L’opera in bronzo fuso, realizzata dall’artista trissinese Gilberto “Gibo” Perlotto, porta la dedica ai Carabinieri di ogni tempo. Accanto al monumento, nei pressi del pennone su cui da questa mattina sventola il tricolore italiano, è stata posta poi una targa con una dedica particolare all’Appuntato Daniel Forner, Carabiniere Paracadutista classe 1962, caduto in missione in Libano nel 1997, all’età di 35 anni. Padre di Massimiliano e Simone, Forner aveva vissuto fino ai 17 anni in Canada, l’amore per i viaggi e poi l’arruolamento e la possibilità di continuare a girare il mondo anche vestendo la divisa. Partito per il Libano con i Caschi Blu della Missione UNIFIL si trovava a bordo di un elicottero AB205 la notte del 6 agosto 1997, impegnato in un volo di addestramento notturno, quando l’improvviso peggioramento delle condizioni meteo faceva precipitare il mezzo. Con lui nell’incidente morirono anche altri 3 colleghi, i Capitani dell’Esercito Antonino Sgrò e Giuseppe Parisi e il Maresciallo Capo Massimo Gatti. Alla cerimonia erano presenti anche la vedova e la madre dell’appuntato, accompagnate dal Sindaco di Mussolente, Cristiano Montagner, comune vicentino dove il giovane appuntato aveva scelto di mettere su casa e famiglia.
Quarto discendente di un’antica famiglia di maestri fabbrili attiva da oltre un secolo. Il bisnonno Antonio Lora fu uno dei massimo artisti del ferro tra ‘800 e ‘900.
Da quarant’anni, inoltre, Perlotto espone le proprie creazioni in mostre personale e collettive, sia in Italia che all’estero.
“Volevamo esserci per il grande affetto e la grande riconoscenza che come comunità abbiamo nei confronti dei Carabinieri – è il commento del Sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi – non spetta solo a chi indossa una divisa fare il proprio dovere e mettersi al servizio, ma è un compito che ognuno di noi ha. Nel prossimo Consiglio Comunale avremo l’onore di assegnare la cittadinanza onoraria alla Stazione dei Carabinieri di Valdagno e da oggi questo monumento ci servirà a fare memoria e ricordo di tanti servitori dello Stato che hanno dato la vita per tutti noi.”
“Quello tra l’Arma e la Comunità è un legame fatto di fiducia e dedizione per il bene comune – ha proseguito il Generale di Brigata, Giuseppe Spina – con solidarietà e servizio, per essere vicini ai problemi delle comunità stesse, alle persone più bisognose, impegnandosi nella difesa del bene collettivo. Questo impegno talvolta porta a grandi sacrifici, sia nei contesti locali che in quelli internazionali. Onorare i caduti comporta due forme di impegno: conservare la memoria e restare vicini a chi resta. Il nostro è un lavoro che si fa solamente con il cuore e queste giornate fanno davvero bene a tutti noi.”
“Sono orgogliosa di partecipare a questo momento che resterà nella storia della nostra valle – ha concluso il Ministro per le Disabilità, Sen, Erika Stefani – mai come oggi c’è la prova che l’Arma dei Carabinieri, nata prima della nostra Repubblica, custodisce principi e valori che già prima della Repubblica ne avevano ispirato il senso. Tanto è cambiato negli anni, ma non i Carabinieri che ancora oggi danno prova dei principi e dei valori a cui noi dobbiamo ispirarci. Grazie anche al maestro Perlotto per l’opera che ci ricorda di questi stessi principi e valori. Il senso delle nostre azioni ha un riflesso diretto sulla nostra comunità. Quando agiamo non valiamo uno, ma diventiamo parte organica della comunità e ne accresciamo il valore. Quest’ultimo anno e mezzo drammatico ha messo in crisi le istituzioni, le famiglie, le nostre vite ci ha dimostrato che l’interesse individuale cede al pubblico e non è che il pubblico lo domina, ma l’interesse individuale entra nell’interesse del pubblico perché è l’interesse della comunità. Abbiamo capito che da soli valiamo niente, ma se siamo comunità abbiamo davvero la nostra forza.”