Inchiesta sul mondo di mezzo di associazioni e legali intorno al crac di BPVi, Veneto banca ecc…, parte I. Francesco Celotto: chi sono e a cosa puntano don Enrico Torta, Andrea Arman e Luigi Ugone

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Vi sfidiamo a trovare un mezzo oltre il nostro che, nell’ambito delle proprie risorse, abbia seguito con uguale intensità le varie associazioni e i molteplici legali a tutela (dicono loro) dei soci della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca che ora condividono le loro speranza di rientrare dei loro risparmi, affidati a banche con i conti non in ordine ma nascosti nella loro realtà, grazie alla contrastata (dal sistema e da alcuni interessi) legge 205 approvata all’unanimità il 27 dicembre 2017ma ancora in attesa che venga emanato dal “governo del cambiamento” (che con i suoi paventati rinvii non cambia per la gioia de Il Sole 24 Ore?) di Giuseppe Conte il relativo decreto attuativo da noi svelato e da pochissimi media ripreso, (chiedetevi perché…)


Quella legge, sia pure imperfetta e da “rimpinguare di fondi” di cui, però, indica i cassetti da cui prelevarli, i conti correnti, le polizze e altri strumenti finanziari dormienti regolati dalla legge 266 del 23 dicembre 2005 è la prima mai emanata a riconoscere un reale “ristoro” (non può essere né si può utilizzare un meccanismo diverso altrimenti l’UE boccerebbe qualunque rimborso ad azionisti) “in favore di risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, riconosciuto con sentenza del giudice o con pronuncia degli arbitri (Anac, ndr) in ragione della violazione degli obblighi di – informazione, – diligenza, – correttezza e trasparenza…

Se a favore di questa legge non giocano di certo gli interessi di certi studi legali, che seguono migliaia (sì, ognuno migliaia!) di clienti diversi anche se accomunati dal crac delle sei banche interessate dalla 205 e se contro la sua attuazione gioca anche parte della nuova maggioranza di governo che pare, però, succube anch’essa del vecchio sistema e si fa supportare per questo da alcune associazioni, da oggi parte una nostra inchiesta su queste associazioni e su certi legali per far sì che ognuno decida liberamente ma sulla base di fatti e di volontà personali e non per altri motivi.

Tra oggi e domani pubblicheremo un’intervista a Francesco Celotto, (nella foto nel nostro studio tv) appena fuoriuscito dall’Associazione Soci Banche Popolari contestando il fare a suo dire di pura “protesta” e “dannoso” del Coordinamento Banche di don Enrico Torta e di Noi che credevamo nella BPVi.

L’intervista punta il dito sui tre personaggi chiave, don Enrico Torta, “prete egocentrico e detentore della verità assoluto ma affascinato da Arman“,  l’avv. Andrea Arman, appunto, presidente del Coordinamento “con un passato ?discutibile? da imprenditore e modesto da avvocato, con capitali non indifferenti a sua disposizione derivanti dal padre tra i fondatori di Banca Piva su cui ha ampiamente lucrato e con chiare mire politiche” e Luigi Ugone, presidente di Noi che credevamo che “affianca al proprio ego mire economiche dimostrabili anche da società collaterali con collaboratori e consulenti dell’associazione“.

Partiremo, quindi, oggi o domani, se non ci saranno ritardi dettati dal lavoro di cronaca quotidiana, dall’intervista corposa a Francesco Celotto che, però, come sempre, non prenderemo per oro colato supportandola, anche, con dati e documenti e proseguiremo in questi giorni sollevando, sempre con documenti e con interviste credibili come quella al vescovo di Vicenza, alcuni veli anche sugli enormi interessi degli studi legali a proseguire secondo la linea lucrosa delle delle liti processuali, spesso affiancati dalle associazioni o loro stessi promotori di proprie  associazioni.

Che vergogna!” verrebbe da dire pensando agli sciacalli che dopo crolli, terremoti o alluvioni brindano allegramente agli affari sulla pelle della gente colpita da drammi.