Inchiesta Pedemontana, Zaia in Consiglio: “Regione parte lesa”. La relazione tecnica della Struttura di Progetto

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Consiglio regionale del Veneto
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“In un Paese civile c’è l’obbligo di rispettare il lavoro della Magistratura. L’istituzione regionale non può costituirsi parte civile fintantoché non c’è il rinvio a giudizio. Noi abbiamo piena fiducia nel lavoro di indagine della Procura della Repubblica. la scorsa settimana la Giunta ha comunque provveduto a dare incarico al professor Emanuele Fragasso di tutelare la Regione dal punto di vista penale, qualora vi siano sviluppi nelle indagini sui cantieri della Pedemontana Veneta”.

E’ quanto ha affermato – in una nota – il presidente del Veneto Luca Zaia, intervenendo nella seduta straordinaria del Consiglio veneto convocata su richiesta delle opposizioni per verificare l’esecuzione e la qualità dei materiali impiegati nella realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta, a seguito del quarto sequestro disposto dalla Procura della Repubblica sui cantieri dell’infrastruttura (qui la relazione tecnica della Struttura di Progetto distribuita ai consiglieri regionali).

“Le verifiche sulla galleria di Malo e sull’impiego di materiali nei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta sono in corso – ha ribadito Zaia – e vi confermo che non accetteremo la consegna dell’opera fintatochè non saranno conclusi i collaudi. Ricordo che i collaudatori (che sono tecnici, amministrativi e statici) rispondono alla Giunta regionale. Se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare. Ma non possiamo fare i processi prima delle indagini. Stiamo seguendo la vicenda, con tutta la delicatezza del caso. Sarà la Procura a fare chiarezza, abbiamo piena fiducia nei giudici. Anzi, consegneremo al Procuratore della Repubblica anche il verbale della discussione odierna, qualora possa fornire ulteriori elementi utili”.

Il presidente della Regione ha ribadito che la SPV è un’opera “strategica, non solo per il Veneto ma anche per l’Italia”, concepita negli anni Novanta, progettata nel 2002, messa in gara nel 2006 e aggiudicata nel 2009,i cui lavori di realizzazione sono iniziati nel 2011. Un’opera di 94 chilometri di tracciato, più altri 68 km di raccordi e svincoli.

“Il cronoprogramma di realizzazione è rispettato – ha aggiunto – e le opere verranno completate entro il 31 dicembre 2020, ad eccezione della galleria di Malo (oggetto del sequestro). Gli espropriati sono già stati indennizzati quasi tutti, ne mancano solo una trentina. E il 71% delle interferenze nel territorio sono già state definite. “Certo, ci sono almeno tre aspetti di criticità – ha ricordato Zaia – e riguardano l’intersezione con l’autostrada A4 a Montecchio (ma la partita è già chiarita con il Ministero), l’intersezione con la A31 e il rinvenimento di discariche abusive. Ma ricordo che in Veneto si contano 485 discariche abusive e il tracciato della SPV ne intercetta una decina. Nn è una iperbole dire che per fortuna c’è la Superstrada Pedemontana Veneta, perché il tracciato ha intercettato la discarica e si è proceduto a bonificare il sito. Qui non si nascondono i rifiuti sotto il calcestruzzo, ma si identificano le discariche e le si bonifica. Certo, al di là delle trincee della Pedemontana, restano le altre discariche, quelle sì da bonificare. Ma non c’è peggior malattia di creare inquietudine dei cittadini, per questo ho provveduto a querelare gli autori del video che hanno diffuso immagini non veritiere su rifiuti rinvenuti nei pressi dei cantieri”.

Nel confermare inoltre la massima attenzione alla salute e all’incolumità dei 1600 lavoratori impegnati nei cantieri della superstrada, Zaia ha concluso assicurando totale trasparenza sull’opera: “Le carte sono a vostra disposizione – ha ricordato ai consiglieri reginali – e la Struttura di Progetto risponderà ad ogni vostra richiesta di informazione o documentazione”.