise di adottare l’uomo senza nome, che le fu affidato dal direttore della clinica. Emilia lo portò a vivere con lei e la sua famiglia in una fattoria vicino a Verona.
L’uomo senza nome visse con Emilia per molti anni, ma non riuscì mai a recuperare la memoria o a parlare. Si adattò alla vita sulla fattoria e aiutò Emilia e la sua famiglia nella gestione dell’azienda agricola. Morì il 23 febbraio del 1961, esattamente 35 anni dopo la sua scoperta vicino alla stazione di Collegno.
Ci sono molte teorie e leggende che circondano la storia dello smemorato di Collegno. Una teoria suggerisce che l’uomo fosse un sopravvissuto del disastro aereo del monte Superga, che era avvenuto pochi mesi prima della sua scoperta. Si crede che l’uomo abbia perso la memoria a causa dello shock del disastro.
Un’altra teoria suggerisce che l’uomo fosse un ex soldato della prima guerra mondiale che aveva sviluppato una forma rara di amnesia chiamata “amnesia dissociativa”. Questa condizione è stata descritta come una “fuga psicologica” in cui il paziente dimentica completamente la propria identità e il proprio passato.
C’è anche chi crede che l’uomo fosse un criminale che aveva deciso di fuggire dalla giustizia fingendo l’amnesia. Questa teoria è stata smentita dalla maggior parte degli esperti che hanno studiato il caso, ma è ancora diffusa tra le persone.
Una delle leggende più diffuse riguarda il testamento di Emilia, che avrebbe lasciato tutti i suoi averi alla chiesa in cambio della sepoltura dell’uomo senza nome. Si dice che Emilia abbia scoperto l’identità dell’uomo poco prima della sua morte, ma abbia deciso di tenere il segreto al sicuro.
In ogni caso, il mistero dello smemorato di Collegno rimane ancora oggi irrisolto. Nonostante gli sforzi degli esperti che hanno studiato il caso, non è stata trovata alcuna prova concreta sull’identità dell’uomo senza nome. Alcune teorie sono più plausibili di altre, ma nessuna è stata confermata.