Inchiesta di Venezia, le reazioni. M5S: “Il solito assalto alla diligenza degli appalti” AVS e Rifondazione: “Dimissioni subito”

359
Venezia, le reazioni all'inchiesta della guardia di finanza

Non si sono fatte attendere le reazioni alle notizie riguardanti l’indagine e gli arresti che hanno travolto la giunta comunale di Venezia.

Il deputato veneto del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti in una nota sottolinea come “Anche Venezia viene travolta dalla marea di inchieste della magistratura che colpiscono in tutta Italia presunti intrecci illeciti tra politica, PA e mondo dell’economia, con l’ipotesi del solito assalto alla diligenza degli appalti e in generale dei fondi pubblici. Due arrestati, tra cui l’assessore alla Mobilità Renato Boraso, sette persone ai domiciliari, diciotto indagati, tra i quali il sindaco Brugnaro, il capo di Gabinetto del sindaco e il direttore generale del Comune. Sono elementi pesanti che lasciano pensare a un quadro di malaffare ramificato, con l’ormai “solito” sospetto di pratiche corruttive con cui alcuni ottengono affidamenti delle gare pubbliche”. Cappelletti prosegue evidenziando come la questione fosse finita anche sotto la lente d’ingrandimento del programma Report, che aveva fatto emergere “informazioni estremamente preoccupanti. In Italia, da Nord a Sud, un numero ormai elevatissimo di indagini sta portando a galla un quadro di malaffare scandaloso. Un governo e una maggioranza minimamente responsabili risponderebbero con una forte reazione anticorruzione. Al contrario, la presidente Meloni e i suoi alleati stanno smantellando pezzo dopo pezzo gli strumenti di contrasto ai reati contro la PA”..

Anche Maurizio Enzo e Franca Marcomin di Alleanza Verdi Sinistra-Venezia intervengono con una nota nella quale chiedono senza mezzi termini le dimissioni del primo cittadino: “La gravità delle accuse, la vastità dell’indagine, il fatto che riguardi il cuore stesso dell’attuale amministrazione, non può che portare a una soluzione: le dimissioni del sindaco e della giunta e il ritorno alle urne per dare alla città un’altra guida. Brugnaro e la sua squadra devono uscire di scena. Questo non c’entra niente con il doveroso garantismo verso gli indagati. C’entra con la questione politica chiave: la città deve essere sicura dell’ affidabilità di chi la governa. Brugnaro aveva già fallito sul piano politico e amministrativo, avendo gettato la città nell’insicurezza e nel degrado, nelle mani della speculazione turistica e del business senza idea adeguata di sviluppo. Anche per questo deve dimettersi e si deve aprire una stagione nuova.”

Dello stesso tono la nota stampa della Segreteria regionale Rifondazione Comunista Veneto, che oltre alla situazione contingente dell’inchiesta critica anche l’operato della giunta comunale attualmente in carica a Venezia: “Il Partito della Rifondazione comunista/Sinistra europea ribadisce lo sdegno per le scelte prese dalla Giunta del Sindaco Luigi Brugnaro e, in particolare, dal suo assessore alla mobilità Renato Boraso. La magistratura giudicante, nell’ambito di un processo che auspichiamo celebrato in tempi brevi, stabilirà se queste politiche sono state anche illecite.

Resta il punto politico che il massimo della confusione tra interessi pubblici e privati ha determinato il massimo dei disservizi ai cittadini. Il massimo esponente del ‘partito del fare’ ha portato la città al massimo dello spopolamento di residenti e della rendita parassitaria. Senza dimenticare che gli stessi protagonisti politici governano in maniera quantomeno discutibile il problema del moto ondoso, la viabilità, in una città in cui un cavalcavia ha causato una strage ed il sistema del trasporto pubblico è in crisi. C’è bisogno di un governo della città che metta al primo posto i bisogni reali delle cittadine/i a partire dalle questioni ambientali e sociali. Questa giunta fallimentare deve andare a casa”.

Baldin (M5S): “Altro che giornata dell’autonomia: la destra pensi alla giornata dell’onestà”

Erika Baldin, consigliera regionale capogruppo Movimento 5 stelle
Erika Baldin, capogruppo del M5S in consiglio regionale Veneto

“Altro che autonomia, servirebbe una giornata dell’onestà”: Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, a margine della seduta odierna che aveva all’ordine del giorno il progetto di legge della maggioranza sull’istituzione della giornata dell’autonomia, è intervenuta sull’inchiesta veneziana invocando le dimissioni del primo cittadino: “Se Brugnaro volesse davvero bene a Venezia e ai veneziani, avrebbe già rassegnato le sue dimissioni. Ma non penso lo farà. Mi aspetto che tolga le deleghe a Boraso, ma non basta – ha aggiunto – queste indagini sono l’inizio della fine di Brugnaro. Ho piena fiducia nella magistratura e credo occorra fare chiarezza sulla commistione di affari pubblici e privati. Non possiamo prevedere l’esito delle indagini né, tantomeno, sostituirci ai giudici, ma il giudizio politico è univoco: di fronte a un’inchiesta di queste dimensioni, Brugnaro non pensi di cavarsela facendo saltare qualche testa. Deve andare a casa».

Baldin ha concluso guardando al futuro: “Alle forze progressiste spetta ora il compito di riparare i danni causati dall’amministrazione Brugnaro, a partire da Actv che va messa in sicurezza. Il campo largo a Venezia alle elezioni europee ha ottenuto il 57 percento dei consensi, una maggioranza ampia che ci consegna la responsabilità di offrire a Venezia un progetto serio di città. Il Movimento 5 Stelle, con il 7,2 percento, rappresenta la terza forza politica del campo largo a Venezia: noi ci siamo”.