Ieri, 5 giugno, a Roma c’è stato l’ennesimo incontro tra “tutte le forze politiche e i sottosegretari al MEF” e alcune delle associazioni dei risparmiatori delle banche in Lca o risolte, tra cui BPVi e Veneto Banca, sempre più divise fra di loro.
A spaccare ogni possibile fronte unitario hanno contributo da una parte e da certa fase in poi, quella in cui bisognava compattarsi senza protagonismi dopo le discussioni iniziale sui massimi sistemi, il Coordinamento di don Enrico Torta e Noi he credevamo nella BPVi, i due gruppi meno trasparenti per nostra convinzione supportata da fatti che speso abbiamo riferito e da altri che di cui ci apprestiamo a scrivere, ma anche, dall’altra, l’incapacità di una sintesi efficace tra gli altri gruppi, 17 su 19 si diceva, che con intensità diversa hanno costituito la parte che sembrava costruttiva nella famosa cabina di regia al Mef.
Sembrava, perché erano arrivati, su un aut aut di Giuseppe Conte, a un’apparente unione “contro” Arman e Ugone (del tipo di quella nel Pd quando c’era l’orco Berlusconi) arrivando a far passare, dopo la zoppicante legge 145 del 2018, l’articolo 36 del Decreto Crescita istitutivo dell’ultima versione del Fondo Indennizzo Risparmiatori che andava, comunque, convertito in legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Ma, ed ecco perché unione sembrava ma unità di intenti non c’è, lo stand by del decreto, annunciato come in via di stampa per il 13 maggio, ma ancora di là da venire nonostante i proclami a stantuffo di Di Maio e Salvini, ha fotografato le diverse pulsioni di un governo che ben poco governa se non le sue liti e di una cabina che più che di regia sembra una compagnia di attori che, magari a fin di bene, recitano senza un copione (oggi l’ennesimo incontro, dicevamo, di una frangia della “cabina” senza il suo testimonial principale Patrizio Miatello e gli avvocati, tipo Sergio Calvetti, con il maggior numero di soci realmente rappresentati) e, soprattutto, senza un regista.
Non è un caso che quello ufficiale e di prestigio, l’avv. prof. Rodolfo Bettiol, fosse anche lui assente ieri, 5 giugno, non senza aver fatto conoscere alle associazioni che hanno riempito di emendamenti il Parlamento la sua opinione che riassumiamo (e condividiamo): “L’insieme degli emendamenti viene in realtà a stravolgere il decreto legge. In pratica si chiede una legge diversa che peraltro risulta irrazionale non comprendendosi perché alcuni abbiano un acconto e altri il risarcimento totale. Non posso condividere questa distinzione.“.
Gli fa eco Patrizio Miatello, presidente di Ezzelino III da Onara, che è andato ovunque e sempre ma ieri si è preso un giorno di stop: “tutto quello che chiedono loro è uguale a rifare la legge, quindi quello che stanno chiedendo è praticamente giusto per carità però vuol dire far rifare la legge… Con la possibilità che per migliorare si rinvii tutto alle calende greche“.
E, infatti e ad esempio, se Renato Brunetta e Pierantonio Zanettin, che hanno anche loro ricevuto le associazioni, hanno segnalato il rischio da noi segnalato ed evidenziato anche da Milena Gabanelli (del Fondo Indennizzo Risparmiatori potrebbero usufruire anche “speculatori”, che hanno acquistato bond e azioni, sperando di conseguire sostanziose plusvalenze, quando lo stato di decozione delle banche fallite era ormai noto), hanno anche loro presentato un apposito emendamento all’art. 36 del Decreto Crescita, che escluda in modo inequivocabile questa eventuale speculazione, questo emendamento, come altri, è stato accantonato e rinviato alla discussione in aula di tutto il decreto crescita fissata per il… 17 giugno.
Diamo, comunque conto di quanto alla fine degli incontri odierni, hanno reso noto le associazioni presenti, augurando a tutti il meglio che non è, di certo, questo gioco al rinvio con la data dei primi indennizzi che, nella migliore delle ipotesi e nel caso non si debba riscrivere la legge, già da ora è facile prevedere che ormai scavalli anche il 2019… quando politici e associazioni non fanno che ripetere da anni un mantra che ora è una tragica burla: “facciamo bene e subito!“,.
“Entra nel vivo la discussione sugli emendamenti al decreto crescita e dunque anche alla norma sul Fondo Indennizzo Risparmiatori. Corrono anche i termini per la conversione del decreto legge e per l’attuazione del Fondo.
Proprio per dare la sveglia alla buona politica le associazioni dei risparmiatori (Adusbef, Codacons, Consumatori Attivi, Movimento Risparmiatori Traditi, Per Veneto Banca) che da sempre si battono per consegnare a chi è stato espropriato dei propri risparmi uno strumento che possa restituire loro il maltolto vista l’impossibilita di ottenere un ristoro dalla loro banca oggi in liquidazione, a Roma hanno incontrato tutti i gruppi politici ed anche i due sottosegretari al MEF Bitonci e Villarosa. L’auspicio è stato che in fase di conversione venganobrecepiti degli emendamenti migliorativi già per altro dichiarato ammissibili alla Commissione Bilancio della Camera. In sintesi si tratta del riconoscimento ai truffati anche degli interessi e della rivalutazione monetaria oltre che degli oneri fiscali pagati nel tempo, della previsione che l’indennizzo non sia tombale ma che sia solo un acconto, del riconoscimento del 100% di indennizzo a chi vede accertate le violazioni specifiche da parte di un arbitro, dell’attuazione immediata del Fondo. Si tratta di misure tutte ammissibili e non soggette ad alcun veto da parte dell’Europa, come confermato dalla commissaria Vestager nell’incontro di una settimana fa con le associazioni oggi a Roma.
Durante l’incontro con i sottosegretari Villarosa e Bitonci e’ emerso come il decreto attuativo che va a disciplinare il doppio binario sia stato bollinato dalla Corte dei Conti e sia stato spedito per la pubblicazione nonché come il Governo stia valutando come inserire gli emendamenti proposti probabilmente in un maxiemendamento. Quindi la legge di conversione verrà emanata entro fine giugno per poi venire attuato il Fondo subito, come accuratamente richiesto dalle associazioni oggi presenti a Roma.
L’attenzione resta alta per far si che il governo realizzi un Fondo che possa realmente rispondere alle richieste di oltre 350000 risparmiatori. Le associazioni infatti chiedono che le promesse divengano fatti concreti perché la situazione sta diventando gravissima viste anche le azioni di recupero credito che stanno partendo nei confronti dei soci truffati per finanziamenti erogati per acquistare azioni o obbligazioni subordinate o per far fronte alla loro liquidità dovendo sostenere spese essenziali per la loro vita“.