Dopo la partenza delle istanze per gli indennizzi del Fir ai risparmiatori ieri Il Corriere del Veneto titolava “Banche, il business delle domande. Associazione chiede il 7% dei rimborsi. Fir, campagna del Movimento diritti europei per istruire le richieste. Bitonci: «Vergognoso lucrarci»” (vedi articolo riportato in fondo alla lettera A), riferendosi al Movimento Diritti Europei – Mde di Treviso, che ai suoi associati chiede il 7% dell’importo che riceveranno dal Fondo Indennizzo Risparmiatori se andrà a buon fine il suo supporto nel presentare le (complesse) istanze telematiche sul portale Consap.
Mde ha come legale di riferimento Sergio Calvetti, che ha esposto le sue ragioni nell’articolo stesso da avvocato di certo tanto riverito quanto “invidiato” visto che di suo è già “il principe” delle costituzioni di parte civile per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca con circa 8.000 rappresentati.
L’articolo ci era stato segnalato prontamente ieri, anche se lo avevamo appena letto, dall’on. Massimo Bitonci poco dopo l’on. Pierantonio Zanettin, che su quella base presentava ieri stesso un’interrogazione accennando anche ai “discussi” fondi regionali appena incrementati a favore di alcune associazioni (qui il pdf, in fondo alla lettera B il testo) su cui avevamo rese note certe nostre perplessità subito, il 22 agosto stesso.
Oggi sempre Il Corriere del Veneto riprende l’interrogazione di Zanettin e titola “Banche e business dei rimborsiil caso finisce in Parlamento Un Fondo da 1,5 miliardi L’assistenza gratis dei consumatori. Intermediazioni forensi vietate, altri due legali segnalati all’Ordine: «Ci lucrano»” (vedi articolo riportato in fondo alla lettera c) individuando altri due legali chiamati in causa dal Comitato Ezzelino da Onara, che “ha infatti inviato all’Ordine degli avvocati di Treviso una segnalazione, chiedendo un parere, sull’attività che gli avvocati Luigi Fadalti e Paolo Polato, vicini al Coordinamento Don Torta, si sono resi disponibili a fare per le pratiche di accesso al Fir, in cambio di un costo fisso di rimborso spese“.
C’è da dire che l’avvocato Polato fa parte, non senza polemiche e sconfessioni interne, dei vertici nazionali di Adusbef, che con Codacons, invece, non chiede denaro agli assistiti, che Fadalti è l’avvocato di fiducia di Andrea Arman, anche lui avvocato e presidente del Coordinamento don Torta e che entrambi i legali segnalati da Patrizio Miatello (Ezzelino da Onara) hanno replicato nell’articlo in cui sono coinvolti.
Nei due articoli de Il Corriere del Veneto e nell’interrogazione di Zanettin, a prescindere dai singoli casi, che abbiamo ragione di ritenere che siano più diffusi e non scoraggiati dalla complessità di presentazione delle domande, viene, comunque e finalmente, a galla la preoccupazione che, in tempi non sospetti, VicenzaPiù.com manifestò con una inchiesta sulle prebende che a vario titolo andavano ad associazioni più o meno di comodo e/o a legali collegati e/o ad avvocati che schermavano la loro attività sotto il cappello di comitati spesso da loro stesso presieduti.
Abbiamo, quindi, ritenuto, piuttosto che cavalcare solo l’onda della fatua e momentanea indignazione, approfondire e allargare il tema ponendo fin da ieri delle domande ufficiali al sottosegretario al Mef Massimo Bitonci (Lega), che aveva preso una prima, condivisibile ma parziale posizione sul quotidiano del 24 agosto, e alla Regione Veneto, che ha istituito il discusso fondo.
Ecco le domande, che si spiegano da sole prima che Bitonci e la Regione Veneto diano un contributo di chiarezza con le loro attese risposte.
Iniziamo con la mail al sottosegretario (uscente?) al Mef.
