“I particolari emersi dall’inchiesta sui presunti casi di caporalato a Posina si fanno di giorno in giorno più inquietanti. Dopo il caso di Grafica Veneta, è il secondo in grandi aziende della nostra regione a venire alla luce nel giro di pochissimi mesi. E, nel caso di Posina, si configura anche il reato di violenza sessuale oltre a quello di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Fatti come questi devono essere non solo combattuti, ma prevenuti. Presenterò un’interrogazione alla Giunta in Consiglio regionale del Veneto affinché si attivi per avere delucidazioni sulle attività dell’Ispettorato del lavoro”. A dichiararlo in un comunicato è il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Nicola Finco (Intergruppo Lega-Liga Veneta). “Compito dell’Ispettorato del Lavoro, dipendente dal Ministero, è vigilare sulla tutela e la sicurezza sul lavoro. Nell’interrogazione chiederò quindi di sapere di quanto personale la sede veneta disponga e anche quanti e quali controlli siano effettuati nelle nostre aziende – ha detto Finco – Per evitare che si ripetano in futuro casi simili, dobbiamo lavorare a monte del problema, attraverso una grande collaborazione tra istituzioni, assieme all’INPS, all’Ispettorato del lavoro e alla Guardia di Finanza, incrociando le banche dati in modo da capire chi sono le aziende che si avvalgono di Coop, più soggette di altre realtà al fenomeno del caporalato, e di conseguenza intervenire con dei controlli mirati. In particolare, potrebbe risultare molto utile a tali fini intensificare la collaborazione fattiva con il Comando regionale della Guardia di Finanza che svolge un’intensa analisi predittiva per intercettare le potenziali commissioni di illeciti nel mondo economico. Un lavoro certosino attraverso l’individuazione di appositi indicatori di criticità che potrebbero essere, per esempio, l’origine da uno Stato estero o da una regione ad alta intensità mafiosa del responsabile di una cooperativa; l’eventuale presenza, a suo carico, di precedenti penali o di polizia nonché cause di risarcimento danni o istanze fallimentari; l’eventuale appartenenza del responsabile della coop a più realtà associative in tutto il territorio internazionale; una situazione patrimoniale effettiva anomala rispetto a quella dichiarata; la sussistenza di segnalazioni per vertenze sindacali. Inoltre potrebbe risultare proficuo costituire degli sportelli di segnalazioni per i casi di caporalato presso le Camere di Commercio e loro filiali coordinate dalla Regione del Veneto tramite un apposito protocollo sulla scorta di quelli esistenti per esempio per le segnalazioni nel settore dell’usura”.
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