In Ucraina arrivano anche le mine anti uomo Usa: “Via libera di Biden”

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mine usa

Non solo l’uso di missili a lungo raggio Usa per colpire il territorio russo dopo le minacce nucleari di Vladimir Putin: Joe Biden avrebbe infatti autorizzato anche la fornitura di mine antiuomo USA all’Ucraina.

A rivelarlo è il Washington Post che cita due ufficiali Usa, sottolineando come si tratti di una mossa che rafforzerà le difese di Kiev contro l’avanzata delle truppe di Mosca. Una decisione non esente da critiche in relazione ai rischi per i civili. Secondo le fonti del Post, nell’Amministrazione Biden c’è forte preoccupazione per i recenti attacchi russi contro le linee del fronte ucraine e il Pentagono ritiene che la fornitura di mine – da utilizzare solo in territorio ucraino e in particolare nell’est – sia tra le mosse più utili che gli Usa possano fare per contribuire a rallentare gli attacchi russi di fronte a progressi significativi nel Donetsk delle forze russe, che negli ultimi mesi hanno conquistato territori a ritmi mai visti dal 2022 mentre le truppe ucraine hanno faticato a costruire solide linee di difesa.

Una delle fonti ha spiegato che si tratta di mine che si autodistruggono o diventano inattive, riducendo i rischi di conseguenze per i civili e a livello politico gli ucraini si sono impegnati a non utilizzarle in aree densamente popolate. Ma per gli esperti anche questo tipo di mine rappresentano un rischio per la sicurezza. “La Russia sta attaccando le linee ucraine nell’est con ondate di truppe, a prescindere dalle perdite – ha detto una fonte -. Gli ucraini ovviamente subiscono perdite e sempre più città e località rischiano di cadere. Queste mine sono fatte appositamente per contrastare tutto questo”. Se “impiegate con altre munizioni che già forniamo all’Ucraina, l’intento è contribuire a una difesa più efficace”, ha puntualizzato.

L’Ucraina “perderebbe” la guerra contro la Russia che va avanti da mille giorni, se gli Stati Uniti dovessero tagliare gli aiuti, non solo militari. E’ l’allarme lanciato intanto dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un’intervista a Fox quando mancano due mesi all’insedimento di Donald Trump alla Casa Bianca. “Se li tagliassero, credo perderemmo – ha affermato insistendo sull’ “unità” – Comunque, ovviamente, resisteremo e combatteremo. Abbiamo la nostra produzione, ma non è sufficiente per prevalere. Credo non sia sufficiente per sopravvivere”. Secondo Zelensky, il leader russo Vladimir Putin “può essere disposto a porre fine a questa guerra”. “Ma molto di più dipende anche dagli Stati Uniti – ha affermato – Putin è più debole degli Stati Uniti. Il presidente Usa ha la forza, l’autorità e le armi e può ridurre il prezzo delle risorse energetiche”.

Intanto arrivano ulteriori forniture di obici e lanciarazzi multipli dalla Corea del Nord per la Russia. A confermarlo è l’intelligence sudcoreana (Nis), come riporta l’agenzia Yonhap che cita fonti parlamentari dopo un briefing della Commissione intelligence. Secondo la ricostruzione degli 007, circa 11.000 truppe nordcoreane hanno intanto completato l’addestramento nel nordest della Russia e sono state dispiegate nel Kursk a fine ottobre. Alcuni dei militari inviati nel Kursk hanno già partecipato a operazioni di combattimento, conferma l’intelligence sudcoreana, e le truppe nordcoreane sono ormai coinvolte in modo attivo sulla linea del fronte. Allarme dell’ambasciata Usa nella capitale ucraina Kiev. “L’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev ha ricevuto informazioni specifiche di un potenziale attacco aereo significativo il 20 novembre”, si legge sul sito web della rappresentanza diplomatica, che annuncia la chiusura “per estrema cautela”. L’ambasciata raccomanda ai cittadini statunitensi di “prepararsi a rifugiarsi immediatamente nel caso in cui venga annunciato un allarme aereo”.

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