“Egregio sottosegretario on. dr. Massimo Bitonci, in attesa del parere richiesto anche a lei come a tutti i politici regionali e nazionali veneti sull’avvio del Fondo Indennizzo Risparmiatori, anche da Lei supportato, e delle nostre rivelazioni sull’incontro del 19 febbraio 2014 in Banca d’Italia tra Barbagallo, Zonin e Trinca, le facciamo due domande specifiche sulla sua presa di posizione, che non possiamo non condividere per la parte riportata nell’articolo che cortesemente ci ha inviato (condanna della richiesta, a titolo di quota di iscrizione “variabile”, di una percentuale del 7% sull’indennizzo da parte di un’associazione, il Movimento Diritti Europei di Treviso, per l’assistenza a chi dovrà predisporre e inviare l’istanza telematica per l’indennizzo del Fir).
Ecco le due domande:
1 non le risulta, come denunciato da VicenzaPiù.com in tempi non sospetti in una nostra inchiesta, che da anni altre associazioni, la gran parte, presiedute o meno da avvocati, percepiscano quote di iscrizione per il supporto offerto pur facendo, spesso, pagare altri importi a favore di studi legali più o meno in convenzione per azioni specifiche, anche se talvolta con esiti prevedibili come nulli (un caso sono le costituzioni di parte civile nei confronti di entità non capienti come potrebbe essere solo Bankitalia se responsabile di azioni non corrette)?
2 Lei saprà che la Regione Veneto sta finanziando con un milione e centomila euro associazioni con anche solo dieci associati per “le attività di assistenza giudiziale e legale prestate dalle associazioni e dai comitati a favore dei cittadini da loro rappresentati”. Queste attività per legge non possono essere quelle attinenti alle istanze del Fir, come da lei sottolineato nell’articolo in oggetto, né possono essere quelle di “assistenza giudiziale e legale” per ambiti non meglio specificati che, però, non possono essere prestate da associazioni ma solo da avvocati iscritti all’Ordine. Cosa pensa, quindi, di quel finanziamento che, se non “girato”, perché e a che titolo?, dalle associazioni beneficiarie ai propri legali in convenzione, appare come un sostegno privilegiato ad associazioni e comitati che pure attingono a quote di iscrizione? Grazie della sua sicura e pronta risposta.
Giovanni Coviello”
Per chiudere il cerchio, dicevamo, abbiamo scritto anche alla Regione Veneto per avere lumi sul “milione e centomila euro…“. Ecco al mail
“Spett.le Ufficio stampa della Regione Veneto
La Regione Veneto sta finanziando con un milione e centomila euro associazioni e comitati di soci veneti delle ex BPVi e Veneto Banca per “le attività di assistenza giudiziale e legale prestate dalle associazioni e dai comitati a favore dei cittadini da loro rappresentati” (cfr.: comunicato regione)
A – Banche, il business delle domande. Associazione chiede il 7% dei rimborsi
Fir, campagna del Movimento diritti europei per istruire le richieste. Bitonci: «Vergognoso lucrarci»
Federico Nicoletti
Il Corriere del Veneto 24 agosto
Ex popolari, per istruire le pratiche di rimborso c’è già chi chiede il 7% degli indennizzi. Che una volta partito il Fondo indennizzo risparmiatori delle banche messe in liquidazione – con i suoi trecentomila soci coinvolti e il miliardo e mezzo di euro a disposizione – potesse rivelarsi un buon affare per consulenti senza troppi freni era già stato messo in conto. E il rischio pare essersi già materializzato dopo soli due giorni dalla partenza delle domande (1.900 quelle depositate fino a ieri sera).
Succede che gli ex soci di Bpvi e Veneto Banca stiano ricevendo già in questi giorni per posta una lettera del Movimento diritti europei, con sede a Treviso, in via Gualpertino da Coderta 41, che propone di sottoscrivere un contratto d’incarico per l’assistenza alla presentazione delle istanze al Fondo indennizzo risparmiatori. Il tutto, come si legge nella lettera, «in collaborazione con lo studio legale Tlc Lawyers», che a Treviso fa capo a Sergio Calvetti, uno dei legali più attivi sul fronte del crac delle due banche. Una collaborazione strutturata. Tra i documenti allegati alla lettera c’è il modello di contratto che affida al Movimento diritti europei la presentazione della domanda di rimborso al Fir; ma anche la delega a richiedere tutti i documenti bancari per la domanda di ristoro all’avvocato Sergio Calvetti, eleggendo come domicilio lo studio in via Tolpada a Treviso.
