Inclusione e accessibilità

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Per un vero turismo sociale

Una delle maggiori opportunità di crescita per il Paese è data dalla capacità di assicurare libera accessibilità a tutti ai luoghi di cultura. Un tassello del complessivo ripensamento che dovrebbe interessare l’intero sistema turistico, che merita di riguadagnare posizioni nella classifica mondiale, specie quello c.d. sociale, che si rivolge a persone con difficoltà motorie o sensoriali, ma anche ad anziani, persone obese, famiglie con infanti.

Molto spesso si parla di ‘turismo culturale’ in modo generico, senza coglierne il quadro complessivo.
Anzitutto occorre distinguere tra motivazione culturale della vacanza e destinazioni culturali.
Nel primo caso, viene in evidenza il desiderio di arricchimento di conoscenza culturale, con riferimento a una certa epoca storica, a un modello artistico, a particolari monumenti, con partecipazione a eventi e mostre.
Se si considerano, invece, le destinazioni culturali, le diverse motivazioni di vacanza (dalla cultura al divertimento, all’enogastronomia, al desiderio di vedere un posto mai visto, agli eventi, allo shopping ecc.) trovano soddisfazione nelle innumerevoli modalità di fruizione di una certa meta.
In ogni caso, il turismo ha subito una evoluzione frenetica verso modelli di ospitalità estremamente complessi, in maniera direttamente proporzionale alla rivoluzione nel cambiamento dei consumi e dei comportamenti sociali.
Il vero è che non esiste più una generica ‘domanda turistica’. Esiste una serie variegata di target precisi, caratterizzati per tipologia, struttura di composizione e soprattutto per motivazione di vacanza.

È in questo quadro che si inserisce di fatto la componente dell’accessibilità.

Lavorare sul turismo per renderlo accessibile a tutti significa anzitutto lavorare sul livello complessivo della qualità dei trasporti (aerei, treni e navi, come trasporto locale e autonoleggio). Già questo renderebbe pronti ad altri numeri: ci sono stime che fanno riferimento, per la sola Europa, a oltre 50 milioni di potenziali clienti che hanno buone capacità di spesa e che non chiedono prezzi di favore, ma soltanto servizi di qualità.
In Italia, le azioni migliorative più urgenti dovrebbero essere applicate alle stazioni ferroviarie, la cui inaccessibilità resta in percentualmente altissima, spesso per motivi strutturali, ma non di rado anche per la carenza di adeguati supporti e servizi informativi che favoriscano la comunicazione con la clientela.

C’è da dire anche che meno della metà delle imprese si ritiene attrezzata per accogliere la clientela con esigenze speciali, per l’indisponibilità di accessi facilitati o ascensori interni.

La mancanza di un piano organico e coordinato rende lo sviluppo dell’accessibilità in Italia frastagliato e poco incisivo.
Tuttavia, l’attenzione verso i nodi dell’accessibilità è crescente e anche a livello nazionale si stanno adottando strategie per il cambiamento.
Inoltre, con il decreto Art Bonus, è previsto uno sgravio fiscale del 30% a favore di tutte le strutture turistiche che effettueranno interventi di ristrutturazione edilizia e di eliminazione delle barriere architettoniche.
Allo stesso tempo, atteso che cultura e turismo rappresentano un binomio inscindibile per l’Italia, il Ministero sta anche lavorando per rendere quanto più fruibili i luoghi della cultura con una serie di interventi volti migliorare l’accessibilità fisica e sensoriale dei Musei.

Ma c’è ancora molto da fare, perché non basta avere un museo o un albergo accessibile, occorre che tutto il sistema di offerta di una destinazione sia pensato per essere realmente ospitale per tutti.

È necessario avviare un processo di pianificazione e di rilancio in chiave di inclusione, con attenzione per organizzazione, razionalizzazione e sviluppo, coinvolgendo Istituzioni, imprese turistiche dell’ospitalità e dei servizi verso la costruzione di nuovi prodotti turistici che valorizzino l’accessibilità dell’offerta culturale.
Andrebbero creati nuovi immaginari sulle destinazioni, in grado di stimolare desideri di vacanza che corrispondano al prodotto turistico-culturale che si intende offrire.

A livello locale, il coordinamento tra Istituzioni, operatori, imprenditori e associazioni si pone su un piano pratico di costruzione di più sistemi di offerta. Questi dovrebbero coinvolgere tutta la filiera del turismo culturale, dalla ricettività, ai musei, alla ristorazione, alle guide turistiche, ai servizi di mobilità nella città, fino al commercio e all’artigianato.
Vanno riorganizzati e ripensati gli orari, i singoli prodotti offerti, i percorsi e l’immagine, in modo da rispondere alle esigenze della clientela, senza distinzioni o discriminazioni.

In tutto questo, gioca un ruolo strategico l’informazione. La migliore comunicazione sui termini di accessibilità potrebbe consentire di programmare secondo personali esigenze.


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Fonte: Inclusione e accessibilità

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