Molti i volontari e le volontarie che sabato mattina si sono ritrovati sulla spiaggia della Brussa a Vallevecchia, per una pulizia straordinaria nell’ambito del progetto Fishing for Future, in una giornata organizzata dal circolo di Legambiente del Veneto Orientale in occasione della tappa di Goletta Verde.
Nelle scorse settimane i volontari e le volontarie di Legambiente hanno monitorato la presenza di rifiuti su tre spiagge della regione: la spiaggia di Pellestrina a Venezia, quella di Brussa Vallevecchia a Caorle (Venezia) e il lido di Boccasette a Porto Tolle (Rovigo).
Sono stati raccolti un totale di 1904 rifiuti su un’area totale di 7.800 mq, con una media di 635 rifiuti ogni cento metri lineari di spiaggia. La plastica è di gran lunga il materiale più frequente, pari al 81% del totale dei rifiuti rinvenuti, seguita da gomma (12,8%), vetro/ceramica (1,8%), legno trattato (1,3%), carta/cartone, metallo e tessili (1%).
Guardando alle tipologie di oggetti ritrovati sulle tre spiagge monitorate il podio è occupato da pezzi di polistirolo della grandezza tra 2,5 e 50 cm (rappresentano il 15,4% del totale degli oggetti rinvenuti), pezzi di plastica dello stesso range di dimensioni (14,7%) e pezzi di gomma (9,3%). Seguono poi oggetti come cotton fioc, tappi e coperchi, reti o pezzi di rete e altri oggetti di plastica come le stoviglie usa e getta.
Oltre alle spiagge del Veneto, Legambiente ha monitorato altre 40 spiagge in 13 regioni italiane, per un totale di quasi 30 mila rifiuti censiti. L’indagine Beach Litter 2020 è stata realizzata grazie al contributo di E.ON e Novamont. I cumuli di spazzatura trovati sono frutto dell’incuria e della maleducazione, ma anche della mancata depurazione e cattiva gestione dei rifiuti sulla terraferma che, attraverso corsi d’acqua e scarichi, arrivano in mare e sui litorali.
Poco meno della metà dei rifiuti monitorati in Italia da Legambiente riguarda i prodotti usa e getta al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso. La direttiva (UE) 2019/904, detta anche SUP (Single Use Plastics), si concentra su dieci prodotti in plastica monouso e sulle reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura, in quanto tutti insieme rappresentano il 70% dei rifiuti maggiormente rilevati sulle spiagge europee. Il testo propone che il divieto di utilizzo (a partire dal 2021) dei prodotti per i quali esistono alternative (posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande e aste dei palloncini) venga esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile e ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso. Per i prodotti monouso per cui, invece, non ci sono alternative, gli Stati membri dovranno mettere a punto misure per ridurne significativamente l’utilizzo, mentre per altri sono stati definiti obiettivi di riciclo, raccolta e revisione della progettazione del prodotto.
L’iniziativa di stamane sulla spiaggia della Brussa è stata organizzata proprio con l’obiettivo di tutelare l’ecosistema marino proteggendolo dai rifiuti spiaggiati, oltre che sensibilizzare i bagnanti a un comportamento consapevole e corretto in spiaggia.
Si tratta della tappa di un percorso nell’ambito di Fishing for Future, all’interno del progetto del Fondo per la politica marittima e della pesca nell’UE della Regione Veneto, e di cui Legambiente Veneto è partner insieme a VeGal e Flag Veneziano.
L’obiettivo principale del progetto è proteggere e ripristinare la biodiversità e l’ecosistema marino nel Mare Adriatico, con la partecipazione dei pescatori e con la collaborazione dei territori. Non si tratta solo di recuperare e trattenere sulle imbarcazioni della pesca professionale i rifiuti recuperati dal mare, ma anche di definire un modello organizzativo virtuoso per la gestione della filiera dei rifiuti marini a terra.
Un appello deciso arriva da Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, proprio in occasione della tappa in regione della storica campagna Goletta Verde: “Un’attività come quella di oggi non è un evento eccezionale. Giovani, famiglie, associazioni e pescatori assieme a numerosi enti locali, in raccordo con Capitanerie di Porto e Guardie Costiere, si organizzano ormai autonomamente per attività di pulizia e prevenzione. A latitare sono gli impegni legislativi di chiara prospettiva”.
“Ricordo – prosegue Lazzaro – che la legge “Salvamare” è ancora ferma in Parlamento. I parlamentari veneti, a cui ci appelliamo, si impegnino affinché gli sforzi dei cittadini attivi in varie parti della nostra regione, abbiano un riscontro. La legge Salvamare va approvata in fretta”.
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