E il compenso? La lettera di Mde sottolinea «l’assenza di costi anticipati». Ma specifica che «a fronte dell’attività verrà corrisposto il 7% di quanto il risparmiatore effettivamente incasserà a conclusione dell’operazione alle proprie coordinate Iban». Che equivale, come scritto nel contratto con Mde, alla quota d’iscrizione all’associazione per gli anni 2019-’20-’21.
Il tutto in una campagna molto ampia: la lettera allega un programma di 29 incontri per raccogliere adesioni. Si comincia il 3 settembre a Cornuda, nel Trevigiano, ma nel solo Veneto ci sono altri 16 incontri fino a fine ottobre, da Bassano a San Giovanni Lupatoto, nel Veronese, da Tencarola, alle porte di Padova, fino a Creazzo, nel Vicentino. Ma incontri sono programmati anche a Milano e Roma, in Piemonte, nelle Marche e in Puglia, territori di espansione di Veneto Banca.
L’iniziativa solleva ovviamente interrogativi. Perché è la stessa legge di Bilancio 2019 che ha istituito il Fondo di indennizzo a stabilire che «la prestazione di collaborazione nella presentazione della domanda non rientrano nell’ambito delle prestazioni forensi e non danno luogo a compenso». E se la percentuale sull’incassato va all’associazione, l’offerta di assistenza sulla presentazione delle domande al Fir indica espressamente la collaborazione con lo studio legale Calvetti. Si può prefigurare una forma di accaparramento clienti vietata dal codice deontologico degli avvocati?
Primo elemento per capire sarebbe vedere se l’associazione Mde ha uno statuto e un organigramma, da chi è retta, se ha una vita propria. Sul dettagliato sito internet (www.dirittieuropei.com) non c’è né l’organigramma né lo statuto. «Ci sono, sì, come l’atto costitutivo. Ma io mi occupo solo degli incontri. Mandi una mail o chiami da lunedì», replica un uomo che risponde al 348/5922622 indicato sulla lettera tra i numeri di riferimento.
E Calvetti? «Quella lettera parla di attività professionali legali? Il Movimento, come tutte le associazioni che si stanno muovendo, si sta prodigando per presentare correttamente le domande – dice il legale di Treviso -. Ed è un massacro di lavoro. Secondo me il 50% delle domande sarà rigettato: gli anziani non riusciranno a fare quel lavoro».
Ma allora qual è il rapporto tra il Movimento diritti europei e lo studio Calvetti? «Sono il legale del movimento e ho partecipato 12 volte a riunioni su delega del movimento. Stop», replica il legale. E lo studio come viene pagato? «C’è un rapporto di consulenza, ma come studio non veniamo pagati per nulla – replica Calvetti -. L’ho specificato che non pretendo nulla. Quello è un contributo all’associazione per i costi di presentazione delle domande. Ci sarà una decina di persone al lavoro, dovranno esser pagate in qualche modo».
Qualche dubbio magari resta ancora. Dice ad esempio il sottosegretario Massimo Bitonci, commercialista di mestiere, che la norma sul Fir ha contribuito a scriverla: «Abbiamo costruito qualcosa che si vede per la prima volta in Europa. E abbiamo cercato di semplificare al massimo le procedure. Pare incredibile che ci si butti a capofitto su una vicenda così. È una norma di carattere sociale, abbiamo convinto l’Europa su questo. È vergognoso che qualcuno cerchi di lucrare su un rimborso che spetta di diritto a persone truffate». E quindi che consiglio dare a chi non se la senta di far da solo e cerchi una consulenza per presentare correttamente la domanda dietro un compenso corretto? «In linea generale – replica Bitonci – di non farsi gestire dal singolo, di farsi consigliare e aiutare da associazioni che hanno seguito la partita e che chiedono una quota d’iscrizione e non una percentuale sul ristoro».
