?Questa inchiesta è un ulteriore macigno su un?opera, la Pedemontana Veneta, che è già costata, e costerà ancora, fin troppi soldi ai veneti. La Giunta, appena il quadro delle accuse sarà chiaro venga in Consiglio a riferire: occorre la massima trasparenza visto l?esborso, pesantissimo, per le casse pubbliche?. A dirlo – in una nota – è Andrea Zanoni commentando la maxioperazione ?Tagliamento? della Guardia di finanza di Gorizia sugli appalti truccati in mezza Italia con 100 indagati e circa 150 opere nel mirino. Il Nordest è al centro dell?inchiesta, Pedemontana inclusa.
?Nel mirino della Finanza c?è infatti la struttura commissariale, guidata a suo tempo dall?ingegner Vernizzi, decaduta a fine 2016 per precisa scelta del governo targato Pd e in particolare del ministro Delrio. Ma è con il commissario straordinario, attuale amministratore delegato di Veneto Strade, che sono iniziati i cantieri della SPV?, sottolinea Zanoni, annunciando un?interrogazione in Consiglio.
?Quanto emerso nelle ultime ore è davvero preoccupante, tra turbative d?asta, frodi nella realizzazione di infrastrutture utilizzando materiali diversi da quelli dichiarati e violazioni dal punto di vista ambientale. E oltre alla Pedemontana sono finiti nel mirino anche l?aeroporto Canova di Treviso, il Marco Polo di Venezia e il Catullo di Verona. Purtroppo in Veneto stiamo ancora pagando il conto dello scandalo del Mose: non vorremmo che questo fosse un bis, addirittura più costoso. Mi auguro che l?inchiesta proceda spedita, ma limitarsi a dire, come ha fatto il governatore Zaia, ?che non si vada alle calende greche? è sbagliato: la Regione deve pretendere chiarezza assoluta, anche se dovesse ?costare? qualche mese in più di indagini?.