L’associazione AVR-Alto Vicentino Ricicla, torna sul tema del teleriscaldamento e dell’inceneritore di Ca’ Capretta a Schio, a un mese dalla lettera inviata ai sindaci dei comuni soci di AVA, società che gestisce l’impianto, alla quale, spiega l’associazione, ha risposto solo il primo cittadino di Schio Valter Orsi. “E’ opportuno ricordare che la richiesta di chiarimento riguarda la scelta di investire ulteriori due milioni di euro di soldi pubblici per l’ampliamento della rete di teleriscaldamento – spiega l’associazione in un comunicato -. A fronte di oltre venti milioni di euro già spesi per realizzare il primo stralcio (di cui tre quarti per raddoppiare la linea 1, intervento essenziale per realizzare il teleriscaldamento, e il restante per realizzare la rete di distribuzione), infatti, il calore venduto nei sette anni di attività non è neppure la metà di quanto era stato preventivato nel piano industriale presentato da AVA. Per questo motivo la Società ha realizzato con la vendita del calore un introito complessivo di circa sei milioni di euro a fronte degli oltre 18 milioni previsti dal piano industriale che essa stessa aveva approntato. A questo proposito apprezziamo che l’Amministrazione di Schio dichiari espressamente di voler analizzare gli aspetti economici e finanziari di tale operazione, anche sollecitando una convocazione dell’Osservatorio sui rifiuti che, a tutt’oggi, non risulta aver ottenuto risposta – prosegue AVR -. Resta la questione, squisitamente politica, del destino della linea 2 dell’impianto che potrebbe essere spenta nel momento in cui tutti i Comuni del bacino avranno raggiunto l’obiettivo del 76% di raccolta differenziata. Anche se nella risposta del comune di Schio questo aspetto non viene affrontato, ricordiamo che più volte tale Amministrazione ha espresso l’intenzione di perseguire tale obiettivo”.
“Ribadiamo che sarebbe davvero inaccettabile non procedere allo spegnimento a causa della necessità di sostenere il teleriscaldamento quando, anche volendo stare ai numeri forniti dalla stessa società in merito alle emissioni di CO2, la chiusura della linea due porterebbe ad una diminuzione delle emissioni di CO2 almeno sei volte maggiore di quella millantata con il teleriscaldamento – prosegue ancora l’associazione -. Come giustificare ai cittadini che virtuosamente si applicano nella raccolta differenziata e nella riduzione della produzione dei rifiuti che i risultati del loro impegno non solo non riducono la quantità dei rifiuti bruciati nell’impianto, ma creano le condizioni per portare ad incenerire a Schio rifiuti provenienti da fuori area? Difficile da spiegare”.