Incontro formativo con Anthony Smith a Casa Vicenza

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Lr Vicenza, il pubblico biancorosso

Giovedì sera a Casa Vicenza si è tenuto un incontro formativo, organizzato dall’area sportiva e più precisamente dal dipartimento Education della nostra società che ha coinvolto i giocatori della prima squadra, i giocatori della formazione Primavera e gli staff tecnici delle due squadre.

Speaker dell’incontro è stato Anthony Smith, in passato manager di aziende multinazionali, oltre che atleta professionista nel football americano. Ora opera come Executive Business Coach e Personal Coach per imprenditori e dirigenti di diverse realtà industriali e commerciali ed i loro team di manager, oltre ad essere Motivational Coach e Personal Coach per allenatori professionisti nelle massime serie del calcio italiano ed è spesso interpellato per interventi motivazionali ed ispirazionali (https://www.anthonysmith.it/).

L’incontro di due ore è stato aperto dagli interventi del direttore generale Paolo Bedin, dal direttore sportivo Federico Balzaretti e dal direttore tecnico Francesco Vallone.

Poi l’introduzione di Anthony da parte di mister Baldini: “Anthony è venuto a trovarci su in ritiro e questo incontro nasce dalla chiacchierata fatta in quell’occasione con il direttore sul tema di quanto nella nostra carriera di giocatori siamo stati autodidatti. Perché gli staff ci hanno sempre allenato tecnicamente e tatticamente, ma nessuno ci ha mai spiegato come accettare le sconfitte, le vittorie, come aver coraggio, come gestire le emozioni e le pressioni, come comunicare con il proprio compagno. Proprio per questo, quando ho deciso di allenare, ho dovuto fare un percorso per cambiare alcuni tratti del mio carattere. Ci sono persone come Anthony che ti permettono di ragionare sul tuo modo di pensare ed agire e lungo il nostro percorso, ci siamo incontrati e siamo diventati amici”.

L’intervento di Smith è partito dalla considerazione che attraverso il potere delle domande è possibile stimolare la riflessione per migliorare ulteriormente. Sono importanti le domande che si fanno agli altri, ma soprattutto le domande che facciamo a noi stessi. Occorre cercare di conoscersi ancora meglio e aprire la mente a nuove possibilità e a nuovi modi nel fare le cose, programmando la mente e il proprio modo di pensare e parlare anche con se stessi.

“E’ importante chiedersi chi sono le persone con cui passiamo la maggior parte del nostro tempo, perché ognuno di noi assorbe ciò che ha vicino e occorre trovare persone che ci stimolino e che vogliano migliorarsi, per crescere entrambi. Le convinzioni nascono dalle esperienze passate e quando si parla di consapevolezza, occorre guardarsi allo specchio e iniziare a migliorarsi, adottando comportamenti che dimostrino che crediamo davvero in quello che stiamo facendo e in quello che vogliamo ottenere”.

Dopo alcuni esercizi ed esempi pratici, ha poi continuato sul concetto di concentrarsi su cosa si vuole ottenere: “Invece di pensare a quello che non si vuole, occorre iniziare a pensare a quello che si vuole, perché se si riesce a immaginare una cosa, allora si riesce a farla. Il che non significa che si giungerà sicuramente al successo, ma che se ci si crede, si avrà maggiori probabilità di ottenerlo, perché quando si crede in una cosa, si dà il massimo”.

Infine un ragionamento sul concetto di squadra: “La catena è forte tanto quanto l’anello più debole della stessa. Quindi se sono bravo, devo aiutare chi lo è meno, solo così la squadra sarà veramente forte.
Il leader è colui che trascina gli altri, che è un esempio. Occorre pensare quanto ognuno di noi lo è per gli altri e non quanto gli altri lo devono essere per noi stessi. Essere forti a livello individuale è diverso dall’essere una squadra forte. Se si vuole diventare una squadra forte, occorre che ci siano tante persone nel gruppo dei leader e ognuno di noi ha la capacità di diventarlo. Basta dare il massimo, migliorarsi, aiutare che ne ha bisogno, comunicare in modo efficace facendosi capire dall’altro. Se una persona non ci capisce, forse devo cambiare il modo in cui sto comunicando a quella persona. Occorre avere una voglia genuina di aiutarsi a vicenda per migliorare”.

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Fonte: Incontro formativo con Anthony Smith

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