Incidente sul lavoro dipendente Amicar Srl alla DHL di Isola Vicentina, D’Angelo (USB): “tragedia sfiorata, tavolo immediato su sicurezza”

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Massimo D'Angelo (USB) a una protesta di lavoratori DHL (foto di Marco Milioni)
Massimo D'Angelo (USB) a una protesta di lavoratori DHL (foto di Marco Milioni)

Massimo D’Angelo sindacalista di USB Lavoro privato Vicenza e Veneto, interviene in un comunicato sull’incidente di cui vi abbiamo parlato ieri, avvenuto ad Isola Vicentina, denunciando gravi lacune nella sicurezza. “Nella mattinata di ieri una lavoratrice dipendente della Società Amicar S.r.l., la Società che gestisce in appalto le lavorazioni per conto della DHL SUPPLY CHAIN nei cantieri di Isola Vicentina denominati 1 e 2 è rimasta con i capelli impigliati nel nastro trasportatore. Fortunatamente la prontezza dei colleghi che hanno bloccato il nastro ha evitato la tragedia. La lavoratrice alla quale manifestiamo tutta la nostra solidarietà è stata portata in ospedale. Ci dicono che abbia subito lesioni al cuoio capelluto. La nostra organizzazione sindacale venuta a conoscenza dei fatti si è subito recata in cantiere per avere precise informazioni dell’accaduto” spiega D’Angelo.

“Da tempo USB lavoro privato Vicenza denuncia le carenze sul sito della DHL SUPPLY
CHAIN di Isola Vicentina, in merito alla sicurezza e alle condizioni di lavoro dove sono
costretti ad operare i circa trecento lavoratori molti dei quali giovani donne. Le temperature non essendoci sistemi di areazioni arrivano in questo periodo a 35/40 gradi, l’illuminazione è carente, gli scaffali vengono riempiti in maniera anomala nel mancato rispetto della normativa di sicurezza. Tutto ciò è stato scritto e detto. La nostra Organizzazione sindacale nonostante sia il primo sindacato all’interno del cantiere non è stata mai riconosciuta né dalla DHL Supply Chain né da Amcar Srl. Nonostante tutto, abbiamo sempre a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori informato gli organi competenti dei rischi presenti in questi cantieri. Chiediamo un tavolo immediato di confronto e chiediamo che si faccia chiarezza su chi doveva fare osservare le norme di sicurezza e non l’ha fatto – conclude D’Angelo –  al fine di evitare e prevenire altri infortuni e sofferenze tra i lavoratori”.