Pur se la questione rischia di essere un rompicapo senza via d’uscita. Per dire: la vicenda pare essere una di quelle tipiche su cui affidarsi ad un Centro di assistenza fiscale. Ma pure loro sono esclusi. «Siamo una società di capitali, una srl, e non possiamo svolgere attività gratuita. Poi magari a qualche nostro cliente daremo un aiuto. Ma oggi la norma ci impedisce di dare consulenza», spiega Claudio Zaccarin, responsabile regionale dei Caf Cgil. Ma se è così, se davvero una consulenza professionale pagata non è possibile ottenerla, a chi rivolgersi? E la legge non rischia di esser ritagliata su misura delle associazioni?
B – INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE presentata dall’On. PIERANTONIO ZANETTIN il 24/08/2019 15:48
Al Ministro dell’Economia e delle finanze – Per sapere – premesso che:
Il Corriere del Veneto oggi in edicola informa che gli ex soci della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca stanno ricevendo per posta in questi giorni una lettera del sedicente Movimento Diritti Europei con sede in Treviso in via Gualpertino da Goderta 41 , che propone loro di sottoscrivere un contratto di incarico per l’assistenza alla presentazione delle istanze al Fondo di Indennizzo Risparmiatori, al collaborazione con lo studio legale TLC Lawyers , di Treviso, che fa capo all’avv. Sergio Calvetti.
A fronte dell’attività di assistenza, la proposta di collaborazione prevede che il risparmiatore verserà il 7% di quanto “effettivamente incasserà a conclusione dell’operazione”.
Tale importo equivale, come scritto nel contratto, alle quote di iscrizione all’associazione per gli anni 2019, 2020 e 2021.
Quanto proposto dal Movimento Diritti Europei pare un tentativo di eludere la ratio dell’art. 1 comma 501 della legge di bilancio 2019, secondo cui “la prestazione di collaborazione nella presentazione della domanda e le attività conseguenti non rientrano nell’ambito delle prestazioni forensienondannoluogoacompenso”.
Purtroppo il Governo ha invece bocciato l’emendamento alla legge di bilancio, a mia prima firma, n. 38. 13 (VicenzaPiu.com aveva lanciato una petizione al riguardo a cui il deputato vicentino Zanettin prestò la massima e solitaria attenzione, ndr) che, dichiarando nulli i patti commissori, avrebbe evitato in radice che il Risparmiatori potessero incappare in clausole contrattuali come quelle oggi proposte dal Movimento Diritti Europei.
Va altresì ricordato che la Regione Veneto ha già stanziato complessivamente un milione e 100.000 euro a favore delle Associazioni e dei Comitati che affiancano i risparmiatori danneggiati dal crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, con interventi legali e di assistenza.
Se il Governo ritenga legittima la clausola contrattuale proposta ai risparmiatori dal Movimento Diritti Europei.
Quali iniziative di propria competenza intenda assumere per evitare che rilevanti quote delle somme erogate dal FIR vadano a beneficio di determinati studi legali, che si sono accaparrati significative quote di clientela.
Presentatore
On. Pierantonio Zanettin
C – Banche e business dei rimborsi, il caso finisce in Parlamento Un Fondo da 1,5 miliardi L’assistenza gratis dei consumatori. Intermediazioni forensi vietate, altri due legali segnalati all’Ordine: «Ci lucrano»
Giacomo Costa, Milvana Citter
Il Corriere del Veneto 25 agosto 2019
La commissione del 7 per cento per istruire le pratiche sugli indennizzi ai risparmiatori finisce in Parlamento, con un’interrogazione dell’onorevole di Forza Italia Pierluigi Zanettin. E intanto arrivano nuove segnalazioni e nel mirino finiscono altri due avvocati vicini ai movimenti dei risparmiatori. Il clima intorno al Fir si è fatto improvvisamente rovente, dopo che il Corriere del Veneto ha dato conto dell’iniziativa del Movimento Diritti Europei, nato a Treviso e che, in collaborazione con lo studio legale Tlc Lawyers dell’avvocato Luigi Calvetti, sta inviando lettere ai risparmiatori proponendo un contratto d’incarico per la presentazione delle domande di indennizzo, garantendo il recupero del 30 per cento dei risparmi perduti in cambio di una quota del 7 per cento sulle somme recuperate. Cifra che vale come quota di iscrizione per gli anni dal 2019 al 2021. Iniziativa che l’onorevole Zanettin ritiene però «un escamotage per eludere la legge che vieta i compensi».
