Ieri all’unanimità, l’Assemblea di Palazzo Ferro – Fini ha deliberato la legge regionale per la promozione e tutela del gelato tradizionale di qualità, all’insegna della sostenibilità e della qualità . Una risposta concreta a tutti i mastri gelatai del Veneto, veri artisti nella produzione della dolce ‘leccornia’ .
Ne è sempre stato convinto Alberto Villanova primo firmatario del progetto legislativo n.137 sul “gelato tradizionale di qualità” che, entusiasta, ha dichiarato: «il nostro gelato veneto è un ambasciatore del nostro territorio. Questo prodotto racchiude una tradizione che è fatta di lavoro e sacrificio. Parole che i Veneti conoscono molto bene e che spiegano le ragioni dietro tanta qualità di tutta la filiera, dalla materia prima, controllata e sicura, al prodotto finito, così tanto amato in ogni parte del mondo» .
Qualità, sostenibilità e trasparenza della filiera: le parole d’ordine del gelato della tradizione.
La normativa regionale appena licenziata prevede una serie di linee guida e criteri per garantire il mantenimento di un alto livello qualitativo del gelato della tradizione.
Dalla trasparenza della filiera e la sua sostenibilità, al rispetto dell’ambiente. In particolare viene valorizzata l’autenticità del gelato artigianale. Un prodotto che nell’intenzione del legislatore, « si esprimono impegni e sforzi professionali portati avanti dagli allevatori, fornitori di latte e uova, dagli agricoltori, la cui frutta è ingrediente fondamentale, e per finire dai maestri gelatai che, con la loro creatività e la loro tecnica, sviluppano prodotti sempre originali» .
In questo contesto giuridico, secondo la co-relatrice Cristina Guarda, «il termine ‘tradizionale’ non va riferito al territorio veneto, ma al metodo di lavoro del gelato» .
Gli ingredienti del territorio e la tradizione svelano l’autenticità del gelato di qualità.
Molti sono i tipi di gelato che troviamo in commercio, ma quello artigianale non ha rivali. A cominciare dalla selezione di prodotti freschi e genuini. Con l’impiego di materie prime di qualità, che insieme all’abilità delle lavorazioni di mestiere trasformano un semplice alimento in un capolavoro della bontà .
Competenze e “prassi artigianali” che la legge regionale, secondo il consigliere Roberto Bet, vuole «parlare di gelato della tradizione, inteso come relazione della materia prima del territorio con il relativo processo produttivo» .
Una considerazione ironica a margine: le norme scritte all’ombra di San Marco, per istituire il gelato Made in Veneto, sono forse un velato primo passo verso la tanto agognata autonomia da Roma? Chissà, scherzi a parte. Ma da oggi il “cono gelato veneto” ha il suo certificato di nascita.