La norma infatti prevede che l’attività di recupero per il Fondo non «costituisce attività forense e deve essere gratuita». Per questo Zanettin ha presentato un’interrogazione urgente per chiedere al governo di «chiarire se la clausola contrattuale del sedicente Movimento Diritti Europei è legittima e cosa intende fare per evitare che i soldi del Fondo indennizzo risparmiatori vadano a beneficio di determinati studi legali». Purtroppo, continua Zanettin, «il governo ha bocciato il mio emendamento che, dichiarando nulli i patti commissori, avrebbe impedito clausole contrattuali come quella di Mde». Ma quella che il parlamentare definisce «una norma scritta male», rischia di creare problemi anche ad altri avvocati che fin dalla nascita dei movimenti hanno dato assistenza ai risparmiatori. Il Comitato Ezzelino da Onara, ha infatti inviato all’Ordine degli avvocati di Treviso una segnalazione, chiedendo un parere, sull’attività che gli avvocati Luigi Fadalti e Paolo Polato, vicini al Coordinamento Don Torta, si sono resi disponibili a fare per le pratiche di accesso al Fir, in cambio di un costo fisso di rimborso spese «senza che si possa configurare attività di assistenza o consulenza legale» (cit.). Ma i due legali sono perentori: «Non ho violato alcuna norma – spiega Polato -. La legge non dice che l’avvocato non può fare quest’attività, altrimenti sarebbe anticostituzionale. Violerei la legge se applicassi le tariffe forensi, cosa che non faccio. Chiedo un rimborso per le spese (400 euro) per istruire pratiche che sono complesse e richiedono ricerca di documenti, scansioni, e un invio telematico attraverso Pec. Altra cosa è chiedere percentuali sul rimborso ottenuto». Stessa fermezza nell’avvocato Luigi Fadalti: «Non chiedo percentuali né faccio proselitismo. Non svolgo attività legale, mi limito a raccogliere la documentazione e ad aiutare a svolgere le pratiche che sono molto complesse specie per i più anziani e chi non ha mai visto documenti di quel tipo. Chiedo 250 euro, peraltro molto pochi».
Sull’interpretazione della norma, va detto, c’è un po’ di confusione e le associazioni si muovono in modo diverso. Adusbef e Codacons, ad esempio, hanno deciso di fornire assistenza gratuita: «Al massimo chiederemo l’iscrizione a 2 euro. La legge però lascia perplessi, escludendo gli avvocati lascia aperta la porta a soggetti che non sono vigilati dagli ordini professionali e quindi può succedere di tutto». Tipo che si chiedano percentuali sul risarcimento, come fa Mde, scelta condannata dal Coordinamento Don Torta: «Forniamo gratuitamente assistenza come abbiamo sempre fatto», spiega Andrea Arman, così come «Noi che credevamo alla Bpvi»: «Non possiamo istruire pratiche – spiega Sergio Ugone -, non abbiamo la struttura né la copertura assicurativa per farlo. Forniremo gratis ai nostri assistiti, un vademecum sulle modalità di presentazione». L’unica associazione che materialmente invia le domande (a ieri 40 caricate sul sito della Consap) è la «Ezzelino da Onara» di Patrizio Miatello: «Chiediamo una tessera di iscrizione e ticket di 50 euro per le pratiche, per un massimo di 300 euro per quelle più complicate. Non certo una vergognosa percentuale».